Ospedale delle bambole full time!

di Rita Occidente Lupo

In ospedale anche giocattoli rotti e bambole da collezione, che rischiano la concorrenza. A San Biagio dei Librai, nel cuore di Napoli, una vera e propria fucina, in cui con tanto di “chirurghi” i vecchi trastulli riprendono smalto. Forse perché qualcuno, attaccato ai ricordi dell’infanzia, non molla la bambola dei primi anni di vita o il trenino ricevuto dalla befana. Un vero e proprio “pronto soccorso” ludico, a detta di chi, dalla fine dell’Ottocento, ha avuto modo di salutare, grazie all’ideatore Luigi Grassi, un restauro senz’età. Infatti, da bambole centenarie, alle Barbie Mattel, da pupattole  in porcellana e cartapesta, decorate a mano, ornate di pizzi, merletti ed ombrellini,  ai cavallucci dondolanti. Non solo nel periodo natalizio le prenotazioni fervono, ma anche sui raggi della bella stagione, in tanti a mettersi in fila, con tanto di bambola tra le braccia, in cerca…dell’artigiano medico! Per non perdere il raccordo con l’infanzia, per non smarrire una parte della propria adolescenza, per non cestinare sogni di un tempo: tra tante motivazioni, “il medico dei giocattoli” con tanto di camice e forbici, raccoglie prenotazioni, accelerando quelle turistiche, che ugualmente s’accalcano.

 

Un pensiero su “Ospedale delle bambole full time!

  1. Come un’androne di ricordi dell’infanzia si prospetta agli occhi quella filera di bambole dei tempi passati. Eppure napoli dal cuore di mille tenerezze non poteva non avere anche cura di vecchi fantocci consunti dal tempo.
    Ricordo che all’inizio di questo millennio, una bravissima poetessa di Bergamo , che collaborava ai miei quaderni di “poeti e pittori del terzo millennio”, mi scrisse che essendo una collezionista di migliaia di vecchie bambole, voleva incontrare qualche amatore perchè, essendo divenuta molto anziana, non riusciva più costodire con dovuta cura tantissime bambole di valore e mi chiese se conoscevo persone innamorate di tale tipo di collezioni. Ovviamente non mi fu possibile accontentarla.Tuttavia, non riesco più a comunicare con lei da due o tre anni, ma mi piace riportare quì una sua poesia che pubblicai sul quaderno N° 10 della collana sopraindicata dell’anno 2002.:

    INESTINGUIBILE PASSIONE

    Ora so che il mio amore è l’uomo
    ora che ho appreso quanto costa vivere.

    Su tastiere di sogno ho atteso primavere
    ho riso e pianto
    ho giocato con le bambole
    e ho creduto all’amore.

    Ma ora che le lacrime
    sono quelle vere
    mescolate ai detriti
    della terra che frantuma
    ora sosto sulle orme di sudori antichi
    nei superbi templi,
    sulle impronte di sangue raggrumato
    per agognate libertà.

    Ora indugio
    sulla pietra sbiadita di memorie
    di chi è passato sconosciuto
    come flutto sullo scoglio.

    Quanti ossari rigurgitano orrori
    quante acque straripano veleni
    quante strade urlano miserie
    quanto cielo è ancora gonfio di pianto…

    No, non scioglierò più lacrime di solitudine
    non traboccherò più mai il cuore
    d’ansie e di tormenti
    per il gelo di coloro che pur tanto ho amato.

    Le mie vene ora ridondano d’amore
    per te, uomo,
    per te che sei inestinguibile passione.
    Anna Zanconi

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