Amarsi un poco

Giovanna Rezzoagli

Nei momenti più difficili, una delle ultime priorità che si pongono in essere è quella di volersi un poco di bene. Quando tutto il proprio mondo sembra crollare attorno, a cosa ci si aggrappa? A cosa? Ciascuno ha un vissuto cui riferirsi, per quanto duro possa essere. I più fortunati hanno anche qualcuno su cui poter fare riferimento, ma c’è anche chi deve, necessariamente,  essere un riferimento certo e sicuro per altri. Sono tutte quelle persone che non si possono concedere un solo minuto di cedimento, mai e poi mai. Sono tutte le persone che stringono forte le mani, quando nessuno le osserva, sino a conficcarsi le unghie nel palmo della mano. Sono tutte quelle persone che amano prima qualcun altro, poi, forse, se stesse. Ma solo un poco, forse… Come vivono queste persone? Ne conosciamo? Certamente si, ma ci accorgiamo di loro? Forza, chiediamocelo. Anche in questo momento in cui io sto scrivendo queste righe mi chiedo chi le leggerà, che cosa determineranno in chi legge. Mi chiedo, questo sempre, se possono servire queste righe, e l’unico parametro che ho per ipotizzarlo è la mia stessa persona. A me cosa servirebbe leggere, quali corde emotive dovrei sentire sciogliersi nell’animo per trarre sollievo in un momento difficile? Tante volte, nella mia vita, mi sono sentita terribilmente sola, spaventosamente sola, preda di una vertigine quasi fisica, letteralmente sull’orlo di un precipizio nel quale a volte si immagina che sarebbe persino un sollievo cadere, cadere e cadere, all’infinito. A chi non è capitato, almeno una volta nella vita? Io non ho, non più almeno, remore ad ammettere che i momenti bui ci sono e sono tanti. Amarsi un poco significa anche concedersi i momenti di buio. Lasciarsi avvolgere dal velluto nero del passato, che comunque, rispetto al futuro, ha il pregio di non avere incognite. Come trattenersi al di qua del precipizio? Alla fine si resta sempre soli con noi stessi e con ciò che si è. E deve bastare. Quel che più conta è che può bastare, almeno per superare l’attimo in cui si anela al fondo del precipizio, quello che non vedi perché coperto da una nebbiolina fitta, che sale e sale, e quando ti raggiunge senti un sasso scivolarti sotto la punta del piede e allora ti scuoti, ed improvvisamente senti le urla di ciò che grida nascosto dentro di te. E’ il momento più doloroso, quello della consapevolezza. Improvvisamente ti accorgi che il tempo in cui eri davvero sul bordo di quel precipizio è lontano, che il sasso smosso dal tuo piede è  ormai fermo da decenni nell’acqua triste ed impetuosa che ancora adesso scorre indifferente in un torrente lontano, in un punto preciso che solo tu conosci. Quel tempo non torna, e non tornerà più. Oggi non sei più quella persona, e nel contempo sei sempre la dodicenne che parlava con il vento, raccontava i suoi sogni all’acqua, che abbracciava gli alberi e studiava Quasimodo seduta sull’orlo di un precipizio da cui, un giorno nebbioso d’autunno, si staccò un sasso… Amarsi un poco può voler dire, semplicemente, ascoltarsi.

3 pensieri su “Amarsi un poco

  1. Non tornavo su questo sito da tanto tempo, e ho la gioia di ritrovare la mia giornalista preferita. Dottoressa Ganci, credevo non scrivesse più. E’ un piacere leggere ciò che scrive ed un onore dirle che questo articolo è commovente e stupendo. Tornerò a cercare i suoi articoli.
    Un saluto dall’Inghilterra.
    Mark

  2. Gentile Anonymous, la sua domanda è piuttosto criptica. Il panico è un’emozione violenta e può essere scatenata da fattori moltodiversi, sia esogeni che endogeni, quindi si, è possibile che ascoltare la propria psiche determini panico. A Mark esprimo tanta gratitudine, è un onore essere letti anche dall’Inghilterra.
    Cordialmente
    Giovanna Rezzoagli

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