Salerno: 25 aprile, celebrare la vittoria della democrazia

La festa del 25 aprile celebra la riconquista della libertà del popolo italiano dall’occupazione nazista e il ripristino dei valori  della democrazia compromessi dal  fascismo. Il sacrificio di tanti militari e civili che, militando nella Resistenza e nell’esercito monarchico, si batterono con la coalizione “Alleata” dei Paesi democratici, rappresenta il punto fondante della nostra nuova Nazione. Tuttavia, bisogna ribadire “come non ci si debba chiudere in rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza, in particolare del movimento partigiano, come non se ne debbano tacere i limiti e le ombre”. Non tutti, nella Resistenza, si batterono per la democrazia e non tutti lo fecero con onore e civiltà, come dimostrano i fatti accaduti nel “Triangolo della morte”, tra le province di Reggio Emilia, Bologna e Ferrara. Ed è giusto che, dopo tanti anni, un pensiero commosso vada a tutti coloro, in particolare ai Caduti, che combatterono per la Patria, anche quelli che, in buona fede, lo fecero dalla “parte sbagliata”. Così come è giusto ricordare che tanti Italiani persero la libertà, la terra dei propri avi, la vita, costretti  a fuggire dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia, sull’ombra della feroce pulizia etnica delle foibe, scatenata dal dittatore jugoslavo Tito, con la complicità dei leader comunisti italiani. E’ un obbligo morale, altresì,  che l’Italia ricordi anche i tanti caduti degli eserciti alleati e, in particolare, del contingente statunitense, morti per la nostra libertà. Da quel sacrificio è nata un’alleanza, la Nato, che ha garantito un periodo di pace e prosperità senza precedenti, salvando l’Italia, e purtroppo solo l’Europa occidentale, dalla dittatura sovietica. Ecco, il 25 aprile per la Provincia di Salerno deve rappresentare la celebrazione dei valori di libertà, di tolleranza, di perdono e di democrazia, che meritano, dopo quasi 70 anni, di essere solennemente affermati.

Palazzo Sant’Agostino, 25 aprile 2012

                                                                                                     Il Presidente          On. Edmondo Cirielli

3 pensieri su “Salerno: 25 aprile, celebrare la vittoria della democrazia

  1. ” GLI EROI SONO TUTTI GIOVANI E BELLI”
    Dignità della Patria, Fedeltà alla parola data,Pietà per chi donò la sua giovane vita per difendere la propria terra(la propria madre, sorella, figlia) dai barbari invasori mi fanno ripetere a questi squallidi OPPORTUNISTI e REVISIONISI……………….che ………..IO NON HO TRADITO E NON FESTEGGIO LA “GRANDE BUGIA!”

    ONORE A CHI LOTTA!!!

    in bocca al lupo

  2. Sei minuti all’alba
    el gh’è gnanca ciar,
    sei minuti all’alba,
    il prete è pronto già.
    L’è giamò mes’ura
    ch’el va drè a parlà:
    «Gliel’ho detto, padre, debun
    mi hu giamò pregà».

    Nella cella accanto
    canten na cansun:
    «Sì, ma non è il momento,
    un pu’ d’educasiun!».
    Mi anca piangiarìa,
    il groppo è pronto già;
    piangere, d’accordo, e perché:
    mi han da fucilà.

    Vott setember sunt scapà,
    hu finì de fa el suldà,
    al paes mi sunt turnà,
    disertore m’han ciamà.
    De sul treno caregà,
    n’altra volta sunt scapà,
    in montagna sono andato, ma l’altr’er
    cui ribelli m’han ciapà.

    Entra un ufficiale,
    mi offre da fumar:
    «Grazie, ma non fumo
    prima di mangiar».
    Fa la faccia offesa,
    mi tocca di accettar,
    le manette ai polsi son già,
    quei lì van a drè a cantà.

    E strascino i piedi
    e mi sento mal;
    sei minuti all’alba,
    Dio, cume l’è ciar.
    Tocca farsi forza,
    ci vuole un bel final,
    dai, allunga il passo, perché
    ci vuole dignità.

    Vott setember sunt scapà,
    hu finì de fa el suldà,
    al paes mi sunt turnà,
    disertore m’han ciamà.
    De sul treno caregà,
    n’altra volta sunt scapà,
    in montagna sono andato, ma l’altr’er
    cui ribelli m’han ciapà.
    ________________________________________

  3. a S. Maria C.V. e alla cava di S. Angelo in Formis, a guerra finita, non sono stati «trucidati dai nazisti» ma dagli «anglo-americani».

    La lapide posta a Sant’Angelo in Formis, a ricordo dei 13 giovani volontari della RSI fucilati dagli angloamericani, porta scritte le seguenti parole: “Nel gigantesco scontro del “sangue contro l’oro” qui, tra Gennaio e Maggio del 1944, nella visione di una più grande Italia in un’Europa unita, caddero fucilati dagli invasori angloamericani, i giovani soldati della RSI.

    Franco Aschieri,
    Italo Palesse,
    Giorgio Tapoli,
    Vincenzo Tedesco,
    Cantelli Marino
    Mario Tapoli,
    Bertoli Mauro,
    Calligaro Alfredo,
    Cancelleri Luigi,
    Donnini Domenico,
    Menicocci Enrico
    Sebastianelli Giulio
    Scarpellini Virgilio
    Poletti Paolo
    Scarpellini Virgilio
    Sebastianelli Giulio

    Tutti giovani di età compresi fra i 17 e i 24 anni.

    ” GLI EROI SONO TUTTI GIOVANI E BELLI”

    Il rinnegato Cirielli, dovrebbe farsi una passeggiata , su, nel cimitero di Brignano, nel “Campo della Memoria, dove sono sepolti i resti di oltre 100 giovani soldati italiani, di stanza a Salerno, uccisi dai “liberatori” americani con vili bombardamenti.

    E CHE IL LUPO SE LO MANGI

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