Salerno: Punto Einaudi, perché studiare ancora la filosofia?

Continua il nutrito cartellone della Società Filosofica italiana sez.ne di Salerno, presieduta da Carmine Mottola, ospite del Punto Einaudi di Piazzetta Barracano. Mercoledì 4 aprile, alle ore 17, 30, l’ospite sarà Fabio Bentivoglio,  saggista e docente di filosofia presso il Liceo scientifico “U. Dini” di Pisa, in un incontro presieduto dal collega Nello De Bellis, docente presso il liceo classico “Francesco de Sancits” di Salerno, nel corso del quale presenterà il terzo volume dell’ opera redatta a quattro mani con il compianto Massimo Bontempelli, scomparso la scorsa estate, “Il tempo della Filosofia”, edito dall’istituto Italiano per gli Studi Filosofici. “Se si deve far filosofia, si deve far filosofia e se non si deve far filosofia, si deve far filosofia: si deve allora far filosofia in ogni caso. Se infatti c’è la filosofia, siamo tenuti in tutti i modi a far filosofia, dal momento che c’è; se invece non c’è, siamo tenuti anche in questo caso a cercare come la filosofia non esista; ma cercando facciamo filosofia, perché il cercare è causa della filosofia” E’ questo l’Aristotele del Protreptico, che  mostra come sia impossibile non praticare la nobile arte del filosofare. Essa è sempre presente per via dell’innata curiosità umana: nel momento in cui sottoponiamo ad adeguata riflessione un dubbio, un problema, una qualsiasi questione relativa alla quotidianità, facciamo filosofia. Ma se le premesse per filosofare sono queste, si pone un’altra questione, se basta mettere in moto meccanismi di studio e di pensiero per essere considerati dei buoni filosofi. Nell’opinione comune il filosofo è il grande pensatore del passato, che poteva permettersi il tempo per sottoporre a giudizio i fenomeni della natura, dotato di grande oralità e capace di catturare l’attenzione degli ascoltatori. Salvatore Natoli, circa la propria posizione su chi debba essere considerato filosofo e possa praticare la filosofia scrive “La filosofia è da sempre una pratica e ciò per il semplice fatto che è un attività, una prassi, è, appunto, un fare filosofia […] poi non si tratta neppure di definire cos’è filosofia quanto piuttosto descrivere cosa si fa […] la filosofia è la ripresa della vita nel pensiero che gli antichi chiamavano vita filosofica”. La filosofia, quindi, è sempre stata un modo di vivere che riceve la sua impronta dall’amore per la sapienza. Tuttavia amare la sapienza non può essere un mestiere particolare: questa vocazione può toccare tutti, indipendentemente dal lavoro svolto e dal ruolo ricoperto dalla società. Pensare filosoficamente, dunque, non solo si può ma si deve. Una simile idea di “filosofia” ha portato Bontempelli  e Bentivoglio a scrivere nella recentissima opera per il corso di storia della filosofia per Licei pagine profonde e avvincenti al tempo stesso. La stessa impostazione lo ha portato con naturalezza a indagare la storia anche nei momenti più oscuri e contorti del Novecento e a intervenire con il coraggio dell’interpretazione delle vicende su temi più direttamente legati all’attualità politica. Questo manuale di storia rappresenta molto più di quello che solitamente si intende con il termine “manuale”. Rappresenta un tentativo inflessibile e ineguagliato per ampiezza e profondità, di concettualizzare la storia servendosi della dialettica filosofica.