Salerno: al Liceo “Da Procida” la Teologia poetica di Dante

Terzo appuntamento, lunedì 26 marzo, alle ore 16,30, presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico “Giovanni Da Procida” di Salerno, del corso di aggiornamento e formazione per gli insegnanti di Filosofia e Lettere della scuola secondaria, promosso dalla Società Filosofica Italiana sez.ne di Salerno, presieduta da Carmine Mottola, in ferace sinergia con l’ Università di Salerno Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale e il Laboratorio di Filosofia e Linguaggi dell’Immagine, in collaborazione con il Liceo Scientifico Giovanni Da Procida di Salerno, sotto l’egida del MIUR, che vedrà protagonista Giulio D’Onofrio, ordinario dell’ateneo salernitano, specialista di storia del pensiero in età tardo antica e alto medievale. L’incontro, presieduto da Enrico Nuzzo, docente di Storia della Filosofia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno, sarà dedicato a “La teologia poetica di Dante”. In una nota del suo saggio Dante e Beatrice, Étienne Gilson confessava di aver sempre vagheggiato una certa “idea” della Divina Commedia:  che la forma “ideale” della teologia non si sia realizzata unicamente nelle opere formalmente teologiche, come in Tommaso d’Aquino, ma anche nella poesia, corrispettivo artistico e letterario di cui Dante ci ha fornito il migliore esempio. Eppure quel che contraddistingue Dante, scrive Gilson, è di aver scritto un immenso poema la cui materia è costituita di idee, ma che tuttavia non è affatto un poema didattico, in esso il bello non consiste nello splendore del vero, come nella Summa theologiae. La verità ne costituisce piuttosto la materia e la sua trasposizione poetica ha per risultato la bellezza. E’ questa appassionata sensibilità alla bellezza del vero (scientifico, filosofico e teologico) che contraddistingue Dante. Sembra proprio che il suo caso sia unico, almeno nella tradizione letteraria occidentale, in cui il vero prevale sul bello, come deve essere, ovunque, tranne in poesia
Si potrà, quindi, prospettare l’ipotesi di un Dante theologus nel senso forte del termine, il cui poema sarebbe il risultato di un costante confronto ermeneutico con i dogmi della fede cristiana. Il ricco cartellone degli incontri proposti dalla SFI, continuerà giovedì 29 marzo, alle ore 17,30 presso il Punto Einaudi di Salerno, dove Giuseppe Cantillo ed Enrico Nuzzo, moderati da Giuseppe Cacciatore, discuteranno con Aniello Montano della sua ultima opera “I testimoni del tempo, Filosofia e vita civile a Napoli tra ‘700 e ‘900”, pubblicata nel 2010 dalla casa editrice napoletana Bibliopolis.
Il libro offre uno spaccato della cultura napoletana d’intonazione filosofica e civile tra Settecento e Novecento: da Vico a Giuseppe Capograssi e a Michele Federico Sciacca, attraverso Genovesi, Filangieri, De Sanctis, Croce e con incursioni su specifici momenti storico-culturali, quali le Accademie napoletane e la fortuna dello spinozismo a Napoli, a partire dalla fine del Seicento. L’incontro sarà preceduto, alle ore 16,30 dall’assemblea plenaria degli iscritti della sezione salernitana della SFI che in questa occasione rinnoverà il proprio direttivo.