Benigni: Italia a piedi?

di Rita Occidente Lupo

E quel mattacchione di Benigni, ha chiuso in bellezza il 150° dell’Unità italiana. Gli mancava solo il cavallo, al Quirinale, laddove in compassato abito grigio, ha letto i testi del giuramento mazziniano. Un excursus sul cammino dello Stivale, con accenti contemporanei all’attuale situazione governativa, ricordando garibaldini ed eroi, ancora inchiodati ai manuali di storia. Note d’alta commozione, che non sono sfuggite al presidente Napolitano, al ricordo anche degl’innocenti, morti per la causa tricolore. Così Benigni s’è ulteriormente accreditato, nel suo accattivante toscano, a compatriota d’un processo risorgimentale, che deve a fulgidi eroi la democratica Costituzione. Alla luce dei fatti recenti, che spesso rimandano un’Italia in affanno per troppi problemi, per un secessionismo che offre il fianco alle spaccature, più che all’unitarietà, la lettura di alcuni testi significativi, vergati dall’eroe dei Due mondi o dall’alfiere della Giovine Italia, una chiusura doc, a scorcio di un secolo e mezzo.  In quanto al quattrozampe, il caso di dire che l’Italia…davvero è appiedata ultimamente, per troppe spese! E che anche gli attuali acrobati del governo Monti, le picche alla Forneo non son mancate, possono davvero poco: povera Italia?