Città sane per recuperare la socialità perduta

Giuseppe Lembo

La popolazione mondiale, in continua crescita ed in movimento frenetico per le strade del mondo, è sempre più attratta dalle grandi megalopoli, viste come luoghi di umanità possibile e di sopravvivenza anche per gli ultimi, i diseredati della Terra. Il concentramento umano nelle grandi città, è un fenomeno in forte crescita. Nel 2030 sarà il 60% della popolazione mondiale a vivere nelle metropoli, che assumeranno il volto di incontrollabili megalopoli. Oggi le strade che portano alle megalopoli sono attraversate ogni giorno da 180 mila persone. Questo succede perché, pur creando disagio e sofferenza, sono luoghi di opportunità per la sopravvivenza. Il cittadino del mondo globale in modo diverso a seconda della nazione di appartenenza e del proprio essere antropologico, cerca le grandi città, viste come luoghi di socializzazione, di apertura umana, di contatto con gli altri, di confronto e di quella competizione che serve a costruirsi la vita. Il mondo oggi più che mai, non è più un mondo chiuso in se stesso; l’uomo sempre meno stanziale, è in continuo movimento verso mondi nuovi, anche se sconosciuti, anche se ostili, anche se poco penetrabili e difficili da vivere. Il mondo si è aperto; le metropoli, le megalopoli rappresentano nel loro immenso insieme umano, il grande palcoscenico di questa apertura. Non mancano i disagi umani; il restringersi degli spazi umani creano crescente angoscia; spesso anche psicosi. Comportano, tra l’altro, insicurezza; ma oltre a tutto questo, sono parte di una grande intuizione d’insieme; assieme agli altri, nonostante le tante possibili negatività, uniti da storie diverse, si può stare meglio, si può soprattutto vivere e/o semplicemente sopravvivere. Questa contagiosa intuizione spinge l’uomo del nostro tempo a ricercare gli spazi urbani delle grandi città. La solitudine sempre più possibile, una disumana condizione del nostro tempo, non è solo delle grandi città; è una condizione dell’uomo, indipendentemente dai luoghi in cui vive; anche le campagne, i piccoli centri hanno le loro solitudini, le loro crudeltà, il frutto di una indifferenza umana, purtroppo, comune patrimonio dell’uomo. Attenti studi hanno dimostrato che per i bambini è più facile venire emarginati in un piccolo paese, a modello unico e ben identificato che in una città multiculturale, in continuo movimento e trasformazione. I vantaggi per l’uomo che sceglie di vivere nella grande città non sono solo culturali ma anche fisici; il mondo vitale delle grandi città è a giusta dimensione umana; soprattutto, per bambini ed anziani c’è una maggiore possibilità di movimento. Le grandi città, così come si presentano oggi, vanno opportunamente ripensate. Occorre un nuovo Rinascimento; occorre realizzare quel Rinascimento che superato l’oscurantismo medievale, permise il felice fiorire delle città italiane ed europee. Un nuovo modello di spazi urbani, deve saper dare una nuova dimensione umana e di vivibilità alle megalopoli, eliminando le tante negatività dell’urbanizzazione caotica e valorizzando le potenzialità di utile benessere per l’uomo. È particolarmente importante riferirsi al Progetto Città Sane dell’Organizzazione mondiale della Sanità; in esso è privilegiato il rapporto città-salute. Per questo obiettivo è importante recuperare la dimensione umana, con quartieri aperti alla socialità e grandi polmoni di verde capaci di compensare il deficit di natura che produce le tante pericolose patologie della modernità. Tra l’altro, pensare anche alla bellezza della città. Edifici brutti, purtroppo intristiscono e fanno ammalare. Il mondo è di fronte a grandi sfide; le grandi sfide per i nuovi grandi spazi umani nel prossimo futuro dell’uomo, richiedono ovunque, conoscenza, impegno e tanta cultura umana. Si tratta di sfide importanti da affrontare con coraggio e grande impegno per poter accogliere in città sane, la popolazione del mondo, dando a tutti, non solo il diritto alla vita, ma anche il diritto ad una vita di qualità umana, evitando che la Terra ospitale ed amica, diventi un inferno, con disperazione e morte per i tanti ultimi che vengono al mondo solo per vivere il loro inferno terreno.