Salerno: Donne Diritti, dignita’ nei media

Nicola Crisci (*)

L’incontro-dibattito sul tema “Donne diritti dginita’” nei media è stato promosso dalle associazioni salernitane: Soroptimist international club, Inner wheel, Fidapa, Immovimento e Spazio Donna. Con presentazione e relazione di sintesi del giornalista de la Repubblica Edoardo Scotti e introduzione di Gabriele Boiano, de il Corriere del Mezzogiorno la prof.ssa Clotilde Baccaro Cioffi, presidente della Fidapa ha condotto una delle più significative iniziative culturali salernitane. Relatrici, con puntuali sintetiche motivazioni ed operative proposte e con pertinenti riflessioni Francesco Blasi dell’ANSA, Fiorella Loffredo de la Città, Carla Enrico de il Mattino, Francesca di Lira TV, Patrizia De Mascellis di Telediocesi. Sono intervenute la preside Liana Persiano, la dott.ssa Rosaria Gizzo, l’attrice Antonella Parisi, il consigliere comunale di Salerno Paki Memoli, la prof. Lisetta Cortese, la prof. Lella Marinucci e la prof. Vilma Desario. La discussione si è svolta approfondendo la tutela della dignità della donna nei programmi televisivi e nella pubblicità, invocando l’applicazione del contratto nazionale di servizio tra il Ministero per lo sviluppo economico e la Raitelevisione italiana s.p.a. del 6 aprile 2011 per il 2010-2012, il quale per l’art. 2  “la concessionaria è tenuta a realizzare un’offerta complessiva di qualità… rispettosa della figura femminile e della Dignità umana, culturale e professionale della donna…valorizzare la rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità di ruoli del mondo femminile…”La normativa invocata ha avuto un vuoto di conoscenza sull’applicazione contrattuale dell’interpretazione giuridica, privilegiando il corpo, l’immagine, la scena, la sensibilità di una minoranza di telespettatori, i criteri di applicazione dei contratti collettivi dei lavoratori dello spettacolo. Certamente è emersa una passione civile e sociale per contrastare la pubblicità, soprattutto con modi strumentali. In materia di pubblicazioni e spettacoli osceni vi sono norme penali, ed anche amministrative, anche con contrastanti orientamenti giurisprudenziali. Sui profili penali ed inoltre del lavoro, subordinato professionale, le Associazioni promotrici dell’affollato incontro culturale possono promuovere per le relative tutele e sanzioni un prosieguo del dibattito soltanto con esperti giuristi, dopo aver dato la precedenza ai giornalisti. Segnaliamo le tematiche del dibattito sulle problematiche delle donne nei media, ed in particolare nello spettacolo di Sanremo, invocando la tutela della dignità nei programmi televisivi e nella pubblicità per tutte le emittenti. Consumo commerciale del corpo della donna logorandone l’immagine in modelli che provocano perdita di identità, in un preteso cambiamento dei valori ed incidendo negativamente sulle relazioni interpersonali, dalla famiglia al lavoro, dalla scuola alle professioni, dall’amministrazione alla politica. Il tempo a disposizione non ha consentito un approfondimento delle sottolineate e contestate idee e relative motivazioni dell’evoluzione della condizione esistenziale delle donne, nelle sue smisurate dimensioni culturali, sia qualitative che quantitative, a partire dai contesti geografici. Contesti geografici dagli Stati Uniti alla Cina, dall’Africa all’America del Sud, con una veloce e differenziata globalizzazione, la quale radio e televisioni, con strumenti tecnologici, in un mercato mondiale, continua a ritenere normali assurde discriminazioni. Soltanto un accenno alla vastissima trattazione dei diritti umani e diritti individuali delle donne nelle fonti normative internazionali, comunitarie, statali, regionali e persino delle province autonome per consigliarne la relativa consultazione, evidenziando accurate analisi, e, poi, la consultazione di ripetuti rapporti annuali sui temi della donna. Con particolare pertinenza al tema della dignità, è da consultare il capo II (Delle offese al pudore e all’onore sessuale), del Titolo IX del libro II Dei Delitti in particolare, del Codice Penale, con le successive abrogazioni e modificazioni e sostituzioni con gli articoli 527 (Atti osceni), 528 (Pubblicazioni e spettacoli osceni) e 529 (Atti e oggetti osceni: nozione), rinviando ancora alle norme civilistiche e, soprattutto, per il lavoro delle donne all’art. 37 della Costituzione, al Codice delle pari opportunità tra uomini e donne, alle norme in materia di congedi parentali, alla tutela del lavoro dei bambini e degli adolescenti. Ed ancora altre norme. Anche se meritano perduranti critiche per l’attuazione. Queste notizie sono per i non addetti ai lavori e per affermare che l’Italia ha una adeguata disciplina sul tema donne, anche se frammentata e, spesso, con orientamenti contrastanti della giurisprudenza. Poiché l’opportuno incontro promosso dalle Associazioni si è svolto per contrastare la “distorta rappresentazione della figura femminile”, invocando la “corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione” è da evidenziare il ruolo, melius il potere della moda, che condiziona immagine e dignità con la pubblicità.

(*) Docente universitario. Presidente onorario della Sezione del Centro Nazionale Studi di  Diritto del Lavoro