Estate 1968, Lucio Dalla per la prima volta a Salerno


Arnaldo Amabile

Al Sea Garden di Emilio e Guglielmo Clarizia quella sera d’agosto si esibiva l’emergente Lucio Dalla. Un’estate d’oro quell’anno sulla spiaggia di Torre Angellara (anche Fausto Leali incantò il pubblico con “A Chi” e l’ispirato spiritual “Angeli Negri” un revival dopo anni dall’ emozionante interpretazione di don Marino Barreto Jr). Prima di esibirsi sulla rotonda, Dalla volle sgranchirsi un po’ giocando a ping pong , ma nessuno dei suoi occasionali avversari riuscì a resistere alle sue prorompenti “schiacciate”. Ricordo che, tra le altre canzoni, cantò “Quando ero soldato” ma la canzone di Lucio Dalla che in assoluto riscuote la mia ammirazione è “4 marzo 1943”, una vera poesia (scritta dalla poetessa Paola Pallottino) i cui versi , che risvegliano ancora un’antica commozione, gli valsero il terzo posto assoluto al Festival di San Remo del 1971. Dice che era un bell’uomo e veniva, veniva dal mare…parlava un’altra lingua…però sapeva amare Il brano, che ottenne un successo notevole fino allora mai raggiunto da Dalla, prima di essere ammesso al Festival conobbe gli strali della censura, essendo stato intitolato inizialmente “Gesù Bambino”, titolo giudicato irrispettoso, considerando anche la storia narrata di una ragazza madre: insieme ad alcune parti del testo, anch’esse giudicate inadeguate, ne fu cambiato il titolo (ecco gli altri versi censurati, con correzione a fronte: ” E ancora adesso mentre bestemmio e bevo vino… [e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino]”, “per ladri e puttane sono, [per la gente del porto mi chiamo] Gesù bambino”. Ora Dalla è nell’infinito: “Over The Rainbow”, proprio “Due Dita Sotto Il Cielo”.