Sviluppo senza autonomia, il caso del Mezzogiorno

 Giuseppe Lembo

Ma di che unità si tratta? L’Europa non è per niente unita; è fortemente divisa e separata; è un insieme, spesso infelice, di realtà diverse e distanti che vivono a se stanti e non sono per niente interessate a percorsi d’insieme finalizzati al bene comune. La maggior parte dei Paesi europei, tranne la Francia, sono Paesi satelliti alla Germania che li controlla e ne determina nel ruolo di padre-padrone, purtroppo, malamente ed a suo uso e consumo, il futuro. La Germania, la grande potenza tedesca, oggi padrona dell’Europa che conta (per poca parte a mezzadria con la Francia), dopo aver subito le sonore batoste delle gravi sconfitte nelle due devastanti guerre mondiali, si va preparando, a veloci passi, trascinandosi dietro gran parte dell’Europa, Italia compresa, ad una terza sconfitta mondiale; questa volta, per fortuna di tutti è solo di ordine economico. Il suo primeggiare, il suo spirito superiore di razza padrona (doice uber alles) non la risparmieranno neanche questa volta. Dietro l’angolo, all’inizio del Terzo Millennio, c’è la sonora sconfitta della Germania padrona e dei suoi deboli alleati (tranne la Francia), ridotti a cavalier serventi di Angela Merkel, violenti accusatori dei mali degli altri, con senso di assoluta indifferenza per il grande obiettivo dell’Europa unita. Perché tutto questo? Perché siamo di fronte al totale fallimento dell’Europa unita?  È semplice capirlo. Perché, tranne l’unità voluta dai banchieri, l’Europa di unito non ha niente; ma proprio niente. È fortemente divisa e tutte le sue parti, non riconoscendosi nell’insieme, se ne vanno a ruota libera, facendo naufragare un grande e lontano sogno, ormai messo nel cassetto per la travolgente e sconvolgente volontà dei padri-padroni dell’economia e della finanza. I paesi dell’Eurozona non sono parti vive di un unico Stato sovrano; non somigliano per niente a quegli Stati che, fortemente insieme, formano gli Stati Uniti d’America. Quello che sta succedendo, era del tutto prevedibile. L’Europa con le sue diversità ha caratteristiche assolutamente diversificate di cui necessariamente bisogna saperne tener conto. Se non si fa questo, come si sta già verificando, sarà l’inevitabile fine di tutto e di tutti. L’Eurozona manovrata dai banchieri, non ha, tra l’altro, caratteristiche “ottimali” sul piano economico-finanziario; oltre all’economia, c’è anche lo sfascio umano e sociale degli uni contro gli altri. Gli stati che ne fanno parte dovrebbero avere, per vivere in pace e non essere violentati nella loro dignità, differenti politiche monetarie; purtroppo non sono per niente consentite dalla comune appartenenza che impone vincoli schiaccianti dai quali è difficile trovare le soluzioni possibili non solo e tanto per sopravvivere, ma soprattutto per andare anche oltre, creando reali condizioni da  futuro d’insieme, fatto non solo di sacrifici, da lacrime e sangue, ma anche di prospettive di uno sviluppo possibile. Tutto questo non è all’orizzonte dell’U.E., in quanto l’Europa così com’è stata unita, di fatto non è per niente unita. Manca, purtroppo, quel nocciolo duro di Stato sovrano unitariamente inteso e governato e di politiche tendenti ad unire e non solo egoisticamente dividere, per indecenti fini di parte, così come avviene oggi. La Germania paese, economicamente più forte, non cerca di aiutare i più deboli; al contrario, fa di tutto, per renderli ancora più deboli e per arrivare poi a distruggerli, facendoli fallire. Questo succede perché l’attuale insieme europeo, di fatto, non è costituito su basi federative e con obiettivi primari e prevalenti, di ridurre gli squilibri economici e sociali. Questo progetto di un’Europa veramente unita e solidale non interessa nessuno e men che meno alla Germania, ormai a vele spiegate verso la terza sconfitta mondiale (per fortuna, questa volta, si tratta solo di una fine ingloriosa del suo potere di governance e di fallimento del suo progetto di grande ed incontrastata potenza economica del mondo). All’interno dell’U.E. la Germania, pur volendo, non riesce ad esercitare il ruolo di prima della classe ed a contrastare, superandoli, gli squilibri economici e sociali esistenti tra gli Stati che la compongono. Che fare? Come uscirne da questo guazzabuglio indecente? Certamente non è pensabile al bene comune dell’Europa unita, con un insieme così sgangherato, così disunito, così egoisticamente in preda al raptus violento del tutto per me. L’Europa non sopravviverà, se continuerà ad essere lacerata da divisioni che, facendo male alle sue singole parti, fanno di fatto male a tutti. I tedeschi che di fatto governano l’Europa, non sanno essere solidali, né riescono di fatto a capire che è importante avere fiducia negli altri, in quanto trattasi di altri importanti, essendo le parti di un unico insieme. L’Europa per pensare al futuro, prima di tutto, deve trasformarsi in uno Stato sovrano, fatto di un popolo sovrano, capace di pensare al bene comune e di rispettarsi l’un l’altro. Unità, cittadinanza comune, percorsi comuni di saperi, di cultura, di educazione e di formazione, sono il migliore viatico per raggiungere l’obiettivo di uno Stato sovrano europeo, con un popolo d’Europa, altrettanto sovrano nel determinare le scelte per il bene di tutti. Purtroppo, oltre a tutto questo, l’Europa soffre e non poco, anche di localismi e di campanili. Nell’Europa, in questo senso, l’Italia non è da meno, avendo un Nord leghista che pensa di poter trattare i meridionali come i tedeschi trattano gli italiani. Così facendo, sarà la fine di tutto e, per tutti. A chi giova?  Non giova a nessuno, proprio a nessuno, giocare al massacro. Il conto finale è a carico di tutti e soprattutto del futuro che non ci sarà, per colpa dei tanti che ne vogliono compromettere irrimediabilmente il corso. Meditate gente! Meditate!