Nanoparticelle e dieta mediterranea: il tumore al seno s’ affronta anche a tavola

L’incidenza di tumori al seno in Emilia Romagna è più alta della media nazionale: 123 casi ogni 100.000 abitanti, contro i 93 registrati nella Penisola. Tuttavia, rispetto alle Regioni settentrionali con pari numero di abitanti, ossia Piemonte e Veneto, l’Emilia Romagna ha raggiunto il tasso di mortalità più basso, grazie soprattutto all’aumento delle diagnosi precoci frutto dell’estensione al 100% dei programmi di screening mammografico. A questo trend positivo si associa una Qualità di Vita sempre migliore per le donne con tumore al seno, anche in fase avanzata, raggiungibile in virtù di terapie innovative basate su meccanismi d’azione in grado di coniugare al massimo efficacia e tollerabilità. Grazie a una sofisticatissima piattaforma tecnologica, è stato messo a punto un meccanismo d’azione che utilizza l’albumina come carrier naturale del principio attivo paclitaxel contenuto in nanoparticelle, più piccole di un globulo rosso. Le nanoparticelle trasportano il paclitaxel, di comprovata efficacia, direttamente all’interno delle cellule tumorali e senza nessun bisogno di solventi. Per le pazienti, questa innovativa terapia significa aumentare la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia classica e non dover temere le reazioni d’ipersensibilità alle sostanze solventi utilizzate dai trattamenti chemioterapici tradizionali: tutto ciò si traduce in più tempo di vita e in una migliore tollerabilità delle terapie. Quindi per le donne che si trovano in una fase avanzata del tumore si mettono a disposizione cure che puntano a offrire non solo “anni per vivere” ma “anni da vivere”. «Questa terapia innovativa rappresenta un grande passo avanti nella cura del tumore al seno» – dichiara Corrado Boni, Direttore della Oncologia Medica presso l’Arcispedale Santa Maria Nuova, Azienda Ospedaliera IRCCS di Reggio Emilia – «perché è una chemioterapia target che non ha bisogno di solventi e dunque risulta meglio tollerata e potenzialmente più efficace».«La novità principale dell’ultimo decennio è la maggiore conoscenza della biologia dei tumori della mammella – spiega Claudio Zamagni, Responsabile di Oncologia Medica al “F. Addarii”, Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna – sappiamo molto meglio rispetto al passato che esistono diversi tipi di tumore, ai quali corrispondono approcci terapeutici diversi, che consentono di migliorare la prognosi. Nell’ambito delle frontiere terapeutiche, le nuove tecnologie farmaceutiche hanno permesso di sviluppare farmaci a bersaglio molecolare (anticorpi monoclonali, inibitori tirosin-kinasici) e nuovi chemioterapici (quali i taxani, a cui sono state efficacemente applicate le nanotecnologie): sono progressi importanti, poiché offrono la possibilità di ridurre le ricadute o comunque di rallentare la progressione di malattia con trattamenti sempre più mirati».Altro prezioso alleato delle terapie è un’alimentazione sana ed equilibrata, come la dieta mediterranea, accompagnata da una adeguata attività fisica: un approccio al cibo corretto non solo mette la paziente nella condizione di affrontare meglio i trattamenti, ma anche di ridurre il rischio di ricadute. Giulio Marchesini, Professore di Medicina Interna all’Università di Bologna e Direttore del SSD di Malattie del Metabolismo e Dietetica Clinica del Policlinico S. Orsola-Malpighi a Bologna, ribadisce, infatti, che «nella donna l’eccesso di grasso favorisce alterazioni ormonali che si ripercuotono sulla possibilità di sviluppare il tumore al seno. Si tratta dunque di promuovere un’educazione nutrizionale in modo che le persone sappiano scegliere un certo tipo di alimenti e determinate “porzioni” in base alla cosiddetta “piramide alimentare”, iniziando dalle fondamenta con l’acqua per arrivare al top, costituito dai grassi saturi. Non dimenticando un’altra condizione fondamentale per contrastare il progredire delle malattie, ovvero l’attività fisica». Su queste premesse si consolida la “buona” alleanza tra Oncologia e tradizione gastronomica italiana: nutrizionisti, oncologi e chef hanno messo a punto un modello alimentare che applica i principi della dieta medierranea alle esigenze delle pazienti in terapia, le cui basi saranno illustrate alle pazienti attraverso corsi di cucina promossi nell’ambito della campagna Assapora la Vita, Campagna nazionale itinerante che ha come obiettivo aiutare le donne colpite da tumore al seno che affrontano le terapie, invitandole a riscoprire l’importanza di prendersi cura di se stesse, anche attraverso la buona cucina. Una star dei fornelli, lo chef Alessandro Circiello, uno dei più apprezzati cuochi italiani dell’ultima generazione, presenterà le ricette e ne illustrerà la preparazione, mentre oncologi e nutrizionisti spiegheranno i principi di una sana alimentazione, suggerendo gli alimenti raccomandati per le donne in terapia e ritenuti efficaci nella prevenzione dei tumori. Assapora la Vita è anche il titolo del ricettario messo a punto dallo chef, con 30 ricette pensate per aiutare le donne con tumore al seno e approvate dagli specialisti. La campagna Assapora la Vita è promossa dalle Associazioni pazienti che operano sul territorio nazionale: ALTS di Napoli, Arlenika di Palermo, Incontra Donna onlus di Roma, Salute Donna Onlus di Milano, La Melagrana Onlus di Reggio Emilia e Il Seno di Poi Onlus di Bologna, con le quali la Campagna tocca oggi Bologna. Per le donne che affrontano la fase più difficile della loro battaglia contro le neoplasie mammarie una buona alimentazione, l’aggiustamento personalizzato della terapia, tempi brevi d’infusione ed effetti collaterali mitigati sono vantaggi significativi in specie per le pazienti con tumore in stato avanzato, spesso costrette a fronteggiare non solo la patologia, ma anche la pesantezza delle terapie e i loro effetti. Grazie al costante impegno nella ricerca che caratterizza l’operato di Celgene e ai suoi risultati, le pazienti possono oggi contare su trattamenti sempre più efficaci e rispettosi del loro delicato equilibrio e delle loro esigenze. «Celgene fa tesoro delle esperienze del passato di ognuno per realizzare il sogno di tutti: occuparsi con passione di una grande causa realizzando il maggior beneficio possibile per la collettività, i pazienti e le loro famiglie, i medici, tutti i professionisti e i decisori che lavorano per migliorare ogni giorno la salute delle persone in tutto il mondo»afferma Stefano Portolano, Amministratore Delegato di Celgene Italia «questo è un obiettivo straordinariamente ambizioso, considerata la complessità nella quale operiamo». Con un impatto contenuto degli effetti collaterali, durante la chemioterapia la paziente ha la possibilità di mantenere e riscoprire come “assaporare la vita”, disponendo di tempo da dedicare ai piccoli piaceri quotidiani, allentando così lo stress psicologico causato dalla malattia.