Gerghi giovanili fra lingua scritta e orale

Giovanna D’Antonio

Il termine gergo è usato comunemente per indicare delle varietà di lingua utilizzate da specifici gruppi di persone spesso a scopo di segretezza, si pensi ad esempio ai gerghi malavitosi. Tuttavia ogni gruppo sociale è tendenzialmente portato a sviluppare un proprio tipo di linguaggio che permette ai membri del gruppo di comunicare fra di loro. Molti termini appartenenti ad un determinato tipo di gergo sono entrati a far parte della lingua italiana come quelli del gergo furbesco, usati soprattutto dai giornali. Un particolare tipo di gergo è quello usato dai giovani che tuttavia è considerato un gergo in senso lato in quanto non è caratterizzato dall’elemento della segretezza. I linguaggi giovanili si avvalgono spesso dell’uso di metafore, abbreviazioni, troncamenti, forestierismi e procedimenti che portano alla semplificazione della frase. Il più delle volte i termini impiegati in questo gergo riguardano il mondo dei tabù e quindi hanno come oggetto tematiche quali la sessualità, la droga, la piccola malavita. I gerghi giovanili si caratterizzano principalmente per la loro instabilità e transitorietà e pertanto è difficile parlare di un unico gergo giovanile anche a causa della loro eterogeneità spaziale. Attraverso l’uso di un proprio linguaggio i giovani contribuisco a creare una propria identità di gruppo, distaccandosi soprattutto dai “benparlanti” e i “benscriventi”. Infatti accanto al linguaggio giovanile parlato ne è sorto anche uno scritto favorito dall’uso sempre più diffuso degli SMS che hanno spinto alle estreme conseguenze l’uso delle abbreviazioni e l’omissione delle vocali. Questo nuovo modo di scrivere si è esteso inoltre anche alle comunicazioni informatiche, molto usate dai giovani, e ad altri contesti. I linguaggi dei giovani si fanno, con il passare del tempo, sempre più emblematici e vengono spesso accompagnati, se non sostituti, da linguaggi non verbali: grafico, gestuale, musicale. La gestualità è diventata una modalità di comunicazione molto diffusa fra i giovani e ha comportato una notevole diminuzione dell’uso del discorso logico-verbale e della scrittura. Oggi nessun ragazzo tiene più un diario segreto o scrive poesie e parallelamente è scomparso anche il piacere della lettura causando un significativo abbassamento culturale fra i giovani e non solo. La peculiarità dell’inarrestabile mutazione dei linguaggi giovanili conduce inevitabilmente a una costante minimizzazione dei termini della comunicazione, che sembra ormai essere diventata per i giovani un semplice passaggio di dati e di informazioni, senza tener conto che una buona comunicazione si basa anche sulla trasmissione delle proprie sensazioni e dei propri pensieri.