Mercato San Severino: incontro con il Vescovo Moretti a S. Vincenzo

Anna Maria Noia

Un incontro non prettamente “pastorale” bensì amichevole, informale: l’arcivescovo Luigi Moretti, insediatosi da qualche anno a questa parte presso la diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, si è recato mercoledì 15 febbraio scorso presso l’oratorio di S. Vincenzo, nell’omonima frazione di Mercato S. Severino. Qui ha ascoltato le istanze delle varie realtà afferenti alla parrocchia, in particolare le esigenze del gruppo liturgico e del coro. Il presule è apparso bonario, sornione. Ad accoglierlo, una cospicua folla, una folta rappresentanza della stessa parrocchia di S. Vincenzo e S. Martino, stipata nei piccoli locali. A presiedere il parroco, padre Carmine Ascoli. Sono emerse dal proficuo confronto aspettative e attese, sia spirituali – soprattutto – che materiali. Ha preso la parola padre Carmine, il quale ha illustrato i dieci anni di trasformazione di questa conurbazione, con la presenza sul territorio di nuovi nuclei familiari, che adesso ammontano – nella sola frazione di S. Vincenzo – a circa quattromila residenti. Da alcuni mesi a S. Vincenzo opera un consiglio pastorale e un consiglio per affari economici; le particolarità di questi organi sono poi stati presentati – mediante proposte contenute nelle diverse lettere di benvenuto all’importante ospite, da parte dei gruppi ecclesiali – in primis da Virginia Moscariello, Stefania De Sio, Maria Giovanna Ferrentino, Lucia Caliendo ed altri esponenti dei “reparti” che gravitano attorno alla parrocchia. Tutti i gruppi hanno fatto il punto sul fatto che S. Vincenzo e S. Martino siano una parrocchia in crescita, con tanti progetti in corso d’opera, in modo da poter avvicinare i fedeli al messaggio evangelico. Ad esempio sono stati opportunamente ricordati i circa centocinquanta battesimi negli ultimi tre anni, i momenti di festa preparati appositamente e non frutto del caso, il seguire l’orientamento diocesano proposto nel piano pastorale a tema: “Ripartire da Cristo”. Tre, per ciò che concerne questo piano pastorale, sono le fasi che la diocesi intende perseguire e che sono state puntualizzate così: ritorno alla fede vissuta, vivere (appunto) la stessa fede come figli di Dio, seguire i dettami del piano pastorale. Anche se il cammino verso l’impegno cristiano è denso di ostacoli, le indicazioni di Moretti saranno rispettate; a tal proposito, si è già partiti – sempre in queste realtà – con il motto (slogan) “Che cercate?”. Nell’ambito dei prossimi anni ci si soffermerà su altre frasi contenute nel Vangelo, sempre riguardo la sequela di Gesù. È stato fatto presente al vescovo il considerevole “problema” degli spazi mancanti per lo svolgimento migliore delle attività parrocchiali previste e anche il “problema” di una nuova chiesa. Dopo che ogni responsabile ha parlato della specificità del proprio ambito di appartenenza (catechisti, apostolato della preghiera – che nel 2013 vivrà il centesimo anno di esistenza a S. Vincenzo – ed altri) sono state avanzate proposte realmente innovative, ad esempio quella, approvata da Luigi Moretti, di creare un gruppo di supporto alle famiglie, per essere per loro un valido punto di riferimento. Ed ecco, per la cronaca, ciò che ha espresso Luigi Moretti, esprimendo la sua contentezza per ritrovarsi in una parrocchia “con molte peculiarità” – come egli stesso ha affermato. La provocazione del nostro arcivescovo è stata ed è quella di “rimettere al centro dell’attenzione la figura di Gesù”, poiché “occorre conoscere Cristo per farlo conoscere.” “Lo sforzo vero – ha dichiarato Moretti – non è quello di creare clienti che chiedono solo documenti per il battesimo o per il matrimonio, ma di creare dei soci, veri membri.” “Non serve – ha proseguito – fare discorsi funzionali, quanto piuttosto rendere le famiglie protagoniste. È questa – ha detto – l’esigenza prioritaria.” Anche l’ospite della serata ha ribadito che “è necessario un gruppo di animazione familiare” e ne ha anche connotato le caratteristiche. La famiglia, insomma, al centro di una vera e propria “emergenza educativa”, proprio perché S. Vincenzo aspira ad aprirsi e a divenire accogliente per nuove persone. Il presule ha parlato della “dimensione umana” che la fede deve esaltare, calata essa fede nella vita e come Gesù incarnato. Tra svariati amarcord ed esempi calzanti, l’arcivescovo Moretti ha anche espresso che “la difficoltà nel fruire delle strutture non deve spaventare, tuttavia occorre essere meno acidi nell’accogliere gli altri.” “La fede fa vivere meglio – ha affermato. È importante, dunque, “creare una rete”, attuare “proposte vere” per sopperire alla mancanza di un “contesto educativo” sereno. Ha indi concluso padre Carmine Ascoli, che ha ricordato al vescovo la mancanza di spazi per svolgere attività educative ma ha colto l’occasione per segnalare – nel contempo – che “nella nostra parrocchia l’inventiva di certo non manca.” Molti giochi, attimi di divertimento e di condivisione, altre manifestazioni sono già stati organizzati grazie all’impegno di tutte le persone che frequentano e anzi vivono l’oratorio. Prima di impostare risposte e di chiudere l’incontro su altre importanti tematiche, sempre ponendo al centro fede e famiglia, il presule ha espresso ottimismo per la riuscita degli intenti della parrocchia, toccando con mano l’attenzione delle istituzioni locali verso la realtà di S. Vincenzo.