Il capitale di Celentano

Angelo Cennamo 

 “La’ dove c’era l’erba ora c’è una città” : è antica l’avversione del molleggiato, al secolo Adriano Celentano, per il capitalismo e per il progresso in genere. “Non lasciano l’erba” cantava il re degli ignoranti, per sua stessa definizione. La sua Milano 

oggi è una sconfinata colata di cemento, e con lei l’Italia intera si è piegata alle logiche del mercato. Le stesse che oggi il cantante poliedrico disconosce per gli altri ma non per se stesso. Dalla via Gluk al teatro Ariston, l’Adriano nazionale di strada ne ha fatta. La notizia del giorno, infatti, è che Celentano parteciperà al festival di San Remo e lo farà per la modica cifra di 750.000 euro, 300.000 a serata. il compenso, che di questi tempi stride e non poco con lo stile di un paese al quale, suo malgrado, è stata imposta una sobrietà infelice, non gli sarà pagato per la conduzione della kermesse, ma per delle singole apparizioni ( tre in tutto) di 25 minuti l’una. Cosa c’è di male? Nulla : è il mercato bellezza! Celentano avrà tanto perchè la stessa Rai riavrà tanto in termini di pubblicità. “Là dove c’era l’erba ora c’è una città” : buon per te, caro Adriano.

Un pensiero su “Il capitale di Celentano

  1. @Angelo:

    ma difatti la cosa curiosa è: perché è imposto il pagamento del canone se si fanno tanti soldi con la sola pubblicità?

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