Se queste sono le liberalizzazioni
Liberalizzare i mercati, per chi crede che il capitalismo sia l’unico vero modello di emancipazione sociale capace di contrastare la povertà e la stagnazione economica, è la migliore soluzione contro la crisi in atto. Bene ha fatto, allora, il professor Monti a scuotere l’albero della conservazione e dell’immobilismo, che pochi governi, fino ad oggi, si erano preoccupati di abbattere, temendo forse di disturbare i propri elettorati di riferimento. Tuttavia, l’impressione che si ha, leggendo le numerose norme di quel decreto, così atipico ed innovativo per la vastità e la complessità delle materie trattate, è che la montagna dei tecnici bocconiani abbia, alla fine, partorito un topolino. E la considerazione montiana secondo cui le misure introdotte possano incidere per il 10% sul pil, sia tutta da verificare. Nei giorni scorsi aveva suscitato molte polemiche il metodo con cui il governo aveva introdotto il tema delle liberalizzazioni : sembrava che tutto dipendesse e si risolvesse con qualche licenza per i tassisti e qualche farmacia in più. Allo stesso modo, aveva destato grande sconcerto l’interessamento dei tecnosovrani per gli edicolanti, colpevoli di vendere l’unica merce per la quale è concesso loro di esistere : i giornali. Per non parlare dei notai, divenuti “casta” solo per l’ignoranza e la disinformazione di chi crede nell’obbligatorietà dei rogiti nella compravendita degli immobili. E infine gli avvocati, condannati ad uno strano lobbismo che, anzichè ridurne il numero, li moltiplica a dismisura, ridimensionandone il prestigio e la qualità. Di fronte ad un quadro così desolante per la fuorviata traiettoria di incidenza, i professori hanno pensato così di ridare ossigeno all’economia con una serie di pannicelli caldi che fanno più rumore che altro. Aumenterà il numero delle farmacie, ma sempre per concorso e sotto la direzione di una misteriosa Authority, cosicchè lo ius succesionis resterà inalterato. Avremo 500 notai in più, ma, essendo rimasti senza un euro, ci limiteremo a leggerne i nomi esposti sulle targhe giù ai portoni dei palazzi. Potremo risparmiare qualche centesimo facendo montare sulle nostre auto delle scatole nere, modello “Costa Concordia”. I milionari potranno farsi accompagnare in taxi da Roma a Cosenza, andata e ritorno, perchè il limite della territorialità è venuto meno. E chi andrà dall’avvocato avrà la facoltà di farsi fare un preventivo, cosicchè la scelta del legale dipenderà dalla convenienza e non più dalla fiducia (intuitus personae), come è sempre stato dai tempi di Cicerone. Cosa manca allora? Mancano le liberalizzazioni, quelle però autentiche e davvero utili alla crescita dell’economia : una pressione fiscale umana e sostenibile che non gravi per il 68% sul groppone degli imprenditori, costringendoli al suicidio. E l’abrogazione dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori, diventato oramai un freno inaccettabile alle assunzioni da parte di moltissime aziende, le quali sono spesso condannate al fallimento o ad un perdurante nanismo che le costringe a non assumere più di quindici dipendenti per paura di non potersi più liberare di quelle assunzioni nei momenti di crisi. Se davvero il professor Monti crede nel liberalismo e nel funzionamento dei mercati, lasci perdere allora le aspirine, i taxi e i preventivi degli avvocati, e si concentri piuttosto su queste priorità. Ma lo faccia subito, perchè lo spread – che con al governo Berlusconi non era affatto un dettaglio – non gli concederà altro tempo.
@Angelo:
Io l’avvocato lo scelgo per l’esperienza, non per il costo o il partito per cui vota: non capisco come un esercito di ragazzi (i nuovi immessi nella professione) possa essere competitivo abbassando il prezzo di una prestazione. Ho avuto l’impressione che si voglia spingere per la creazione di studi legali sul modello di quelli americani o inglesi (grandi studi con molti avvocati giovani e meno giovani).
allora angelo lo spread e veramente in fase calante. se fai una proiezione della curva dell’ultimo mese ti renderai conto che la curva tende decisamente al basso. potrebbe, secondo alcuni analisti, scendere già in settimana sotto quota 400. quindi primo assunto il problema era b. e il suo governo.
per quanto riguarda le liberalizzazioni, non condivido il tuo atteggiamento “si poteva fare altro”, sembra che in qualche maniera, dopo aver difeso la vergogna e il niente, tu voglio sminuire i pur piccoli (?) progressi e fatti.
secondo assunto poco è meglio di niente.
nel merito sono contento che il monti ti abbia smentito sulle parafarmacie e ha di fatto liberalizzato le farmacie.
secondo me nonostante il tuo incredibile menare gramo, io che comunque non sono d’accordo nemmeno con monti, ma per motivi diversi dai tuoi, qualche effetto queste liberalizzazioni avranno.
Monti parte con il “peccato originale” della riesumazione della ingiusta (secondo me) ici/imu sulla prima casa. Ha tentato di migliorare con il decreto sulle liberalizzazioni, alcune invero timide (notai, farmacisti ecc.) altre con un prosieguo più ampio, come ci si aspetta.
Forse non poteva fare di più; è un discorso comunque avviato ed un giorno, forse, avremo, finalmente, le liberalizzazioni di tutte le categorie accessibili soltanto per competenza, titoli e capacità. Saranno, appunto, le capacità, o dovrebbero esserlo, a fare la differenza, mentre per le grandi liberalizzazioni attendiamo un cambio a livello parlamentare con persone che non blocchino tutto per i loro limitati interessi/orizzonti, meglio personalità in minor numero, ma con il cuore e la mente rivolti a risolvere i problemi del paese e vivere una vita degna. C’è ancora soddisfazione a fare le cose per bene ed esserne orgogliosi.
@michelezecca:
trovo riduttivo dare la colpa a Berlusconi per quanto concerne la questione dello spread, che è stato bello alto improvvisamente per poi calare anche durante il periodo in cui c’è stato Monti.
Vorrei ricordare a Michele che, nei tre anni del governo Berlusconi, lo spread toccò mediamente quota 160. E che solo dal mese di agosto 2011 schizzò a 500.
Quelle che Monti chiama liberalizzazioni sono solo degli amplimaneti di piante organiche, come ha scritto Feltri. Il pil el paese non cresce con i preventivi degli avvocati e con le licenze dei taxi. Quanti, tra voi, prendono regolarmente il taxi?
L’Italia che vedo io è un’altra : dei poveri Cristi stanno bloccando le autostrade perchè l’aumento della benzina e le tasse stanno uccidendo loro e le loro famiglie. Dov’è la Camusso?
Il paese può crescere in un solo modo : meno tasse e flessibilità in uscita e in entrata nel mercato del lavoro. Tutto il resto è fuffa.
AC
spiegare quello che si scrive, fare del dibattito sul computer, è, per me, come occupare troppo spazio. togliere spazio agli altri e, un poco annoiare. detto questo, caro billy, ma tu hai mai visto fascisti su marte?
se lo spred è schizzato con quel governo e con quella virulenza, secondo voi che significa?
ora mi venite a proporre la media?
guardate che nella media mussolini ha fatto faville! e pure stalin e pol-pot.
5.000 farmacie in più è un qualcosa di geniale. in questa maniera si è superata l’idea della liberalizzazione parafrmaceutica, si è rotto un diritto “feudale” uno jus inspegabile. con questa semplice operazione si sono creati almeno 15.000 nuovi posti di lavoro.
lo stesso dicasi dei taxi, che per inteso non si possono toccare perchè votano a destra, che nelle grandi città sono remunerativi e carenti, e laprova del nove è rappresentato proprio dalcosto della licenza.
è caro billy, che vi siete così abituati al refrain sui fannulloni pubblici, articolo 18, brunettate e gelminate varie che anche una minima innovazione vi sembra assurda. appunto fascisti su marte.
@michelezecca:
Michele, ‘Fascisti su Marte’ è una cosa geniale inventata da Corrado Guzzanti: se ti riferisci ad altro, non lo so, ma se il riferimento è quello onestamente non capisco cosa c’entri in questo contesto. Ma poi, la cosa curiosa è che io non sono né contro l’innovazione, né contro le liberalizzazioni (né ho mai votato centrodestra): ho solo detto che lo spread ha a vedere molto più con la crisi internazionale che con Berlusconi. Lo spread sotto Monti in certi giorni è andato ben oltre 500 (anche quasi 540) ed è oramai evidente che non ci sia relazione alcuna tra questo dato e chi siede al governo: i problemi del nostro paese sono il debito pubblico, l’evasione totale, le tasse impossibili per le imprese oneste e la conseguente decrescita di occupazione e investimenti. Se vuoi dire che Berlusconi non ha badato troppo ai conti durante nessuno dei suoi governi, ti seguo. Se vuoi dire che è meglio un governo che dia almeno l’impressione di avere le idee chiare sul da farsi e non si dichiari ostaggio del ministro dell’economia, anche. Ma ‘sta cosa dello spread, per carità…