Chiesa ed omosessualisti, protocollo d’intesa impossibile
Il titolo dell’articolo è provocatorio ed utilizza un termine molto in auge negli ambienti politici, ovvero “protocollo d’intesa” che, nella logica dell’arte del governo, sta ad indicare una sorta di preliminare scritto o verbale che anticipa accordi futuri, dipende dai casi e dalle forme. Sta accadendo, ormai da anni, che gli omosessualisti, forti di una controversa risoluzione dell’OMS che ha derubricato l’omosessualità dai manuali di psichiatria e forti della potenza mediatica blasfema e pilotata, tentano in tutti i modi di delegittimare la Chiesa delle autorità morali che ad essa sola competono da millenni. La Chiesa, che è società visibile, religiosa e gerarchica fondata da Cristo e da Lui organizzata come Suo Corpo Mistico, chiama incessantemente i fedeli, mediante il Vescovo di Roma – Vicario di Cristo – e mediante gli altri istituti santificati e diretti dalla medesima Gerarchia, alla santità, all’umiltà, alla cattolicità, all’apostolicità ed alla romanità.… Analizzare dettagliatamente i compiti della Chiesa è argomento impossibile in un piccolo articolo, ma mi preme far presente ai lettori, credenti e non, che vi è un vocabolo ormai andato in disuso, ma che è pane dell’uomo e della vita: santità. La santità sta all’uomo come il cibo sta all’apparato digerente e, partendo da questo semplice esempio di equivalenza, è opportuno sapere che il termine santità non è riferito solo al Pontefice, come molti credono, ma è la perfezione dell’uomo, che prelude alla beatitudine sperata come piena, stabile ed eterna adesione dell’anima alla volontà di Dio, derivata dalla visione beatifica; quella possibile nel tempo è la santità iniziale ed in via di sviluppo nel credente quale membro della Chiesa, animata dallo Spirito Santo e attiva mediante i suoi riti sacri. La santità assoluta è quella del Cristo, ricco di una grazia infinita per l’unione ipostatica e la dignità di Capo e Salvatore del Corpo Mistico. Dalla Sua santità deriva quella che rende la Chiesa non solo «santificante» in virtù della sua struttura, dei suoi poteri, del suo culto, ma anche santa di fatto per l’abituale corrispondenza alla grazia di una vasta, nutrita (anche se ignorata) porzione di fedeli, che arricchisce il deposito dei suoi meriti per la conversione dei peccatori e la salvezza del mondo. Si allude a quella oscura moltitudine di anime che, condividendo la perpetua agonia di Cristo, partecipano in grado eminente alla «liturgia sacrificale» celebrata su tutti gli altari e ne diffondono i precetti (santità anonima) (Cf. De perfectione vi-tae spiritualis; De duobus praeceptis caritatis). Come fa la Chiesa ad essere garante di santità? Ovvero, come fa la Chiesa a definire ciò che è giusto da ciò che è sbagliato? Ovvero, come fa la Chiesa a dire se “fai così” sarai salvo, mentre se “fai così” sarai condannato? La Chiesa, investita di Spirito Santo, diffonde il messaggio inalterato di Cristo mediante il Magistero, che ha origine principalmente orale affidata da Cristo, «Parola Incarnata», alla Chiesa nei suoi ministri per comunicare il contenuto della Rivelazione pubblica quanto alle verità da credere e ai doveri da compiere in ordine alla salvezza eterna. Alle origini, il magistero degli Apostoli inaugura la Tradizione della «Parola di Dio», che poi, essendo stata scritta, ci ha dato i libri del Nuovo Testamento. Il Magistero può essere esercitato mediante una duplice forma: una solenne ed una ordinaria. La prima è esercitata personalmente dal Papa quando parla «ex cathedra», e dal Concilio ecumenico che sentenzia sotto la sua presidenza… La seconda consiste nel magistero dell’episcopato cattolico disperso nel mondo, che svolge la sua missione in sintonia col Vescovo di Roma (LG 25; D-S 3011). In entrambe le forme, il Magistero, contenuto nei limiti di un’interpretazione autentica della parola di Dio in materia di fede e costumi e valido per tutti i credenti, non può non essere infallibile in quanto continua l’opera illuminante del Verbo, suprema e assoluta Fonte di verità e di certezza. Se per assurdo tutta la Chiesa (Pastori e fedeli) cadesse in errore per un solo momento, l’opera redentrice del Cristo risulterebbe vana, pertanto, menzognere dovrebbero ritenersi le sue promesse di assistenza. Da dove nascono le derive omosessualiste e le pretese di giustificazione dell’omosessualità? Dalle erronee esegesi fatte in maniera fraudolenta od involontaria, involontarietà dovuta all’ignoranza. L’esegesi è l’arte di applicare le regole d’ordine logico e teologico stabilite dall’ermeneutica per conoscere il senso della parola di Dio. «Nessuna Scrittura profetica — ammonisce S. Pietro – va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio» (2Pt 20). – Contro il principio protestante del libero esame, il Magistero ha ripetutamente rivendicato a sé la missione e il diritto di spiegare il vero senso della Parola di Dio. Per approfondimenti si leggano: Conc. di Trento, D-S 1507; Pio IV, Iniunctum nobis, iv., 1863; Benedetto XIV, iv., 2538; Conc. Vaticano I, iv. 3007; Leone XIII, Providentissimus Deus, iv., 328 ls; S. Pio X, decr. S. Off. Lamentabili, iv., 3401-3408; Conc. Vaticano II, DV 10, dove conferma e riassume quanto segue. «L’ufficio poi d’interpretare autenticamente la parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo magistero vivo della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo» (Cf. iv., 12). Il Dizionario del cristianesimo, in merito alla perversa pratica del sesso contro natura, si esprime come segue: Attrazione erotica verso individui del medesimo sesso. Una delle aberrazioni dell’istinto sessuale, fatto patologico, ma anche vizio derivato da eccessi di libidine che hanno finito col pervertire l’ordine della natura per trarne l’ultimo residuo di piacere ancora possibile… Anomalia frequente in ambienti raffinati dove il lusso degenera nella mollezza e nella licenza più sfrenata. Si tratta del «maximum peccatum inter species luxuriae» (S.th., II-II, q.154, a. 12, dove si cita S. Agostino, De bono coniugii, 8, PL 40, 379; iv., 11, iv. 382; Confess. III, 8, PL 32, 689). MAXIMUM PECCATUM INTER SPECIES LUXURIAE, ovvero il ” peccato più grande – grave – tra le specie della lussuria, dove per lussuria, si intende uno dei sette vizi capitali consistente nella brama disordinata del piacere sessuale. Il gravissimo peccato che ne consegue, ostativo per l’accesso al Regno dei cieli, contrasta con il finalismo della natura che, come previsto da Dio, subordina il piacere derivante da atti sessuali solo ed esclusivamente alla legge dell’amore fecondo, lecito unicamente nel contesto della sfera coniugale (S.th., II-II, qq. 153-154). Se volessi addentrarmi ulteriormente nella tematica omosessualista, dovrei scrivere centinaia di pagine ma, se Dio vorrà, entro fine 2012 sarà edito da una delle più prestigiose case editrici cattoliche il testo “Omosessualità, omosessualismo ed omofobia” che sto scrivendo a quattro mani con Don Marcello Stanzione. Si sappia, in conclusione, che l’omosessualità praticata ed ostentata (omosessualismo) è atteggiamento sconveniente, sgradito a Dio e privante di ogni Grazia santificante. Se qualche prete, vescovo o fosse anche cardinale, vi dice l’opposto, questi si colloca nell’ambito del protestantesimo, quindi si esclude dalla Verità che è detenuta solo ed esclusivamente dalla Chiesa romana, santa, cattolica ed apostolica. (in altri articoli vi ho già parlato di questo argomento). Il “protocollo d’intesa”, quindi, c’è fra la Chiesa e l’omosessuale, a cui si chiede castità, preghiera e penitenza, a cui vengono affidate, per dovere di evangelizzazione, adeguate cure pastorali ed il giusto rispetto che si deve ad ogni essere umano. L’omosessuale, pur vivendo un forte dramma interiore, secondo la Chiesa deve, per riconciliarsi con Dio, superare le sue pulsioni e concupiscenze e vivere castamente la sua Croce.
Dialogo fra Chiesa ed omosessualismo (ostentazione della pratica omosessuale propaganda gay) è fuori ogni logica santificante ed è non approvabile e non accettabile. Neanche il Papa può, per assurdo, approvare l’omosessualismo.