Le emozioni del nuovo anno

Giovanna Rezzoagli

La notte del trentuno dicembre è tra le più attese dell’anno, nonché tra quelle su cui vengono riversate tante aspettative e tante speranze. Un anno si chiude, inevitabilmente, tra alti e bassi per tutti, con tutte le emozioni che ne derivano. Già, le emozioni, i colori della vita. Sono proprio loro a darci energia e a motivarci, nonché a deprimerci ed intristirci. Le emozioni, da cui dipendiamo molto più di quanto non si immagini comunemente e che ci condizionano ben più pesantemente di quanto non ci si accorga. Un bilancio dell’anno che si chiude è quasi scontato per molti. Ma, poiché il passato non si cambia, ecco che si carica di attese l’anno che inizia. Dagli albori della propria esistenza, l’homo sapiens sapiens ha necessitato di porre in essere rituali di comportamento al fine di affrontare al meglio i cambiamenti. Non a caso si parla, in contesto psico-sociale, di “dramma del cambiamento”. La grande incertezza che viviamo quando cambia la nostra esistenza “deve” essere affrontata per abbassare il livello di ansia che ingenera in ciascuno di noi. Dodici mesi sono tanti, sono lunghi, niente di meglio di un “rituale propiziatorio” per incrementare l’emozione della speranza che trascorrano apportando lieti momenti. La notte di Capodanno, sostanzialmente, questo nasconde dietro al cenone e alle toilettes sfavillanti. “Dimmi come festeggi e ti dirò chi sei”, si potrebbe affermare. Ma agli occhi di un Counselor, si spera attento, assume più valenza formulata così :”Dimmi come vivi la festa, e proverò a capire le tue emozioni”. Le mille sfumature delle emozioni, da quelle più intime connesse alla propria vita, a quelle più esteriorizzabili, connesse al proprio mondo sociale, colorano la notte di San Silvestro. Ci sarà chi vorrà lasciarsi le difficoltà alle spalle per una notte “folleggiando”, per poi risvegliarsi in un mattino ancora più squallido; chi desidererà chiudersi in casa con la propria solitudine resa più assordante dal rumore della festa, e chi godrà la semplicità di una notte come tutte le altre, vissuta con la fortuna di trascorrerla con i propri affetti, per un’altra volta ancora. L’essenziale sarebbe non lasciarsi condizionare dalla superstizione o dalla voglia di stupire assumendo comportamenti ad alto rischio come far esplodere fuochi artificiali pericolosi “per ammazzare l’anno vecchio” e tutti i dolori che lo hanno accompagnato. Tra l’altro, val la pena sottolineare che per la prima volta molti comuni hanno vietato botti e spari per tutelare anche gli animali che, più saggiamente di noi, non si lasciano condizionare dalla paura del domani. Un domani che arriva perché, forse unico vero giustiziere dell’esistenza, il tempo non si ferma mai per nessuno. Eccolo, il vero dramma con cui ci dobbiamo relazionare insieme all’anno che inizia: la consapevolezza che un altro anno è passato. Come una pagina di libro appena voltata, è storia già scritta. Come una pagina di libro da leggere, l’anno che inizia è tutto da scoprire, da vivere. L’augurio più sentito da porgere è, a mio avviso, proprio questo: viverlo, questo nuovo anno che arriva, nel bene e nel male con la piena consapevolezza di non perdere un solo istante del suo tempo.