La caccia, barbarie senza fine!

Giovanna Rezzoagli

Questo anno 2011 verrà ricordato come uno dei più difficili a livello internazionale, per svariati motivi. A molti potrà sembrare riduttivo affrontare in uno scritto l’annosa questione dei diritti degli animali, costantemente calpestati e violati nella maggior parte del mondo, in un momento in cui i problemi sono tanti per gli umani, eppure io sono fortemente convinta che la sensibilità verso la sofferenza di tutti gli esseri senzienti sia necessaria e propedeutica al necessario cambiamento morale che servirà a costruire tempi migliori. In questi giorni natalizi, in cui ridondano ovunque richiami all’essere più buoni e generosi e via discorrendo, in cui abbondano in tv i film in cui i dolci protagonisti sono proprio gli animali, arriva dalla Gran Bretagna la proposta di riaprire la loro “tradizionale” caccia alla volpe. Soppressa dal 2005, qualcuno ha pensato bene di rispolverare quest’ennesima espressione dell’umana barbarie. Proprio nell’anno in cui due regioni spagnole hanno abolito la crudele corrida, in cui in Italia la coraggiosa ex ministro Michela Vittoria Brambilla ha avuto il fegato di dare voce ai tanti animalisti chiedendo l’abolizione dei vari palii estivi e tanto si è prodigata per la chiusura dell’allevamento dei cuccioli beagle destinati alla vivisezione a Montichiari (BS), questo passo indietro inglese è doloroso. Chi non si pone più di tanto il problema della sorte degli animali, men che meno se lo vuol veder posto sotto le feste, in genere pone l’obiezione che gli animalisti tendono ad antropomorfizzare gli animali, conferendo loro sentimenti tipicamente umani. Come se i sentimenti fossero umana prerogativa. Nulla di più falso, provato anche a livello scientifico, in ultimo con un esperimento che dimostrava l’esistenza di una forte solidarietà tra i roditori. In Italia cresce il dissenso contro la caccia, ma la lobby dei cacciatori rimane forte e coesa. A coloro che condividono il dispiacere di fronte alla dolorosa esistenza di molti animali resta forte la speranza che le nuove generazioni siano molto più generose di quelle che si stanno esaurendo, anche in Gran Bretagna.

2 pensieri su “La caccia, barbarie senza fine!

  1. Fino a qualche anno fa non avevo mai visto una volpe scorrazzare liberamente e senza timore eccessivo di fronte alla presenza ravvicinata di un presunto “uomo selvaggio…”. L’animale trangugiava tranquillamente la frutta caduta dai soprastanti alberi e non si curava della mia ravvicinata presenza da dove la osservavo con grande meraviglia e di grande ammirazione per la sua bellezza austera che imponeva rispetto solo a guardarla. La volpe in quel luogo era assolutamente nella più sacrosanta ragione perché era consapevole di trovarsi , con diritto, in uno spazio ritenuto di proprio habitat . Mi trovavo , in quel mese di agosto, in una villetta situata in una tra le splendide collinette di Soverato (Calabria ) e vedendo quella volpe gironzolare sotto gli alberi di frutta, mi venne voglia di avvicinarmi con un piccolo passo alla volta verso l’animale, ma la graziosa volpe ( più furba di me) faceva anch’essa altrettanti passi onde mantenere la dovuta distanza. Era davvero una scena comica. Alla fine, per non disturbarla troppo, rientrai nella mia stanza .
    Credo “però” che non bisognerebbe sconvolgere l’equilibrio naturale della Terra perché, non voglia Iddio aumentasse di numero una sola specie vivente, sarebbe il primo passo verso la fine del mondo. Sono certo, Dottoressa Giovanna , che ella abbia letto da qualche parte che, nel recente passato vi sono state grandissime invasioni di grilli in alcune zone dell’America del Nord che , per mancanza di altri animali che li distruggevano in parte, finì che i grilli aumentando paurosamente di numero invasero e avanzarono su chilometri e chilometri di vegetazione rasando al suolo ogni filo d’erba e piante che vi si trovavano lungo il loro avanzare. Per questo motivo ci vuole , per il bene di tutti, equilibrio, ma , nel contempo, tanto amore per gli animali.
    Cordialità. Alfredo

  2. Carissimo Alfredo, come sempre Le sono molto grata per i Suoi sempre interessanti interventi. Anche io ricordo di aver visto numerose volpi, nel paese dove sono cresciuta. Ne ricordo una bellissima dal mantello grigio argento, io avrò avuto tre anni, ma la meraviglia di vedere da vicino quella splendida creatura la ricordo come se l’avessi ora davanti agli occhi. Ricordo con molto più sgomento gli spari che ogni settembre iniziavano a risuonare ogni anno. Per un disgustoso scherzo del caso, spesso proprio il giorno del mio compleanno. Trovo estremamente vero quello che Lei osserva, quando afferma che allorquando una specie si moltiplica a scapito delle altre, la natura si ribella. E’ quello che sta già succedendo, visto il grande numero di essei umani e l’enorme impatto ambientale dell’antopizzazione. Certo, il fenomeno è evidente se si guarda in un lasso di tempo lungo, ma sono molti gli studiosi che ritengono che le risorse del nostro pianeta presto non basteranno più per i sette miliardi di esseri umani. Ecco perchè aver cura della natura, sapendo di essere suoi ospiti al pari delle altre creature, e non suoi dominatori, è un necessario passo per garantire la sopravvivenza di tutti.
    Cordialmente.
    Giovanna

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