I soliti tartassati: Italiani indignati per il salasso di fine anno
Giuseppe Lembo
Il 2011 è un anno supernero per il popolo italiano; un anno amaro per il tradimento che riguarda i “soliti tartassati”: pensionati, operai, classe media e mondo giovanile senza futuro, per effetto dei tanti ladri di futuro che da decenni hanno tradito i giovani italiani, ormai senza più né arte, né parte ed assolutamente in balia di se stessi, rifiutando tra l’altro lo studio, il lavoro, la formazione. Gli italiani non si aspettavano di arrivare a tanto e così in basso; il mondo politico, da destra, da sinistra e dal centro, ha affossato il futuro italiano, consegnandolo oggi, nelle mani dei suoi veri nemici che appartengono a quel mondo economico e della finanza che agisce unidirezionalmente, attraverso i suoi tecnocrati e le sue menti pensanti legate ai poteri forti, per obiettivi precisi che riguardano molto il profitto, la ricchezza ed assolutamente poco la gente, sempre più dai diritti negati. Gli italiani virtuosi, laboriosi, orgogliosi di essere italiani, creativi e protagonisti di mondi nuovi e di azioni di sviluppo in tutto il mondo in cui da tempo vivono, oggi, nel nostro Paese, sono diventati i grandi tartassati; tanto, per il tradimento di una casta politica che, vista la mala parata, pensando di potersi salvare e così continuare a fare gli affaracci propri, si è autosospesa, mettendosi da parte e lasciando così che il consiglio di facoltà della Bocconi, maestra di economisti, prendesse le decisioni amare di “tartassare gli italiani onesti”. I calcoli politici e dei tecnocrati, per altro gerontocrati, data la loro età avanzata, sono calcoli assolutamente sbagliati e sballati. Gli italiani, ormai liberi dai vincoli politici imposti da una casta inaffidabile, impegnati in una forte protesta radicale pacifica, gridano ad alta voce “basta”. Lo gridano in modo forte contro chi egoisticamente li ha traditi; lo gridano a viva voce, per dire di non essere più disponibili ad essere merce di scambio, per affari di caste privilegiate, sempre più avidamente assetate del sangue dei poveri che succhiano in modo insaziabile da veri e propri vampiri, ossia da uomini violenti contro uomini inermi, bravi nella moda degli appelli, dei proclami di tutto ed il suo contrario. Stanchi delle ovvietà, per cose serie e condivisibili da tutti, vari soggetti della società civile, della cultura,del mondo produttivo, hanno deciso di uscire dal loro tradizionale silenzio e far sentire la propria voce, da sempre afona ed incomprensibile a quei poteri forti della politica che proprio non gradiscono più di tanto di interloquire e/o di ascoltare voci per i lor signori, stonate e di disturbo per le decisioni e le scelte importanti che hanno già la strada segnata ed è quella e solo quella e non altre. L’Italia si sta mangiando un bel pezzo del suo futuro; i ladri di futuro che sono sempre più annidati nelle forze della rappresentanza fortemente invecchiata, ogni giorno che passa proditoriamente agiscono contro il bene comune e soprattutto contro il futuro dei giovani, frastornati per essere stati messi d’ufficio nell’angolo e non contano niente, ma proprio niente. Questa situazione cresce di intensità e si va diffondendo a macchia d’olio; molti della società civile cercano di tenere in piedi e coprire le magagne di un sistema sempre più difficile da tenere in piedi. In primo piano, oltre gli apparati ed i loro cortigiani, c’è un mediatico invasivo e gran parte della stampa che, dimenticando il suo “nobile” ruolo di comunicazione autentica si è imbastardita e ha trovato conveniente puntellare i poteri forti, svolgendo un ruolo di sostegno al loro indecente potere che si traduce in un crescente di “azioni contro” la gente comune, in grave crisi per le sempre più difficili condizioni di vita al limite della sopravvivenza. Un ruolo da cui nessuno può scappare è quello dei mercati, sempre più bestie feroci, ma utili. Il nostro governo dice di lavorare per i cittadini (c’è da dubitarne) non per i mercati, fatti di tanti nemici invisibili, investitori umorali che la fanno pagare, inserendo, da sciacalli, quando vogliono, elementi speculativi, con conseguenze tragiche soprattutto per i più deboli. Perché, nel nostro Paese, da tutti sedotto ed abbandonato, non si è intervenuti a ridurre il costo della politica e le ancora tanto indecenti situazioni di privilegio delle caste? Il vero costo della politica italiana è soprattutto quello di decenni di un corso di potere che ha guardato solo a se stesso e non al mondo dei giovani. Altre iniziative; altri provvedimenti. Oggi si toglie il pane. Agli italiani si lascia forse solo l’acqua da bere. L’economia italiana è un’economia ormai frenata. Tanto è dovuto al fatto che viviamo in una situazione politica fortemente stressata; è a rischio collasso come l’euro e come quel nocciolo duro di quell’insieme sociale che ormai non regge più, perché privo della spinta necessaria al cooperare ed al pensare al futuro, come progetto condiviso fatto a più mani; il futuro è di tutti, per cui ciascuno deve saper attivamente fare la sua parte. Abbiamo una situazione politica caratterizzata da crescenti incertezze; c’è diffidenza diffusa; c’è profonda ostilità; c’è un continuo guerreggiare degli uni contro gli altri. Le diverse parti politiche non si considerano avversarie l’una dell’altra, ma nemiche; nemici da combattere e da annientare. L’attuale governo italiano fatto di tecnici è una grave anomalia; è un governo ad alto rischio. Nella fossa dei leoni della politica-potere, ormai spogliata delle sue prerogative di rappresentanza, potrà trovare il suo fine corsa in ogni momento, in ogni scelta o decisione non condivisa, in quanto in contrasto con le proprie opportunità di parte che diventano così la causa scatenante per staccare la spina e porre la parola fine. Ebbene i soliti tartassati, un grande esercito fatto da italiani onesti, indignati, non ci stanno; gridano allo scandalo e non accettano di subire quei salassi insopportabili che il serafico Monti con la mediatica lacrimuccia del suo Ministro del welfare Elsa Fornero (per altro fortemente dimagrita con l’effetto devastante per la sua salute conseguente al dolore di dover “tartassare” gli italiani). Gli italiani onesti sono indignati e dicono basta. Non è possibile che il Paese in cui viviamo, sia un Paese nemico del suo popolo tradito, maltrattato, offeso da una politica messa in piedi da una casta violenta, interessata solo a difendere il proprio futuro di superprivilegi a vita, in forte contrasto con i diritti di chi dovrebbe sopportarne il peso. È un’infamia; è un tradimento. La nobile arte della politica sovrana, espressione del vivere democratico di un Paese apparentemente democratico come il nostro non ha o meglio non dovrebbe avere questi fini. Sono crescenti, contro gli interessi umani della gente, i privilegi; è crescente quel potere di casta che bada solo a se stessa. Sconfessando il giornalista Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera, a proposito del basso profilo culturale di chi usa il punto esclamativo, come rafforzativo del comunicare, da comunicatore autentico e sensibile ai problemi della gente, non mi preoccupa per niente l’idea del basso profilo culturale, per cui con l’orgoglio del libero pensatore, uso e ne faccio anche abuso del punto interrogativo, per dire con forza, anzi gridare, basta! basta! basta! I soliti tartassati fanno bene ad indignarsi; fanno bene a levare gli scudi ed indignarsi contro un sistema che “uccide” la gente comune, la gente per bene e premia solo le caste ed i poteri forti. Fanno bene a rivoltarsi contro tutti quei riferimenti politici che si sentono traditi e che, in tutte le salse, non li rappresentano più. Fanno bene ad unirsi e ad agire per rottamare una classe politica che ha fatto il suo tempo e non serve che a se stessa; fanno bene a diffidare dei burocrati e dei gerontocrati e cercare vie nuove, mondi nuovi, con aria pulita che deve venire dalla società civile più giovane, più umana, più solidale, più diversificata per professioni e ricerca di un vero cambiamento. Il nostro è un parlamento ormai assolutamente delegittimato; non ha credibilità; non ha la fiducia della gente. Così come è ridotto, è il più delegittimato della storia della nostra Repubblica. Che Repubblica delle banane è la nostra? In che condizioni tristi è stata ridotta questa nostra bella Italia, non più e solo “donna di provincia”, ma “gran bordello”? Che fare? Prima di tutto rientrare nella normalità, spogliando dei privilegi la casta padrona; a giusta ragione, la normale gente italiana a cui chiedono grandi sacrifici, mette alla gogna una casta cricca, fortemente arroccata ai tanti privilegi che non vuole assolutamente mollare e rifiuta di guardarsi attorno per capire in che condizioni di malessere si trova il mondo della sofferenza d’Italia, con un peso enorme di sacrifici sulle spalle e senza futuro; tutto questo, per colpa di un mondo politico di fatto delegittimato e dei poteri forti dell’economia e della finanza, vampiri in agguato pronti a succhiarsi anche l’ultima goccia di sangue degli italiani brava gente, ormai priva di quei diritti di legalità e democrazia su cui costruire il futuro che appartiene a ciascuno di noi. Lo stato oscurantista basato essenzialmente sulla polizia fiscale, in cui è stato ottusamente imbarcato il nostro Paese è, purtroppo, un ulteriore, grave passo verso la fine dell’Italia. È, purtroppo, un vero e proprio crimine, pensare di poter spremere chi non ha. È un imperdonabile errore; è un errore mortale con conseguenze gravi per tutti. Il Paese, senza appello, viene purtroppo distrutto dal disastro annunciato che si chiama recessione, da cui niente e nessuno, così facendo, si potrà salvare. Questa, purtroppo, non è saggezza di quei grandi guri del mondo ovattato dell’economia e della finanza che, per altri fini, si muovono in tutt’altre direzioni. Bene farebbero a pensare allo sviluppo italiano e non sempre solo a se stesso!. È solo la saggezza nuda ed impotente della gente, di chi, pur non sapendo niente di economia e di finanza, si appella alle regole del buon vivere insieme onesto e solidale, affidandosi alla propria coscienza di uomini, capaci di pensare responsabilmente al futuro, fuori dalle diaboliche alchimie di chi pensa di imbrogliare il mondo creando scenari tristi da mondo senza futuro, che può salvare l’Italia, diventando attiva protagonista di un mondo nuovo, con al primo posto l’uomo e non chi usa la propria intelligenza a danno degli altri, a danno dei tanti altri, con in primo piano i giovani senza futuro e traditi dai tanti “ladri di futuro” che egoisticamente in modo miope e disumano, pensano sempre e solo a se stessi.