Valva: Exempla il territorio si fa storie

Procede l’avventura di Exempla il Territorio si fa storie. Dopo Calabritto (AV) e Campagna (SA), il progetto, che intende rilanciare i beni culturali e artistici della Valle del Sele, si trasferirà, Martedì 27 dicembre, nel Comune di Valva (SA) dove verrà data voce a uno dei monumenti più significativi del territorio: la Villa d’Ayala. Sarà, infatti, proprio la nota villa a fare da location a i Luoghi Narranti, le visite guidate attraverso le quali vengono narrate le storie dei Beni da valorizzare. A fare da cicerone tra le mura dell’imponente villa, una voce ormai amica di Exempla, quella del giornalista rai Gianmaurizio Foderaro, affiancato da Ubaldo Falcone, storico del posto, che alle ore 11.00 accompagnerà i visitatori in un percorso tra le bellezze artistiche della Villa, replicando alle 16.00 in compagnia di un ospite d’eccezione: Eugenio Finardi. A partire dalle 20.00, il cantautore milanese terrà, all’interno della Sezione Palcoscenici d’Autore, un concerto nell’Auditorium della villa dove si esibirà dopo l’intervento della Jacopo Napoli Ensemble. Binomio interessante, dunque, quello scelto da Exempla per raccontare il Territorio. Parole e Musica si fondono per narrare le storie del Sele, creando momenti di forti emozioni, che vanno al di là della semplice visita guidata o del concerto. Ed è proprio questa l’atmosfera che si respirava ieri, 22 dicembre, nella seconda tappa di Exempla, svoltasi a Campagna. La Sezione Luoghi Narranti ha visto come protagonista assoluto il Museo Itinerario della Memoria e della Pace. Attraverso   una mostra di pannelli fotografici si è narrata la storia del Campo d’internamento ubicato proprio a San Bartolomeo, oggi sede del Museo, durante il Regime fascista, e ripercorsa la storia di Giovanni Palatucci,  all’epoca Commissario di pubblica sicurezza, responsabile dell’ufficio stranieri della questura di Fiume, che attraverso una fitta rete di aiuti e con il supporto dello zio, Monsignor Giuseppe Maria Palatucci, Vescovo di Campagna, riuscì a salvare migliaia di profughi ebrei dai campi di concentramento duri, conducendoli fino al Convento di San Bartolomeo in un lungo viaggio della speranza, lontano dai luoghi dello sterminio. E proprio questo senso di speranza ha accompagnato l’intero percorso, reso ancora più realistico grazie alle ricostruzioni nei dettagli di una delle camerate del campo e della sinagoga. Ma ciò che forse ha colpito tutti i visitatori, compreso il cantante Ron, che durante la visita pomeridiana ha seguito con molto interesse il percorso, è stata la “Sala dei nomi, la via della fuga”: una camera, le cui pareti riportano i nomi, i cognomi, le date di nascite, i mestieri degli internati e la cui finestra, nel 1943 rappresentò  la speranza, la vita, per molti ebrei che fuggirono sulle montagne prima dell’arrivo dei tedeschi. Quest’atmosfera forte, si è rivissuta durante la sezione Palcoscenici d’Autore, nella cornice della Chiesa della Beata Vergine del Carmelo. Ad esibirsi, la Jacopo Napoli Ensemble, orchestra di giovani strumentisti provenienti da tutta la provincia di Salerno che hanno aperto il loro intervento con il Concerto Grosso di Corelli seguito dall’Ave Maria di Bach, Gabriel’s Oboe, tratta dal film Mission concludendo con il tema Schindler’s List; Alberto Pizzo, giovane pianista e compositore napoletano che ha portato sull’altare della splendida Chiesa le note della Sonata di Scarlatti, il tema di Nuovo cinema Paradiso, Fantasia Napoletana su Era de Maggio, Holy Night, accompagnato dalla voce di Yuky Sunami, e Energye componimento inedito dello stesso Pizzo. A concludere la serata un Ron ancora molto provato dalla visita al Museo della Memoria e della Pace che, come ha dichiarato, ha cantato con un brivido in più, pensando a tutte le storie che le mura dell’ex Convento di San Bartolomeo racchiudevano, alcuni dei suoi più celebri e poetici brani tra cui “Una città per cantare”, “Tutti quanti abbiamo un angelo”, “Piazza grande” e “Non abbiam bisogno di parole”, trasmettendo, per tutta l’ora dell’esibizione, emozioni fortissimi, grazie anche alla voce della corista Piera Pizzi che ha accompagnato il cantautore in questo viaggio all’interno della sensibilità umana.