Salerno: Camera di Commercio, rapporto settore manifatturiero

La provincia di Salerno è la seconda economia della Regione in termini di valore aggiunto complessivo e si caratterizza per una forte vocazione agricola: l’incidenza del valore aggiunto dell’agricoltura sul totale è pari al 4,1%, più del doppio rispetto al dato nazionale e ben più alta anche dell’incidenza riscontrabile in Campania e nel Mezzogiorno. Inoltre, grande importanza ricoprono le costruzioni, soprattutto rispetto alla seconda componente dell’industria: la manifattura. Infatti, se in Italia le costruzioni incidono per il 25% del valore aggiunto dell’industria, nella provincia questa percentuale sale al 38%. In termini assoluti, comunque, i macrosettori che generano maggiore ricchezza per il territorio sono i servizi (78,6% del totale) e l’industria manifatturiera (10,7%).

 

Valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica nelle province

campane, in Campania, nel Mezzogiorno ed in Italia (2009; valori in milioni di euro ed in %)

 

Agricoltura

Industria

Servizi

Totale

economia

Manifatturiero

Costruzioni

Totale

Avellino

211

1055

439

1494

4975

6679

Benevento

195

446

360

805

3205

4205

Caserta

526

1455

969

2424

9243

12193

Napoli

460

4862

2408

7271

35344

43075

Salerno

728

1912

1182

3095

14014

17836

CAMPANIA

2119

9730

5358

15088

66780

83988

MEZZOGIORNO

10153

39011

21625

60637

248322

319112

ITALIA

25084

256794

85932

342726

999917

1367727

 

Incidenze %

 

Agricoltura

Industria

Servizi

Totale

economia

Manifatturiero

Costruzioni

Totale

Avellino

3,2

15,8

6,6

22,4

74,5

100,0

Benevento

4,6

10,6

8,6

19,2

76,2

100,0

Caserta

4,3

11,9

7,9

19,9

75,8

100,0

Napoli

1,1

11,3

5,6

16,9

82,1

100,0

Salerno

4,1

10,7

6,6

17,4

78,6

100,0

CAMPANIA

2,5

11,6

6,4

18,0

79,5

100,0

MEZZOGIORNO

3,2

12,2

6,8

19,0

77,8

100,0

ITALIA

1,8

18,8

6,3

25,1

73,1

100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

 

 

 

Prendendo in esame l’andamento del valore aggiunto per macrosettori tra il 2005 e il 2009, si vede come sia in corso una tendenza verso un progressivo spostamento dell’economia dai settori primario e secondario verso il settore terziario. Il fenomeno interessa tutte le economie moderne, tuttavia si nota che tra il 2008 e il 2009 si sono verificate variazioni più ampie rispetto agli anni precedenti, segno che la crisi economica ha inciso sul tessuto produttivo della provincia. 

 

 

Incidenza del valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica

in provincia di Salerno, in Campania, nel Mezzogiorno ed in Italia (2005-2009; valori in %)

 

2005

2006

2007

2008

2009

 

Salerno

Agricoltura

4,6

4,1

3,9

4,0

4,1

Manifatturiero

11,7

12,4

13,0

12,7

10,7

Costruzioni

7,6

6,7

7,5

7,2

6,6

Totale Industria

19,3

19,1

20,5

19,9

17,4

Servizi

76,1

76,8

75,7

76,1

78,6

Totale economia

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

 

 

Il tessuto produttivo provinciale è largamente imperniato sulla piccola impresa. Infatti, le aziende con meno di 50 addetti producono circa l’80% del valore aggiunto manifatturiero. Sommando il 12,4% realizzato da quelle con meno di 250 addetti – ovvero l’aggregato delle PMI secondo la definizione fornita dalla Commissione Europea – se ne deduce che il 92,1% del valore aggiunto provinciale è realizzato dalle PMI.

 

 

Tab. 5 – Valore aggiunto ai prezzi base del settore manifatturiero per dimensione d’impresa,

nelle province campane, in Campania, nel Mezzogiorno ed in Italia (2007; incidenze % )

 

Piccole e medie impresa

250 addetti e oltre

Totale

 

Fino a 49 addetti

Da 50 a 249 addetti

Totale

Caserta

62,2

8,9

71,2

28,8

100,0

Benevento

88,4

8,3

96,7

3,3

100,0

Napoli

67,4

10,9

78,3

21,7

100,0

Avellino

74,0

11,5

85,4

14,6

100,0

Salerno

79,7

12,4

92,1

7,9

100,0

CAMPANIA

71,0

10,8

81,8

18,2

100,0

MEZZOGIORNO

67,1

11,2

78,2

21,8

100,0

ITALIA

57,7

18,9

76,6

23,4

100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

I dati sulle specializzazioni produttive che caratterizzano il settore manifatturiero della provincia di Salerno, considerando la distribuzione per addetti, indicano due settori dominanti: l’agroalimentare e l’edilizia. Si tratta di settori maturi e spesso a modesta vocazione tecnologica, ma con eccellenze qualitative e competitive di rilievo. Ad esempio, la Campania detiene il 2,1% del commercio mondiale di ortaggi lavorati e conservati e la provincia di Salerno incide per oltre il 90% di tale quota.  La sola industria alimentare assorbe da sola un quarto dei lavoratori della manifattura (circa 5000 addetti). Aggiungendo le costruzioni si arriva ad oltre il 40%. I primi 30 comparti manifatturieri (alla quarta cifra ATECO 2007) per numero di addetti in provincia di Salerno (2008) Le industrie alimentari, in particolare, si confermano come il vero tratto caratteristico dell’economia provinciale e il grado di specializzazione di questo territorio è testimoniato dal fatto che in ben 11 comparti la provincia di Salerno risulta essere più specializzata rispetto alla media nazionale. Il 15% delle imprese manifatturiere salernitane esporta abitualmente e l’incidenza dell’export sul fatturato è pari al 15,2%. Le modalità con cui le imprese salernitane approcciano i mercati esteri sono ancora piuttosto semplici: il 70% si affida alle esportazioni, il 16,7% dichiara di aver sottoscritto accordi di commercializzazione e nessuna delle imprese intervistate dichiara di aver concluso investimenti diretti esteri sottoforma di delocalizzazioni produttive o joint venture. Le ragioni che frenano l’ingresso nei mercati esteri delle imprese della provincia sono riconducibili essenzialmente alla presenza di costi troppo elevati piuttosto che la ridotta dimensione della propria azienda. Il Porto viene considerato fondamentale per lo sviluppo delle relazioni commerciali con l’estero, visto che il 20% delle imprese dichiara di non poter continuare a esportare senza tale infrastruttura. Sono, in particolare, le imprese dell’agroalimentare ad utilizzare il porto, ovvero il comporto che vanta le specializzazioni produttive maggiormente note all’estero. Solo il 7,5% delle imprese manifatturiere partecipa a reti d’impresa e di queste, il 47% fa parte di un Consorzio, il 27% di un gruppo, il 7% di un gruppo europeo di interesse economico e il 7% di una associazione temporanea di imprese. Il principale motivo addotto alla mancata partecipazione a reti d’impresa è la presunta mancanza di vantaggi che tale partecipazione porterebbe. Secondo le imprese, i principali ostacoli al loro sviluppo sono individuabili nei difficili rapporti con il sistema bancario locale (18,5%) o i difficili rapporti con la Pubblica Amministrazione (17%) o i prezzi elevati delle materie prime, dei componenti e dei semilavorati (16,5%). Viceversa, i fattori chiave che hanno determinato il livello di competitività delle imprese è stato il raggiungimento di elevati standard di qualità dei prodotti o dei servizi offerti, l’ampliamento della gamma di prodotti, l’adozione di nuove strategie commerciali e la razionalizzazione dei costi. Per quanto riguarda l’individuazione delle linee prioritarie di intervento, la maggior parte delle imprese ha indicato come azione principale l’agevolazione dell’accesso al credito (46,5%), l’implementazione di una efficace politica industriale, una più agevole partecipazione delle PMI, l’istituzione di un fondo per lo start up di impresa. La maggior parte delle imprese intervistate (43,5%) assegna alla Camera di Commercio un ruolo di consulente o referente per la semplificazione amministrativa. Un 25% auspica una maggiore incentivazione dei Confidi, a conferma del fatto che l’accesso al credito rimane una delle problematiche più rilevanti. Altre attività che le imprese ritengono debbano essere svolte dalla Camera di Commercio sono: promozioni dell’apprendistato (16%); Consulenza per l’apertura di nuove società (12%); promozione dell’innovazione (10,5)%; promozione dell’integrazione con altri settori (10%); Individuazioni di settori di investimento (9%). Questo in sintesi quanto emerge dal “Rapporto sul settore manifatturiero della provincia di Salerno”, approfondimento settoriale realizzato dall’Ente camerale nell’ambito delle attività previste nella veste di Osservatorio Economico Provinciale ed in collaborazione con l’Istituto Guglielmo Tagliacarne.