Salerno: Arci con Senegalesi per dire no al razzismo

Quanto successo domenica a Torino e martedì scorso a Firenze devono indurre tutti a una riflessione che non può esaurirsi nella pur sacrosanta indignazione. Quegli episodi parlano di un imbarbarimento profondo delle relazioni umane, di un malessere sociale che ha superato il livello di guardia. Pesano sicuramente anni di politiche sull’immigrazione, a livello governativo e non solo, basate sulla discriminazione, spesso la persecuzione, delle persone straniere e delle minoranze, legittimate, agli occhi di gran parte dell’opinione pubblica, da un’operazione culturale che ha scavato in profondità, alimentando paure e trasformando “gli altri” in capro espiatorio di tutti i guasti di una società in difficoltà. E’ dentro questo quadro di macerie sociali e culturali che vanno letti anche questi ultimi terribili episodi di razzismo. Serve una vera e propria rivoluzione culturale, sostenuta da scelte concrete, in primo luogo da parte di chi ha responsabilità di governo a tutti i livelli, poi da parte dei media e infine anche da parte delle organizzazioni sociali e dei singoli cittadini. Scelte di segno completamente diverso a quelle fatte finora. I delinquenti incendiari vanno perseguiti, ma a loro volta gli sgomberi devono cessare, individuando con i diretti interessati soluzioni dignitose alternative ai campi, che invece determinano di fatto da anni una nuova forma di apartheid. Così come gli assassini  di Firenze non possono essere derubricati a gesto di un folle. Non si è sparato a caso sulla folla, le vittime erano senegalesi e ambulanti. Non è più tollerabile  a nessun livello rappresentare i migranti come soggetti indesiderabili.  Allora a tutti, ma proprio a tutti, semplici cittadini, associazioni che lavorano a fianco dei migranti, istituzioni spetta il difficile compito di capire con quali strumenti si contrasta questa nuova ondata razzista. Da parte nostra, non possiamo che unirci al dolore dei familiari delle vittime ed esprimere la nostra vicinanza ai rom di Torino confermando più che mai il nostro impegno per i pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza degli immigrati.