Salerno: Ordine dei Medici su nuovo logo della città

Sorprende che anche i vertici del mondo accademico salernitano, invocandone  la modernità, plaudano al nuovo logo della città di Salerno dal quale è stata cancellata la scritta “Hyppocratica civitas”, simbolo della Scuola Medica che ha reso Salerno famosa nel mondo. Almeno nel mondo della cultura!  Guardare al futuro e alla modernità significa realizzare “una Facoltà di Medicina nuova” che sappia dare contenuti formativi adeguati ai nuovi medici, non rimuovere i segni di quella che è universalmente riconosciuta come la prima Scuola di Medicina del mondo occidentale. E’ il caso di ricordare come nel Medioevo Salerno abbia saputo collocarsi al centro di quel “continente liquido con contorni solidi e abitanti mobili” che fu il Mediterraneo, cioè un’area di intensi scambi commerciali e culturali tra Oriente e Occidente. Non v’è dubbio che, proprio grazie alla saggia ed illuminata politica dei suoi governanti, Salerno abbia saputo inserirsi in quella fitta rete di scambi e lo testimonia una ricca documentazione che attesta la presenza in città di ebrei, greci e uomini provenienti dal mondo arabo che, con Longobardi e Normanni, fecero di Salerno una città aperta, multietnica e multiculturale, una multiculturalità che favorì la crescita economica  e sociale ma – soprattutto – la nascita della Schola Medica Salerni, esaltato nelle costituzioni di Federico II e famosa nel mondo anche dopo la soppressione della Facoltà di Medicina avvenuta nel 1812 ad opera di Gioacchino Murat. Essa nacque dall’incontro delle culture latina, greca, araba ed ebraica. Pur dimenticando la componente germanica, anch’essa fondamentale nella definizione della cultura medievale, questa immagine rappresenta assai bene l’idea di un mondo in cui i saperi e le conoscenze travalicano i confini politici e religiosi; l’idea di una cultura complessa e articolata, prodotta dall’incrocio di esperienze e di storie diverse, in parte collegate alla tradizione antica, in parte dovute a nuovi apporti di età medievale. Il problema non è di natura estetica, su cui l’Ordine dei Medici non esprime alcuna valutazione, riconoscendo il prestigio di cui gode il designer Vignelli, ma ci sembra non accettabile, proprio per il futuro di Salerno, la rescissione delle sue radici. Ci auguriamo ed auspichiamo che amministratori, accademici e quanti, a vario titolo, hanno a cuore le sorti della città sappiano dare a Salerno un futuro degno di una metropoli moderna. Per raggiungere questo esaltante e condiviso obiettivo non vi è la necessità di cancellare i segni di un patrimonio culturale per cui Salerno è conosciuta nel mondo.