Il Turismo di De Mita

Aurelio Di Matteo*

Dopo dieci anni di attesa dalla Legge n.135/2001 che dava alle Regioni la competenza esclusiva in materia di turismo, la montagna ha partorito un topolino ed è anche un mezzo aborto. Il De Mita junior vuole passare alla storia come il padre della Legge quadro del turismo in Campania; finirà per essere ricordato come freno e come papocchio. Ciò che è stato presentato all’esame del Consiglio, infatti, oscilla tra un proposito di gestione centralizzata e clientelare e un complesso normativo ormai superato da qualche decennio. È vero che sono stati eliminati gli Enti provinciali del turismo e le Aziende di soggiorno, ma al loro posto ecco spuntare il carrozzone di un’Agenzia, con le inevitabili diramazioni, definito come il “braccio operativo”. Insomma un altro serbatoio di incarichi e di assunzioni, un altro CDA emanazione politica, delegato a gestire i flussi finanziari e i vari interventi nel settore. Insieme a questa ennesima invenzione di sicuro spreco gestionale, l’Assessore mena vanto di aver dato, finalmente, vita ai Sistemi Turistici Locali. Sarebbero bastati cinque minuti di tempo per dare una rapida scorsa a quanto sta avvenendo nel panorama delle elaborazioni e pratiche del turismo o almeno alle conclusioni alle quali pervennero lo scorso anno l’Associazione Italiana Manager e Professionisti del Turismo e la Trentino School of Management per procedere a una riscrittura del testo approntato dall’Assessorato campano adeguandolo alle nuove modalità di promozione del turismo. Certo sarebbe stato più proficuo andare a guardare ciò che da qualche decennio s’insegna alla Sorbonne Nouvelle University, in particolare Jean Pierre Lozato-Giotart, conosciuto anche qui per la sua continua partecipazione a convegni sul tema, ma voglio evitare di apparire esterofilo. Avrei potuto far riferimento a tanti centri di ricerca e studio, non ultima la vicinissima Federico II, ma ho voluto di proposito citare ciò che in fatto di ricerca ed elaborazione avviene in Trentino e in Francia. Non è certo casuale che nel mondo la Francia sia il paese leader delle destinazioni turistiche e che rappresenti il 17% del flusso mondiale e che in Italia il Trentino, pur privo di quello balneare, nel rapporto residenti turisti assorbe il 30% di tutto il turismo ed è nettamente in testa nella classifica tra le regioni. Quali sono le conclusioni in merito da parte dell’AIMPT? Eccole! I Sistemi Turistici Locali sono stati definiti come modelli superati, incapaci di gestire situazioni complesse o con estreme difficoltà nella gestione per la mancanza di competenze precise e contesti definiti. Essi non attraggono turisti, non generano business e, quindi, per gli operatori non hanno senso. Cosa c’è invece nel Disegno di legge proposto dall’assessore De Mita? C’è proprio la centralità dei superati Sistemi turistici locali, un’organizzazione rivelatasi clientelare e scarsamente flessibile, ancora ancorata al concetto statico di destinazione. Appare con molta evidenza che il Disegno di legge regionale abbia messo in piedi un sistema burocratico che, tradendo lo spirito della modifica costituzionale dell’art. 117, ha sostituito all’attuale debole centralismo di Roma il probabile forte accentramento di una neo-capitale Napoli attraverso il “braccio operativo” di una politicizzata Agenzia. Il turismo non è più di destinazione, ma di motivazione; di conseguenza si tratta di costruire un prodotto che consenta al turista di avere una vera e propria esperienza. È ormai tempo di turismo “liquido”! Lo impone anche la crisi che ha comportato vacanze brevi ma intense. Si veda, ad esempio, quello che è avvenuto nelle Città d’arte: crescita degli arrivi e diminuzione delle presenze. Per andare incontro al nuovo mercato del turismo è necessario che si promuova la costituzione di Distretti Turistici basati su un sistema turistico tematico, inteso come risorsa progettuale integrata di un ambito territoriale omogeneo, che non coincide con le delimitazioni amministrative esistenti o create per gestioni politiche. Il successo di alcune aree, quale quella della Riviera romagnola che oltre la naturale simpatia dei residenti oggettivamente non ha attrattori di rilievo, trova spiegazione nel fatto che essa da qualche anno si è mossa secondo la logica di un sistema che è diventato Distretto turistico. La circostanza che la Sicilia sia l’unica regione del Sud che riesca a far concorrenza a quelle del Nord, è dovuta anche al fatto che dal 2005 ha istituzionalizzato con legge il riconoscimento del Distretto quale strumento per lo sviluppo turistico. La costituzione di nuovi organismi, soprattutto se vecchi e burocratici come i STL, serve veramente poco o nulla alla promozione del turismo secondo l’attuale domanda di mercato. Più che una “metodologia di programmazione” lasciata al centralismo regionale, un’Agenzia di gestione “braccio operativo” e un STL inadeguato e anacronistico, come previsto nel DL di DeMita junior, per lo sviluppo del turismo sarà fondamentale una logica di progetto e di gestione del territorio, dei prodotti turistici, del contesto, degli aspetti immateriali, dei beni relazionali e delle funzioni strategiche, insomma tutto ciò che non è turismo, dai trasporti allo star bene, dai servizi quotidiani e normali alla sicurezza, dal piano commerciale a quello culturale, dalla difesa del suolo al recupero dei centri storici, dalle strutture sportive a quelle ludiche, e così via. Speriamo che le decisioni del Consiglio vadano in questa direzione.

*Società Italiana di Scienze del Turismo

Un pensiero su “Il Turismo di De Mita

  1. Cara Direttrice,
    come vede, la storia si ripete.
    Il nostro è sempre il Paese dei balocchi ed i nostri politici come al solito non fanno altro che pensare la notte per il giorno come andare in quel p. alla povera gente, fregandosene di tutto : identità storiche, turistiche, culturali e territoriali, tutele igieniche ed ambientali, ecc.
    E dietro certi carrozzoni si nascondono quasi sempre – cosa strana! – nuove operazioni speculative e nascita di nuovi centri di potere politico ed economico e – peccato che non sempre ce ne accorgiamo! – nuove cappe sul tessuto economico e sociale di una città. Carrozzoni creati ad arte anche per estraniare dal controllo economico e sociale cittadini ed EE.PP. locali.
    Onofrio Infantile
    25 novembre 2011

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