La nuova sfida

Angelo Cennamo

Mentre il governo dei professori è all’opera, i politici, quelli veri, stipendiati da noi perchè ci rendano la vita meno complicata, giocano a risiko in vista delle future elezioni. Sul commissariamento dei tecnici si è scritto di tutto e di più. Angelino Alfano, nel giorno del loro insediamento, ha rivelato che il capo dello Stato mai si sarebbe sognato di conferire l’incarico a Monti se il Pdl non avesse prestato il proprio consenso. Tradotto : Berlusconi avrebbe potuto chiedere le elezioni, ma non lo ha fatto. Perchè? Per due o tre motivi essenziali. Il primo. Se il Cavaliere si fosse impuntato col presidente della Repubblica e avesse preteso lo scioglimento delle camere, una parte del suo partito non lo avrebbe seguito. E’ noto, infatti, che nel Pdl di malpancisti ce ne siano parecchi. Nella maggioranza dei casi si tratta di ex democristiani, esclusi dal giro delle grandi poltrone a seguito di un fisiologico ricambio generazionale. Dinosauri dell’emiciclo che non rinunciano all’idea di perpetuare la loro ultradecennale carriera, forse al solo scopo di contendere il primato della longevità ad altri colleghi di Piazza del Gesù, dai cui scranni sono spuntate delle radici così lunghe che nessun riesce più a potarle. Alcuni malpancisti sono apparentemente animati da nobili ragioni di Stato, ma dietro l’urgenza dello spread non è difficile scorgere interessi più terra terra. E così il passo dal Pdl all’Udc o ad altri movimenti similari diventa breve e salvifico sia per le tasche che per le prospettive future. Un’altra ragione che ha spinto l’ex premier ad accettare la parentesi tecnocratica è stato, senza dubbio, il timore di perdere la sfida elettorale col centro sinistra. In molti sondaggi il Pd ha sorpassato il Pdl, sia pure con una forbice molto ristretta. Allo stesso tempo, l’alleanza con la Lega rischia di entrare in una pausa di riflessione dalla quale non si esclude che il Carroccio possa uscire con altre ambizioni e programmi. Consegnare il paese alla sinistra, deve aver pensato Berlusconi, sarebbe stata una sciagura. Come le avrebbe realizzate, la triplice, le riforme richieste dalla Bce e varate in extremis dal suo governo? Ma la scelta del Cavaliere potrebbe essere stata indotta anche da ragioni di tipo familiare, “ad familiam” per così dire. Le sue aziende, infatti, tra l’8 e il 12 novembre ( i giorni in cui si è conclusa l’esperienza di governo) hanno subito perdite stimate in alcune centinaia di milioni di euro. E questo a pochi giorni dal salasso da parte della Cir di De Benedetti per l’affare Mondadori. E’ decisamente troppo. Lasciare allora la patata bollente a Monti, nell’attesa che il partito e l’alleanza con Bossi possano ristrutturarsi su nuove basi, potrebbe rilevarsi, per Berlusconi, una decisione saggia oltre che scontata. Ma la campagna elettorale è alle porte, e la risalita del centro destra dipenderà molto da come saranno votate le riforme che i professori bocconiani porteranno in parlamento da oggi in avanti. Alcune di queste sono già nel dna del Pdl, altre meno, altre ancora del tutto incompatibili con il credo liberale. Berlusconi e i suoi, per non staccare troppo presto la spina ed assumersi tutte le responsabilità di un eventuale fallimento, dovranno imparare a darsi qualche pizzico. Senza, però, esagerare. Pensare al paese ma anche agli elettori : sarà questa la sfida più difficile che attende il Pdl.

6 pensieri su “La nuova sfida

  1. @Angelo:

    ti rispondo al volo sulla triplice (che poi è duplice, nel senso che uno dei tre in Parlamento non è nemmeno rappresentato, benché lo inseriscano sempre in tutti i sondaggi).

    A sentire Lupi (quello della Lega con la barba che va in tutte le trasmissioni, non l’altro del PDL, molto più trattabile), per un anno intero la Lega ha tenuto sotto scacco (parole sue a Ballarò l’altra sera) il governo sulle pensioni. Sempre secondo una dichiarazione di quest’ultimo (stessa trasmissione), il centrosinistra starebbe per approvare misure che di centrosinistra non sono senza farsi nessun problema.

    Allora questo che ti dice: ti dice che il centrodestra si è nascosto per un anno dietro la paura che il centrosinistra avrebbe fatto le barricate contro le famose misure liberali, ma poi in realtà il problema politico più grande ce lo avevano in casa.

    A me il discorso attuale del centrosinistra sembra chiaro: si facciano delle cose impopolari, purché siano bilanciate da misure di equità sociale. Non ci vedo niente di strano: uno un pizzico se lo dà se non se lo deve dare solo lui.

  2. La Lega ha certamente impedito la rifoerma delle pensioni ( di anzianità), ma non dimentichiamoci che che fu Maroni ha varare la precedente riforma.
    I problemi del centro sinistra sono più evidenti. La richiesta di dimissioni di Fassina la dice lunga sulla spaccatura esistente tra l’ala più liberal degli Ichino, Bianco, Renzi, Letta, e quella più gattopardiana post-marxista di Bersani e Bindi.
    Il Pdl avrà il suo bel da fare sulle nuove tasse : ici, iva, tracciabilità. Il Pd avrà problemi molto seri sulla liberalizzazione del mercato del lavoro, pensioni, e riduzione della spesa pubblica.
    Credo che da questa esperienza nasceranno nuovi trasversalismi che potrebbero scompaginre gli attuali poli. Resta poi il nodo della legge elettorale : quale sarà?

  3. concordo, il “nostrovecchiosatirotrombagallinelle” riesce a lavorare solo se le sue azioni gli portano utilità. nella migliore delle ipotesi senza che questo necessariamente vada a discapito degli altri. perchè quello è il suo metro di misura. è un modo di agire pratico.
    purtroppo oggi che i sogni si sono infranti e le promesse si sono rivelate false gli è crollato il mondo addosso. e come un buon tattico si è messo da parte, cerca di apparire il meno possibile, non si espone e lascia parlare gli altri. come lazzaro spera di risorgere ancora una volta, se gli conviene.
    anche la sua stessa maggioranza si è rilevata per quella che erà: impossibile! il diavolo e l’acqua santa si sono separati. ora per prima cosa qualcuno deve salvare il suo partito.
    ovviamente il male è comune, anche gli altri soffrono del “ma anche”. e secondo me si prospetta una stagione di inquacchi pazzeschi. e così il tentativo di polarizzare la politica è finito con il tentativo di veltroni e l’opportunismo di berlusconi che guarda caso fanno rima con ….oni! che poi saremmo noi che in qualche modo ci siamo illusi.

  4. @Angelo:

    non so, sul PD, anche per la questione di cui parli, sono ottimista: capisco che possa sembrare irrazionale. Magari sbaglio (non ci azzecco mai con le previsioni, quindi non mi meraviglierei se sbagliassi).

    La legge elettorale: personalmente (non so il PD) spero in una legge che ci dia maggiori possibilità di scegliere i nostri rappresentanti. Dico questo perché non solo in questi anni siamo stati molto distanti (come elettori) dalla Politica, ma anche perché tra i vari parlamenti (da quello nazionale a quelli regionali) ci sono (da tutte le parti, non ne faccio una questione di schieramenti) persone assolutamente impresentabili. Non parlo tanto di quelli con carichi penali (quelli come minimo non dovrebbero essere candidabili), ma proprio della QUALITA’ dell’eletto: a volte non è chiaro come sia possibile che si trovi dove si trova, chi ce lo abbia messo, come ci sia arrivato, per quali perversi percorsi un imbecille (che a volte di imbecilli si tratta) abbia preso il posto che poteva andare ad una persona molto più in gamba. Sono certo che se fai mente locale, anche se non ti concentri, almeno uno ti viene subito in mente. 🙂

    Altra cosa grave, che metti bene in evidenza nel tuo post, è il perpetuarsi dei democristiani (ma io dico non solo di quelli, sia da una parte che dall’altra) per intere generazioni: è una cosa insopportabile e sarebbe il caso di fare una legge apposita per impedire che una persona possa essere ricandidata per troppe volte.

  5. Tu, Billy, invochi una nuova legge elettorale. Io mi accontenterei di un governo eletto dai cittadini. Non dimenticare che anche prima del porcellum i candidati ( nei collegi) erano nominati dai partiti.

  6. @Angelo:

    un governo eletto dai cittadini non passa per il cambiamento della legge elettorale? Al momento c’è uno scollamento mostruoso tra quello che la gente pensa e quello che i partiti fanno. Forse prima certi tizi in Parlamento non ci sarebbero arrivati o, se ci sono stati, venivano ben nascosti… 🙂

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