23 Novembre: un minuto di silenzio…

Giulio Caso

L’Accademia Italiana di Scienze “Terra del Vesuvio” propone per il prossimo 23 Novembre: il giorno della memoria nelle scuole e negli uffici pubblici. Credo che commemorare il 23 novembre 1980 sia una sensata idea. Ricordarci come quel giorno ha cambiato la considerazione delle cose in ognuno di noi. Anche dopo i recenti, tragici, avvenimenti, cerchiamo di dare un segno di speranza sulla possibilità, che un giorno, si possano prevenire simili episodi dolorosi. Ci troveremo nelle piazze entro le  19,35 e con un segnale daremo inizio al minuto di silenzio e di riflessione; lo stesso segnale, alle 19,36, segnerà la fine della condivisione e del ricordo, all’unisono, di quanti persero la vita. Per quelli che si troveranno a Nocera Inferiore, Piazza Municipio e dintorni: la campana sarà quella della chiesa di S. Maria al Presepe (ex S. Monica) che inizierà i suoi tocchi alle ore 19,35 di mercoledì sera 23 novembre, scandendo, di seguito, il minuto di silenzio. Negli altri comuni, se non deciso altrimenti, basta fermarsi e meditare per quel minuto. Ecco alcune testimonianze di quei momenti: Pasquale  – “Non potrò mai dimenticare quel giorno, in quella data ricorre l’onomastico di mio padre Clemente e tutto successe mentre io, mio fratello e le mie sorelle eravamo in camera a giocare tra noi preparando la base per il presepe di Natale…Tutto intorno tremò, vidi il muro di fronte aprirsi e nel contempo mio padre apparire, con le braccia più lunghe del solito, come aprirle a mantello per proteggerci da quello che da li a poco sarebbe potuto accadere di peggio! Quel minuto sembrava interminabile, anche le altre pareti si aprirono, ma il coraggio di nostro padre e l’amore di nostra mamma fecero sì che non ci spaventassimo oltremodo per quello che stava succedendo… Ricordi belli e brutti attraversano la mia mente, ma la cosa che non dimenticherò mai è il coraggio e la bonta‘ di mio padre che si dimostrava sempre più grande…”Peppe  “Avevo poco più di 12 anni; di quella sera alle 19:35 del 23 novembre del 1980,  non dimentico il panico, le urla e la paura che avevo… e avevamo tutti. Se chiudo gli occhi e penso a quella sera non dimentico nemmeno un istante di quella maledetta domenica. Spero di non vivere un’altra esperienza del genere ne per me ne per tutti. Giulio – Il ricordo lo dobbiamo tramandare alle future generazioni. Per chi ha vissuto quei momenti non ci sono parole di commento perché siamo in un solo abbraccio, uniti dal destino; .. mi ritrovai vicino al campo sportivo, dopo un lungo peregrinare, qualche riparo in auto per chi aveva potuto portarla. Accendemmo un fuoco per la notte, mi misi di guardia. A notte fonda vennero gli zingari a perlustrare, mi videro ed andarono via. Accesi una sigaretta e, alzato il bavero della giacca, le mani a pugno e (speravo) lo sguardo truce, andai a trovare loro, nel loro campo a guardarli. ( Non ci furono più visite per tutte le tre notti seguenti). All’alba rimisi le mani in tasca: avevo ancora il cinque di coppe che mi era toccato mentre giocavamo a sette e mezzo ed il terremoto aveva quasi ribaltato il tavolo. La fuga per le scale con mia figlia in braccio; la ricerca dell’altra figlia presso mia sorella, tanta confusione e sbigottimento, dolore per i racconti che circolavano come un forte vento di un uragano. Salvatore – “Ero seduto in cucina , a casa della mia fidanzata, 6° piano. Si giocava a poker, il mio pastore tedesco ringhiava e non capivamo il perchè, ad un certo punto il finimondo; ci siamo abbracciati intorno al tavolo, io, la mia futura moglie e i miei suoceri. Poi non abbiamo capito più niente, cadeva tutto e ci siamo detti che doveva finire… Poi ricordo la calma di mio suocero, le urla delle persone …per le scale e le strade piene. La paura collettiva, dei giapponesi vicino al Garden Bar che passavano composti, quasi scandalizzati di vederci agitati. Il palazzo crollato vicino al bar e adesso ricostruito, un signore che si era salvato perchè la vasca da bagno capovolgendosi l’aveva protetto, un altro con una vasta ferita al torace. E la paura, tanta, ma quello che più ricordo è il dolore di quando ho saputo della morte della mia cara amica Celeste. L’angoscia che a volte ritorna. Paola – “Avevo solo 13 anni, ma ricordo tutto come in un film, ero seduta davanti al televisore e all’improvviso tutto si mise a ballare intorno a me, capii subito che era un terremoto e presa dal panico scappai giù per strada, ho dormito per settimane in macchina nonostante il freddo, avevo il terrore di stare in casa. Da quel momento ogni piccolo movimento mi fa ancora tremare. Carmela  “Il 23 novembre 1980 mi fu risparmiato l’orrore di quei  secondi poiché vivevo già al Nord, ma non le conseguenze: ore, giorni e giorni in cui non sapevo che fine avessero fatto i miei cari……non posso davvero dimenticare! Quel giorno non sarò in piazza con voi fisicamente ma col cuore e la mente sì…. commemorerò qui a casa mia il minuto di silenzio e riflessione. Rita – “Quella sera del 23 Novembre del 1980 avevo 7 anni e con la mia famiglia, mio padre, mia madre e il mio fratellino di 2 anni…rientravamo a Napoli da un week-end al mio paesello Monteleone di Puglia (FG) pochi km dall’epicentro. Eravamo già quasi a Mercogliano in autostrada, mio fratello ed io dormivamo sul sediolino posteriore, all’improvviso i miei iniziarono ad urlare e l’auto andava a destra e… sinistra…si resero conto che non era l’auto fuori controllo, ma la strada sotto che oscillava, finché mio padre riuscì a frenare e in un lampo ci portò fuori dalla macchina. Io intontita e incredula, ma non spaventata, sentii i miei chiedersi cosa stesse accadendo, un secondo dopo sentimmo tremare l’asfalto del manto stradale…era il terremoto! Così ho conosciuto il fenomeno del terremoto e dalle 19.35, in poi, di quel 23 Novembre 80, il suo ricordo non mi ha abbandonata e chissà forse ha condizionato inconsciamente il mio percorso di vita e lavoro. Donatella – “Eh già proprio un ricordo di quelli indelebili e meno male che sono qui a .. ricordarlo appunto. Ero sulla poltrona nel salotto e a un certo punto iniziò a muoversi tutto … avevo 11 anni … Ricordo benissimo l’urlo di mio padre che chiamò mia mamma che era ai fornelli (non ci è voluta più stare vicino per un bel po’) e poi .. tutti sotto l’arcata della porta, e poi ricordo che iniziammo a correre per le scale con tutti gli altri del palazzo … e ci ritrovammo fuori all’aperto … al sicuro!!! … Ero piccola e non comprendevo cosa fosse successo, avevo paura perchè i miei genitori ne avevano … meno male che ero piccola! Il mio pensiero oggi che non lo sono più va a quei piccoli .. che sono rimasti tali … in quel giorno!” Maurizio – “Avevo 17 anni e frequentavo il 3° ragioneria. Un ricordo che non riesco a cancellare, mi trovavo quella maledetta domenica a casa di mia sorella in provincia di Napoli. Ricordo che stavamo vedendo il secondo tempo di Inter che aveva vinto 1- 0 aspettando il goal di Oriali. All’improvviso un boato ed una lingua di fuoco nel cielo spezzò i nostri cuori. Ci guardammo in faccia ammutoliti ed invece di uscire dalla porta dello stabile situato al piano rialzato, ci buttammo dal lato del giardino da un muretto alto, forse, due/tre metri, cosa da non ripetere. Poi abbiamo trascorso alcuni giorni in auto in una zona aperta e ricordo le scosse di assestamento che continuavano a farci compagnia. Tornai a Nocera solo dopo alcuni giorni, che tristezza!, appariva un paese abbandonato dopo una guerra e con il calar della luce sembrava che ci fosse il coprifuoco: strade deserte, negozi chiusi e solo odore di polvere e cemento. Enzo – Quel giorno era successo già un triste avvenimento: era morto un mio parente al campo sportivo; eravamo andati a fare la visita di condoglianze ed il letto iniziò a sobbalzare, i parenti sbigottiti piangevano invocando serenità al defunto, non capivano; solo quando una grande fessura tagliò il muro un’anziana gridò: “ Il terremoto”; ci fu un parapiglia generale; una signora caduta davanti al portone veniva scavalcata da tutti, mi fermai ad aiutarla. Uscito fuori, mi appoggiai ad un’auto e svenni dallo sfinimento.  Carmela ed Alberto –  Stavamo a Cava dei Tirreni, quando avvenne, eravamo ancora fidanzati e la paura fu tanta; tornammo a casa sgomenti ed incerti; il giorno dopo, serio, Alberto mi chiese di sposarmi. Alla memoria delle vittime del sisma, che ha colpito Campania e Basilicata, il 23 Novembre del 1980.

 

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