Salerno: Cisl, frammentazione e frammentarietà della Sanità

Sanità pubblica e privata allo sbando. Ma non è tutta colpa di Bortoletti, anzi per la verità, sostenuto nella funzione da una volontà politica, la stessa politica regionale sembra favorirne la disfunzione, attraverso una chiara tendenza a massacrare il territorio salernitano, ponendolo su uno scalino molto più basso rispetto a Napoli e a tutte le altre provincie. Il monito è ad un ricompattamento di tutte le forze sindacali, allo stato unico baluardo all’imperare di arroganza e pressappochismo della Giunta Regionale, che da una parte sembra far apparire quale interlocutore credibile il Commissario della ASL Salerno, e dall’altra lo mette alla berlina, non facendo pervenire le rimesse ordinarie mensili, pari a circa 117 milioni lordi (104 circa netti) e costringendolo a pagare gli stipendi ai propri dipendenti senza versare i dovuti contributi previdenziali. Chi ne paga le pene direttamente, oltre al personale pubblico, che in questa maniera da un ritardo nei pagamenti, potrebbe addirittura essere costretto a subire oltre agli ulteriori gravi ritardi, anche il mancato pagamento delle tredicesime mensilità; fa da contraltare il rischio di fallimento di alcune strutture private, le cui rimesse sono ferme al mese di luglio. Ne deriva che i primi a “pagarne” le conseguenze sono i lavoratori dei centri accreditati, la maggior parte dei quali non percepiscono stipendi da oltre tre mesi per toccare punte di oltre cinque mensilità in alcune strutture. Purtroppo tale situazione non è paragonabile a nessuna delle altre ASL della Campania e contrasta anche con quelle che hanno la stessa situazione di crisi come ad esempio la Napoli 1, la quale, nonostante la grave situazione debitoria, comunque si vede inoltrare regolarmente le rimesse mensili, forse per salvaguardare l’ordine pubblico nella metropoli napoletana. A rischio purtroppo è l’ordine pubblico del nostro territorio, anche perché in assenza di valida interlocuzione da parte dell’ASL e della politica, altro non rimane che la vertenza del settore, ormai senza alcuna guida e ne controllo. A breve sarà indetto lo stato di agitazione di tutto il comparto e speriamo che finalmente CISL, UIL e CGIL si ricompattino a tutela e a difesa del diritto alla salute sul territorio salernitano e proclamino lo sciopero generale di tutto il comparto. Siamo consci che le grosse difficoltà che attraversa la nazione non possano non ripercuotersi anche nella nostra regione. E’ altrettanto improbabile che si possano trovare soluzioni se gli uomini che attualmente governano la regione continuano a predisporre atti ragionieristici e nulla fanno sul riordino e sulla riorganizzazione del sistema. La sanità è un settore che dovrebbe avere tecnici tedeschi, vigilanza inglese, approvvigionamento affidato a francesi, la sensibilità degli italiani e l’organizzazione in mano agli svizzeri. Purtroppo la nostra sanità, oltre a non avere attitudini comportamentali simili ai nostri partner europei è organizzata da italiani, e in alcuni casi da piemontesi, senza alcuna conoscenza del nostro territorio e delle nostre vicende trascorse. Che sia questa una delle ragioni della frammentarietà degli interventi e della frammentazione del dialogo tra quanti vorrebbero cimentarsi in un dialogo responsabile e costruttivo? (Pietro Antonacchio)