Salerno: emergenza frana a Buccino e San Gregorio Magno, monito Cisl
Immediata dichiarazione dello stato di emergenza, sblocco dei fondi Fas Campania per risolvere il problema-frane, risorse aggiuntive per risarcire i danni agli operatori economici e attribuzione di poteri straordinari per l’emergenza ai sindaci di San Gregorio Magno e Buccino. Sono queste le richieste avanzate dalla segreteria confederale della Cisl Salerno per l’area interessata dalla frana di Buccino e San Gregorio Magno. “Vogliamo venire a conoscenza degli obiettivi, delle priorità e dei tempi per gli interventi strutturali per il rilancio e il potenziamento dei collegamenti”, ha affermato Giovanni Giudice, segretario della Cisl salernitana, “perché bisogna ripartire da un progetto finalizzato a favorire lo sviluppo economico e sociale dei territori e garantire il diritto alla mobilità dei cittadini”. Il massimo esponente dell’organizzazione sindacale di via Zara esprime forte preoccupazione per un emergenza che “se non risolta in tempi brevi, oltre a limitare il diritto dei cittadini alla mobilità, creerà seri ostacoli alla prossima stagione turistica, decisiva per l’economia del territorio”. Giudice, poi, lancia un appello accorato: “Bisogna organizzare un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati, per programmare e coordinare gli interventi necessari al riassetto infrastrutturale ed al rilancio socio-economico dell’area colpita dalla frana. Ora il Governo centrale e la Protezione civile devono indicare chiaramente le azioni concrete, gli interventi e i tempi necessari per liberare Buccino e San Gregorio Magno da una situazione di degrado”. Giudice, poi, non le manda a dire agli amministratori locali della Provincia: “Prima lo sbriciolamento del Cilento, successivamente le tragedie in Costiera e ora la frana che ha interessato la valle del Tanagro. Da tre anni ormai ripetiamo le stesse cose e nessuno si accorge che la nostra provincia è un gigante d’argilla che poco a poco sta crollando su sé stesso. E poi, in un territorio friabile come il nostro, vogliamo anche chiudere le Comunità montane, che con i lavoratori idraulico-forestali possono fornire un servizio d’eccellenza alla nostra provincia. E’ assurdo pensare di mandarli a casa. Adesso serve una strategia attenta ed immediata per ritornare alla normalità. L’area colpita è una delle più importanti per il comparto agricolo provinciale. Non rimettere in sicurezza la zona vorrebbe significare dire addio alle coltivazione, a tanti posti di lavoro e alla chiusura di numerose imprese. In un momento di crisi come questo non possiamo permetterci che tutto ciò accada”.