Conosciamo i Balega (Congo Rd), l’organizzazione del kimbilikiti (2)

Padre Oliviero Ferro

L’iniziazione dipendeva direttamente dal re che la confidava ai Bami dei due gradi più elevati: Ngandu e Simbi. In seguito, diventerà un loro diritto esclusivo. Il responsabile dell’iniziazione, per tutto il tempo in cui i ragazzi rimanevano in foresta, era il Kumbili o il Kimbilikiti, il quale era ovviamente aiutato dai suoi fidi. L’iniziazione era obbligatoria per tutti i maschi. Quelli che, per vari motivi, soprattutto per motivi religiosi, non vi partecipavano, erano giudicati dei mezzi uomini, delle donnicciole, e disprezzati pure dalle donne. Non potevano accedere a cariche amministrative. Giunti nella foresta, ci si doveva arrangiare in tutto e per tutto. Si piantavano subito banani, manioca  e altre piante e si andava a caccia e a pesca. Il fuoco per cucinare lo si otteneva, facendo roteare con velocità e forza un paletto in piccoli buchi praticati su un altro palo più grosso, paletti tratti dall’albero bukvà, particolarmente duro e resistente. “Ora non si vedono più queste cose, se non in momenti di calamità o di guerre, quando il soggiorno nella foresta può diventare relativamente lungo. Adesso si porta tutto dal villaggio, si mette la scorta di vari tipi di banane, di manioca dolce e amara e il tutto si trasporta in lushi, specie di gerle: le cuoci, le mangi e così via…Tutto è più facile oggi”. Il kimbilikiti comporta cinque fasi ben differenziate: 1) Kulinga; 2) Lutende; 3) Tunamukongyo;  4) Astila Awali; 5) Yotoànga. Ogni mutende deve scegliersi un padrino che lo seguirà durante tutto il periodo dell’iniziazione. Evidentemente, quest’ultimo deve essere scelto tra i già iniziati, gente matura e sperimentata in tutto quanto riguarda la ricchezza culturale dei Balega.