Conosciamo i Balega (Congo Rd): i bami e gli animali

Padre Oliviero Ferro

La persistenza dei tabù nei confronti di determinati animali è legata ai Bami. Le persone che sono al di fuori della cerchia dei Bami non possono assolutamente nutrirsi delle bestie o degli animali che sono riservati a questi ultimi. Tali animali sono: il leopardo, il leone, il pangolino e lo yaka-mbweha (volpe).  Questo perché sono considerati come facenti parte della famiglia dei Bami. Guai se un cacciatore ardisse catturarli di nascosto: commetterebbe un muzombo, una colpa sociale che dovrebbe essere espiata attraverso una forte ammenda. I Bami prendono per sé i pezzi dell’animale riservati a loro: pelle, cuore, zampe e denti. Il resto viene restituito ai cacciatori che se lo dividono in santa pace. Al Mwami viene riservata una zampa di ogni animale ucciso e se non abita molto lontano, pure il filetto. In caso contrario,tale pezzo va al Kapita, il capo villaggio. Al fratello maggiore del cacciatore spetta il collo di ogni grosso animale. Un altro animale riservato ai Bami è il caprone, che per la sua forza riproduttiva, si identifica con il re. E’ interessante ciò che avviene presso i Banyindo, una tribù che fraternizza coi Balega e con i Bashi. Alla morte del loro re, che è considerato fonte di vita per la tribù, tutti i maschi degli animali domestici vengono soppressi. Una volta insediato il nuovo re, tutto il ciclo riproduttivo ricomincia da capo. Nessuno può uccidere per sé o portare al mercato per venderli dei caproni, se non di nascosto e, se scoperto, la pena sarà una forte ammenda.