Una lettera imbarazzante

Angelo Cennamo

La lettera tanto chiacchierata che la Bce avrebbe inviato a palazzo Chigi il mese scorso, esiste per davvero. L’ha pubblicata l’altro giorno il Corriere della sera, in esclusiva. Il documento ha sicuramente un rilievo storico, almeno per due ragioni. La prima : è singolare che le sorti politiche ed economiche dei governi nazionali dell’Unione siano eterocondotte da una banca, piuttosto che da un organo propriamente politico, e liberamente scelto dai cittadini comunitari. Il dato, anomalo, la dice lunga su come la politica abbia oggettivamente perso il suo primato sull’economia, abdicando le proprie decisioni ad apparati di tecnocrati completamente avulsi dai meccanismi virtuosi della democrazia e privi di qualunque legame con il territorio. La seconda ragione è riferita ai contenuti, che si sono rivelati ancora più duri e perentori di quanto avevano lasciato trapelare i media in questi giorni. La Bce, infatti, ha chiesto al nostro governo di fare uno sforzo maggiore per ridurre l’alto debito pubblico, adottando una serie di misure drastiche e di stampo palesemente liberale : privatizzazioni, liberalizzazioni dei servizi locali, innalzamento dell’età pensionabile, contenimento della spesa pubblica – ricorrendo in casi estremi anche al taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici – abolizione di tutte le Province, e maggiore flessibilità in materia di assunzioni e licenziamenti, ampliando i campi di applicazione dei contratti di lavoro aziendali in deroga a quelli collettivi, giudicati troppo rigidi per favorire la competitività delle imprese. Di fronte ad un richiamo così atipico nella forma, e così dettagliato nel suggerire soluzioni improntate ad un liberismo tanto sfacciato ed intransigente da non avere precedenti, è facile osservare due cose. La prima è la stupefacente incapacità, da parte del governo ( almeno fino a questo momento) di tradurre quel programma nel suo programma, trattandosi oltretutto di misure ampiamente elaborate nell’agenda elettorale, prima di Forza Italia, e poi del Pdl, e quindi tipicamente berlusconiane. La seconda è l’imbarazzo che devono aver provato al quartier generale della nuova sinistra ulivista di Vendola, Bersani e Di Pietro, alla visione di quella lettera. Per giorni, infatti, le opposizioni si erano divertite a prendere di mira il governo per la titubanza che esso aveva mostrato nel dare attuazione alle indicazioni della banca centrale, e lo avevano spronato a fare presto nell’adozione di misure strutturali volte alla crescita. Come non ricordare inoltre l’empatia di Niki Vendola rispetto alla figura terza, autorevole e credibile di Mario Draghi, assurto tra i compagni a possibile salvatore della patria, e il rigurgito di riformismo europeista del lenzuolatore Bersani? Che cosa dirà oggi il leader di Sel dopo aver letto sul Corriere i diktat iperliberisti del nuovo direttore della Bce? Ve li immaginate lui e il gemello di Crozza a Palazzo Chigi mentre si adoperano per tagliare gli stipendi degli statali, liberalizzare l’acqua pubblica, alzare l’età delle pensioni e abolire l’art. 18? Per gli eredi di Togliatti sarebbe davvero troppo, un contrappasso inaccettabile : gli converrà restare all’opposizione

17 pensieri su “Una lettera imbarazzante

  1. @Angelo:

    sono d’accordo sulla prima parte: l’Europa andrebbe rifondata su altre basi e la BCE dovrebbe limitarsi a fare la banca centrale.

    Sulla seconda parte onestamente non mi trovo per vari motivi: sì, FI/PDL hanno sbandierato di essere liberali, ma in quasi vent’anni in fin dei conti non lo hanno mai dimostrato (e la manovra ne è la prova definitva). Di contro, Bersani ha messo mano ad un pacchetto di riforme non malvagio e, comunque, non credo proprio che quanto chiede la BCE sia molto diverso da ciò che pensa di fare lui con il suo partito (anche perché, caro Angelo, è accettato largamente dalla base degli elettori del PD, che non sono pochi).

    Quanto a SEL: premesso che considero da sempre Vendola assolutamente minoritario, l’idea (secondo me una novità) alla base della coalizione che stanno mettendo su è quella di discutere in privato prima che in pubblico, e di avere in pubblico una idea unitaria sulle cose senza lasciar trapelare (ma soprattutto prevalere) le inevitabili differenze. Non so: è riuscito per anni a FI e AN, perché non dovrebbe riuscire al centrosinistra, proprio ora che gli inutili sondaggi di questi giorni li danno a quote così insolite?

  2. Se le indicazioni della Bce le avessero ricevute Bersani, Bindi e Vendola, quella lettera sarebbe ritornata al mittente per rifiuto. Quanto alle liberalizzazioni di Bersani, io ricordo solo l’aspirina nelle parafarmacie e poco di più. Piuttosto sarebbe interessante chiedersi come mai la sinistra ha affossato il decreto Ronchi sulla liberalizzazione dei servizi municipali.

  3. @Angelo:

    e non sono d’accordo (che ci posso fare)? Caro Angelo, chi ha tenuto i conti in regola in Italia e al contempo ha favorito la crescita e lottato (seriamente, altro che capitali fuggiti e poi scudati) contro l’evasione fiscale NON è il centrodestra, ma il centrosinistra. Il centrodestra che mentre era il centrosinistra era al governo si lamentava delle tasse, oggi che fa? Mette tasse anche peggiori, aumenta l’IVA, si rifà sulle buste paga direttamente e non ha il coraggio di scelte che taglino (es. le Province), né patrimoniali, né strutturali. In una parola: questa mezza maggioranza risicata non ha il coraggio ed il potere di nulla, eccetto quello di rifarsi sulle fasce più deboli.

    Secondo me dovresti andarti a rivedere il pacchetto Bersani (lo dico come un consiglio, non come una provocazione): credo che ci troverai molto di più dell’Aspirina.

    Il decreto Ronchi contiene tante cose (mica tutte cattive), ma l’unica cosa che io reputo grave era che una sua parte sembrava una porta aperta verso la privatizzazione della risorsa-acqua. Con questo non voglio dire che la prevedeva (anche se c’è qualcuno che lo disse e qualcuno che lo fece capire: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2009/11/decreto-ronchi-liberalizzazione-acqua.shtml). Non credo, però, che il decreto Ronchi ci avrebbe salvato dalla situazione in cui siamo.

  4. La scelta della BCE di entrare nel merito di misure economiche che hanno importanti effetti sociali, è la esatta misura della drammaticità della situazione e, a mio avviso, maggiormente dei tempi che viviamo: non vi è, ovunque, autorevolezza, senso di appartenenza, competenza, coraggio.
    Metaforicamente la lettera della BCE è, come lo “sbarco degli alleati”, “una invasione a fin di bene”, per scrollare da dosso al paese una classe dirigente incollata come un parassita alla propria linfa. Ora la linfa è secca, il parassita è ancora lì, la BCE scrive!
    Sarò pessimista, ma pensare che lorsignori abbiano un moto di sussulto e di dignità tale da fare per 18 mesi realmente gli interessi del paese, è assolutamente impossibile.
    Ed allora, ben venga la Bce, ben venga anche l’ONU se necessario ma, …, occorre aria nuova; a questo punto meglio una nuova illusione che la reale disillusione sotto gli occhi di tutti.
    Il fatto, a mio avviso, non merita sterili partigianerie: la partecipazione all’Euro necessita di scelte obbligate, per rifiorire bisogna potare e chi ha la responsabilità delle scelte dovrebbe cominciare a tagliare dalle proprie prebende, avere poi rettitudine sostanziale (comportamenti utilitaristici e non opportunistici e speculativi) e formale (immagine intatta), oltre ad un orizzonte temmporale di almeno dieci anni, infine, una personalità che unisce e non divide.
    Visto che all’orizzonte non si vede nulla (dove si avvia Montezemolo? per fare cosa? meglio Marchionne….), allora ancora una volta, benvenuta Bce, con i suoi tecnocrati umanitari, a salvare il paese che sognando l’Europa si ritrova vicino all’Abbissinia, con un comandante non più credibile e consumato, a dividersi perennemente a comando, anzi a …. telecomando!
    L’unica alternativa alla Bce è Marchionne, ma loro, nel frattempo, stanno già lavorando alle liste dei nuovi nominati: nani e ballerine venghino!!! C’è posto per tutti, sull’arca della democrazia, a meno che un bell’iceberg dia a tutti loro la ventura del titanic!

  5. la lettera che citi aveva come destinatario il governo. il quale è un poco trasalito perchè è stato ( ecome aver ricevuto uno schiaffo in faccia quando si è assopiti) un comando/obbligo ad aprire gli occhi e fare fatti e non parole parolanti.
    purtroppo prima di questa lettera c’era un racconto -una scenografia- come ideale, e la nostra Italia era un faro della libertà e del benessere in un mondo in crisi. si era ganzi e invidiati. e tutti coloro che cercavano di raccontare una storia diversa -che poi si è rivelata realtà- erano delle cassandre che di fronte all’evidenza auguravano solo guai.
    vedi non credo che alla bce interessano le riforme più dei conti. basta avere i conti in ordine e poi puoi fare la politica che ti pare. e quindi tu viaggiare per la libertà dei licenziamenti e del liberismo ed io difendere quello che è il welfare. tutto qua.
    purtroppo, caro angelo cennamo, questo schiaffo ti ha fatto trasalire, e forse un poco ti ha svegliato, almeno ha svegliato il tuo senso critico, tanto che quello che prima era un credo fideistico per una persona che rappresentava un tramite per la realizzazione di un idea ora, oggi, difendi la tua idea a prescindere dalle persone. e questo è giusto e regolare: così fanno gli uomini veramente liberi.
    fatte queste costatazioni ti faccio notare, che come una sorta di crisi di astinenza, tiri in ballo previsioni (non fatti) e argomentazioni confutabilissime così come per ricomporti da un improvviso spavento.
    io non ho nessun dubbio sulla tua appartenenza, non ho nessun dubbio circa la tua buona fede però perchè ti comporti come quei bambini con il muso sporco che accusano l’amico di aver preso la marmellata?
    fino a prova contraria per quanto riguarda i conti la sinistra, centro-sinistra o chi ti pare, li ha lasciati sempre in ordine. anzi è riuscita a far entrare l’Italia nell’euro, non ha tagliato stipendi, non ha licenziato nessuno, si cresceva poco ma si cresceva, c’era maggior rispetto da parte degli alleati europei e mondiali… mi fermo qua se no non mi fermo più.
    ed io che pure sono fuoriuscito dalla mia parte perchè mi ci sento stretto mi sento di dirti che la peggiore esperienza del centrosinistra è, alla fine dei conti, migliore della migliore esperienza del centrodestra. e che quando ha vinto le ultime le ultime elezioni il nostro piccolovecchiosatirodalculoflaccido mi ero illuso che tanto peggio non avrebbe potuto fare. invece, purtroppo, mi sono dovuto ricredere. sicuramente oggi il problema dei liberali come te è rappresentato dalla classe politica che li rappresenta. perchè è vecchia d’età, falsa i contenuti -nel senso che predica bene e razzola male- incapace -nel senso che una maggioranza così era da sogno- che si ritrova solo per difendere le questioni private -ormai per come è sputtanato sono pubbliche- del suo capo.
    insomma avvocato a volte c’è bisogno di uccidere (metaforicamente) il padre o la madre per crescere, e a te non ti riesce.

  6. Condivido la considerazione del sig. Michele Zecca, laddove afferma che all’indomani dell’esperienza Prodi, immaginare il peggio era pressochè impossibile.
    Condivido altresì la metafora finale anche se, a tal riguardo, non vedo distinzioni negli schieramenti politici: dalema, bersani, bindi, ed altri ancora, debbono essere pensionati urgentemente, dando spazio agli amministratori locali ed alla società civile che il centrosinistra può mettere in campo!
    Il centrosinistra, a differenza del centrodestra, proprio perchè è reduce da un quinquennio di scarso potere e da una struttura non proprietaria, deve sfruttarne i vantaggi: nessuno, tra i rappresentanti maggiori, può offrire all’italia di oggi e di domani (cinquantenni, quarantenni e trentenni) una proposta appetibile e, sopratutto, tolto l’attuale potere di nominare, nessuno di essi rappresenta più una oligarchia indispensabile.
    Ed allora, ritengo sia necessario rimboccarsi tutti le maniche, sperando che mr B. se ne vada in fretta, altrimenti, nemmeno le maniche ci restano!

  7. @michele:

    quello che dice Angelo è una cosa che in questi giorni è in voga tra le file del PDL: l’ha ripetuta pari pari ieri sera Formigoni in tv. L’unico che ha avuto il coraggio di rispondere qualcosa di “diverso” è stato il sindaco sardo Zedda, che ha detto che la BCE, prima di dare certe ricette, dovrebbe entrare nei problemi reali: ad esempio, lui diceva che dove si trova lui c’è il 50% di disoccupazione e gli sembra un nonsense la libertà di licenziare (non ha tutti i torti), questo al di là di come l’avrebbero presa Bersani-Vendola-Di Pietro, che non erano i destinatari della lettera (anzi, curiosamente quelli spiazzati sono stati proprio quelli che teoricamente dovrebbero propugnare quelle idee…)…

    Altra cosa divertente è che pare che della misura relativa all’articolo 8 freghi solo a Marchionne: Della Valle ieri sera ha fatto capire che non gli interessa, la Marcegaglia si è accordata coi sindacati senza troppi drammi… Pare sempre che queste “ricette” non siano calate nella nostra realtà: se queste cose interessano ad un solo industriale, allora forse non servono così tanto come generalmente si crede…

  8. @ billy

    ciao billy, sai come la penso. sai anche che quando hai ragione hai ragione. quindi sorvolo sul passaggio che concordo (quello sull’esponente di SEL e sindaco di Cagliari)anche se io avrei aggiunto almeno altre due considerazioni.
    mi preme invece sottolineare, so già che angelo cennamo mi salterà addosso, sul famigerato articolo 8. dal mio punto di vista è null’altro che la solita campagna ideologica che questa destra (non la tua ma quella che è al governo) sta portando avanti da anni sull’articolo 18 della legge 300 (lo statuto dei lavoratori). hanno perso anche con un referendum … ma non si arrendono perchè per loro la volontà popolare conta solo quando la possono citare. vogliamo entrare nel merito dell’articolo 18 cosi forse capirò perchè fanno tutta questa ideologica che nulla ha a che fare con la crescita del nostro paese? dunque l’articolo 18 l’unico DIVIETO che fa (per le aziende al di sopra dei 15 dipendenti per le altre purtroppo hanno solo un indennizzo misero) è il licenziamento senza giusta causa e quindi, una volta che la magistratura ha accertato che qualcuno è stato licenziato senza giusta causa, il giudice può emettere l’ordinanza della riassunzione. cosa significa divieto senza giusta causa? significa che tutte le aziende che NON hanno problemi di mercato, di commesse, di crisi ecc. ecc. ecc. non possono licenziare qualcuno perchè è, ad esempio un militante sindacale piuttosto che con un credo politico o semplicemente antipatico e quant’altro. quindi non ha nulla a che fare con le questioni economiche. per tutto il resto (gli scansafatiche, gli assenteisti, i sabotatori ecc. ecc.) possono essere licenziati (in effetti vengono licenziati. quindi qualcuno è in grado di dirmi da cosa nasce questo sacro fuoco ideologico?

  9. La crisi in atto non è un’esclusiva italiana : è bene saperlo, è bene ricordarlo ed è bene dirlo. Tutto il mondo occidentale è in affanno. E tutti i leader dei governi in carica, da Obama alla Merkel, perderanno le prossime elezioni. Berlusconi dunque è in buona compagnia ( anche se non sono sicuro che il centro sinistra, dopo di lui, andrà al governo).

    Il problema specifico del nostro Paese è il debito pubblico, che si è quasi raddoppiato dalla fine degli anni ’80 ad oggi. Con Prodi il debito pubblico era lo stesso, centesimo più, centesimo meno. Ma quando c’era Prodi c’era un altro mondo. Il mondo di oggi, che non sarà mai più quello di ieri ( mai più), è iniziato nel 2008. Dovremmo cambiare anche i calendari a partire da quella data : prima di Cristo e dopo Cristo…….

    SOLUZIONI : sono quelle scritte nella lettera della BCE, non si scappa.

    DOMANDA : la sinistra, che tutti i giorni chiede il passo indietro del premier, deve dirci se sarà in condizione di applicare quella lettera. Ma non lo fa. E perchè? Perchè la risposta è scontata, anzi ovvia : NO, non è in condizione di farlo. Non può e non vuole. Ecco perchè Bersani Vendola e Di Pietro hanno fallito prima del tempo. Hanno fallito perchè la loro politica è vecchia, è superata. E’ la politica dell'”altro mondo”, la stessa che ci ha portato al collasso. Oggi c’è bisogno di liberalizzare l’acqua pubblica, di licenziare con più libertà ( Marchionne), di alzare l’età delle pensioni, di ridurre la spesa per il welfare e di introdurre parametri di valutazione negli apparati pubblici. Questo programma ( quello della BCE) è in totale antitesi con il credo di Vendola, di Rosy Bindi e di Bersani. Punto.

  10. @Angelo Orientale:

    ma ci siamo già parlati? Con Angelo Cennamo ci scriviamo (sul forum) spesso, ma di te non mi ricordo. Volevo anche dirti che io non sono di destra: nel passaggio in cui parli della “tua destra” ti riferisci alla destra di Cennamo?

    @Angelo Cennamo:

    anche io non sono sicuro che governerà il centrosinistra dopo Berlusconi e, a dirti il vero, non mi importa granché: spero che, chiunque lo faccia, faccia diventare il nostro un paese un poco più normale di quello che è stato da Tangentopoli ad oggi, sia economicamente, sia socialmente.

    Quanto a Prodi, sì, forse è stato fortunato, ma prima del 2008 il centrodestra ha governato comunque, e con risultati che non sono migliori di quelli del centrosinistra. Ti do solo un dato: il governo Prodi nell’anno 2000 ha fatto crescere il paese del 3,6%. Se si somma la crescita raggiunta dal governo Berlusconi successivo (2000-2005) non si arriva al 3,6%! Ci sono stati ben due anni a crescita zero, un 1,8 (il massimo raggiunto), uno 0,3 e un 1,1. E questo, Angelo, prima del 2008 e mentre gli altri paesi comunque crescevano. Ti trovi? Inoltre, come si spiega che il governo Prodi successivo torna a far crescere l’Italia per due anni di seguito del 1,9%? Io dico questo: il governo Prodi aveva tecnici competenti, gli stessi, credo, che Della Valle ieri sera invitava ad unirsi al centrodestra (o viceversa) per superare la crisi in un governo di unità nazionale e superamento comune della crisi. Fosse per me avvierei anche una fase costituente (anche CON Berlusconi).

    Per quanto riguarda la domanda, io onestamente non sono d’accordo con te. Intanto, prima di applicare tutto quello che elenchi andrebbero tagliati parecchi sprechi, a partire dai parlamentari stessi, che parlano parlano e sempre dei costosi privilegiati restano. Come seconda cosa, caro Angelo, il problema che pone Marchionne lo pone da una posizione assurda: la FIAT ha mangiato aiuti statali per una vita e adesso vuole la libertà di licenziare. Ok: allora vorrei capire una cosa. Sei d’accordo che la Marcegaglia e Della Valle non sono bersaniani, dipietristi o vendoliani (o comunisti)? Se sei d’accordo, allora mi devi dire se ha senso quello che dicono loro: la Marcegaglia si accorda col sindacato molto tranquillamente. Della Valle dice una cosa sacrosanta: vengono PRIMA le persone, POI la competetività delle aziende. Le persone sono quelle che consumano: se tu alle persone togli il posto di lavoro non fai crescere i consumi e la gente non compra più nulla (tutto si ferma). Allora, attualmente, e lo dice un industriale (non un sindacalista o un membro stabile del centrosinistra), ci vogliono sicurezze e garanzie per chi lavora: e che garanzia è perdere il posto di lavoro da un momento all’altro? Ha senso, in un paese con un livello di disoccupazione generale come il nostro, parlare di licenziamento?

    Io penso che il centrosinistra accoglierebbe il programma della BCE (a modo suo, per carità) e lo integrerebbe con altre misure. Ma penso anche che Berlusconi durerà fino alla fine, dunque, di cosa stiamo parlando adesso? Sarà lui stesso a dover applicare quanto richiesto dalla BCE, quindi mi sa che ci sorbiremo mesi di critiche (ridicole, perché fatte dalla stessa maggioranza) all’attuale ministro dell’economia…

  11. @Angelo Cennamo:

    ah! Come si fa a dire che la politica di Bersani ecc.ecc. è vecchia e superata se i dati, per gli anni che riguardano il centrosinistra, sono la crescita di cui sopra, il pacchetto Bersani e, prima ancora, la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica? Secondo me non bisogna manco farsi fregare dai cliché: io bado ai dati e i dati dicono che i governi Berlusconi non hanno portato crescita e non si è visto granché di liberale o affine ai dettami attuali della BCE. Di contro, Bersani e la sua Aspirina, nella mia modesta opinione qualche cosetta l’ha fatta. 🙂

    Comunque, Angelo, a scanso di equivoci, ti confesso che a me Vendola non esalta granché…

  12. Gentile Cennamo, c’è un passaggio in quello che dice assolutamente inquietante! La politica del centrosinistra sarebbe vecchia? Gentile Cennamo, la politica del centrosinistra ha funzionato meglio da molti punti di vista, in primis economico! Io sono stufa di vuoti visionari della “nuova politica” come lei che con il loro voto ci hanno portato nella TRAGICA situazione in cui siamo! Fanno bene a ricordarle i dati sulla crescita, ma mancano di quelli sull’occupazione e tante altre cose che il centrodestra per anni ha fatto finta di disprezzare e adesso vuole disperatamente realizzare ma non sa come fare, giacché tra le sue fila non ha nessuno che conti qualcosa ed abbia le ricette giuste, al suo interno ci sono troppi interessi personali (e figuriamoci se un partito che ha al suo interno l’uomo più ricco d’Italia pensa a mettere una patrimoniale: meglio andare sulle buste paga e sull’IVA, così lui non paga niente!!!), perché tra le sue fila c’è gente eterogenea che non ha una linea politica definita. La nuova politica sarebbe stare seduti 10 anni in parlamento (inchiodati) senza cedere mai il posto e senza fare mai niente di serio, di strutturale e di competitivo? La sinistra in questo ha sbagliato: non ha saputo stare seduta per 5 anni di fila al suo posto. Ma, se questo non è un vanto, non dovrebbe essere un vanto la “ventata di nuovo” che ci ha portato a stare con le mani in mano a fare leggi per il premier e per i suoi interessi, dimenticando completamente IL SENSO (fare il bene di TUTTI) di trovarsi seduti dove ci si trova. E’ stata la MORTE della democrazia, abbiamo raggiunto il punto più infimo dal dopoguerra ad oggi. E per cosa?! Per il NUOVO! Gentile Cennamo, senza scomodare il centrosinistra, il vecchio (da Craxi a Spadolini a Moro a Berlinguer ad Almirante) era molto ma molto meglio!!! Ma quali liberali, ma quale BCE: a questo indifendibile centrodestra non frega niente né dei liberali, né hanno mai calcolato la BCE in vita loro, se non adesso che sono costretti a farlo e non si possono pappare i risultati raggiunti in campo economico dal centrosinistra!!! I fautori delle vostre “novità” hanno fallito in ogni campo! Prendetene atto una volta e per sempre! E, diciamocela tutta, la modifica all’articolo 8 INTERESSA DAVVERO solo alla FIAT, agli altri industriali non frega nulla!!! E’ l’ennesimo piacere statale alla FIAT, che si lamenta pure!!! La crisi non si combatte aumentando la disoccupazione e la precarietà delle famiglie: l’assegno di disoccupazione a carico di chi sarebbe?? Dello Stato! E sa quanto dovrebbe cacciare lo Stato per tutti i disoccupati che ci sono?!?!

  13. E’ chiaro che non sono un ultras del centro sinistra ma ….. c’è stata una classe politica che ha messo la faccia sull’eurotassa e poi ha aderito all’Euro e, francamente, non credo che prima di farlo avessero guardato i sondaggi di opinione, nè si fossero truccati prima di andare in tv a “fare sesso mediatico con gli italiani”. Ritengo infatti, che termini come shock, frustata, scossa all’economia (seguiti chiaramente dal nulla sostanziale spacciato sui media dalla Santanchè), siano strumenti da imbonitore suessual-mediatico, altro che De Gasperi. Mr B., nella sua visione, intendeva riformare in tal senso anche i santuari europei (nei primi anni con censure sull’Europa e sull’Euro, poi quando si è sentito statista, con battute, scalini, mani sul sedere ed altro). Oggi in una delle tante manifestazioni della legge del contrappasso, mercati ed istituzioni europee chiaramente dicono: muoviti, a casa tua c’è puzza di vecchio e di fallito!

  14. Provo a sintetizzare. Billy dice che con Prodi l’Italia è cresciuta di più e che Berluconi ha governato anche dal 2001 al 2005. L’Italia di Prodi è cresciuta poco come tutte le Italie, da Craxi in poi. Berlusconi ha governato anche nel 2000, è vero. Ma Billy ricorderà pure cosa è successo l’11 settembre del 2001. Io ricordo i leader della sinistra che suggerivano a Berlusconi di andare in tv a spiegare che i programmi del governo, per causa di forza maggiore, dovevano cambiare. Berlusconi non lo fece : volle crederci fino in fondo ( era la stagione del “contratto” da Bruno Vespa). Ebbene, un sociologo che conosciamo tutti, Luca Ricolfi, che non è certamente di destra, pubblicò uno studio su quella stagione ( credo con l’ausilio dell’università di Siena – anche questa “rossa”). Da quello studio , poi pubblicato in un libro, risulta che Berlusconi riuscì a reaizzare oltre il 60% di quel programma, nonostante tutto. Con questo non voglio dire che Berlusconi ha cambiato il Paese. Forse per altri aspetti sì. Ma di sicuro il centro sinistra non ha fatto di meglio.
    Silvana, mi perdoni, ma il suo intervento lo trovo molto fazioso e ideologizzato. Animato più da una ( legittima) avversione per il caimano che da argomentazioni pratiche. Specialmente in ordine ai diktat della Bce.

    Un saluto a tutti.

  15. @Angelo:

    ma allora Berlusconi ha sempre una scusa valida? Tu mi dici: “prima del 2008” erano altri tempi. OK! Concordo (anche se non mi spiego un bel tondo come il -5 nel 2009)! Ti faccio un esempio e ti dico che Prodi in 1 anno è cresciuto quanto Berlusconi in 5 anni, che per me vuol dire che se fosse rimasto Prodi saremmo cresciuti maggiormente (con le sue ricette condannabili quanto vuoi tu secondo la tua rispettabile idea del mondo), e tu mi rispondi che per quegli altri anni, però, c’è un’altra scusa, diversa da quella che vale per il periodo che va dal 2008, e cioè l’11 settembre 2001. Beh, ma anche in quegli anni noi siamo cresciuti meno degli altri. Quando noi abbiamo fatto la crescita zero per la seconda volta (2005) non c’è nessuno che è riuscito a fare peggio di noi. La Grecia è cresciuta del 3,4, la Spagna del 3,6, l’Irlanda del 4,8%… e la cosa vale anche per gli anni precedenti: siamo sempre cresciuti meno degli altri e diventati un minimo più competitivi solo sotto i governi Prodi.

    Sono dati, non c’è da commentare granché: voglio dire, l’11 settembre lo hanno avuto anche gli altri, non solo noi. Magari hai ragione quando dici che Berlusconi ha fatto funzionare il suo programma, ecc.ecc., ma evidentemente non era il programma migliore del mondo e per me il centrosinistra, se si esclude la sua (a volte penosa) litigiosità interna, ha fatto qualcosa di meglio.

    C’è anche un fatto di credibilità internazionale: la differenza è che Prodi (con tutti i suoi difetti) è stato acclamato in Europa (come Draghi, Monti e pochi altri), mentre Berlusconi è un tipo che va a fare le corna nelle foto, attacca in maniera imbarazzante un deputato tedesco dandogli del nazista, si fa attendere con la Merkel mentre sta a telefono e se ne esce con battute come quella di oggi sul tipo di partito che vuole fare adesso. Non appare serio: pur volendoci mettere tutta la buona volontà non dà l’idea del rigore dei conti, del senso dello stato e del ruolo che occupa.

    Lo diceva anche Battista l’altra sera (che è l’ennesimo non di sinistra che lo critica): come può uno che è in politica da vent’anni personalmente (e prima ancora abbondantemente dietro Craxi) arrivare a dire che non è interessato “ai giochi della politica” e quindi alla legge elettorale? Nel modo in cui siamo messi sono dichiarazioni abbastanza irresponsabili.

    Ah! Mi attendevo una tua opinione sui “compagni” Della Valle (20000 dipendenti: insomma, una buona conoscenza di come va il mondo delle imprese) e Marcegaglia (presidente di Confindustria). Volevo sapere: questi imprenditori moderni (sicuramente ricchi, liberali e capitalisti) che dicono quel che dicono a Bondi e fanno quel che fanno con i sindacati fregandosene altamente del governo e dell’articolo 8 modificato, secondo te come vanno collocati? Io ci sono rimasto male (non scherzo) per il mite Bondi quando Della Valle gli ha detto quello che gli ha detto: però una cosa è trapelata. Della Valle gli voleva dire: “parliamo con Berlusconi (da industriale a industriale) e vediamo lui che ne pensa di questa cosa dell’articolo 8, può darsi che avrai delle sorprese, tu che fai tanto il liberale-sulla-carta”.

    Insomma, Angelo, mica è detto che tutte le ricette della BCE (che alla fine è disumana come tutte le banche) e tutte le idee siano sempre condivisibili, applicabili e perfette per tutte le situazioni di tutti i paesi. Se così fosse avremmo risolto tutti i problemi del mondo, che mi sembrano molto lontani dall’essere risolti, sia con le vecchie ricette, sia con le nuove (che poi, le “nuove” sono più in voga presso la BCE, ma sempre storicamente vecchie sono).

    Non c’entrano i concetti di destra e sinistra, esiste pure la realtà e la nostra realtà, come dice l’ideologizzata Simona qui sopra, è una realtà in cui la disoccupazione (lo abbiamo detto anche noi qui varie volte) è una tragedia. A questo la BCE risponde col sussidio di disoccupazione: sì, ma coi soldi di chi? Sarebbe un onere enorme a carico delle finanze dello Stato: insomma, che idea liberale è? Dico: la BCE chiede questo ed il licenziamento “facile”. Come si fa a guadagnare da questo? Le imprese, sì, diventano più competitive: non capisco come si inneschi il circolo virtuoso, dato che lo Stato ne fa spese gigantesche, credo ben peggiori di quelle attuali, ed il potere di acquisto delle famiglie cala di molto (mentre la precarietà aumenta).

    Non vorrei che si finisse in un discorso ancora più triste. E cioè: certo, noi oggi per i lavoratori, essendo cambiato il mondo e avendo la Cina alle calcagna, vogliamo maggiore flessibilità. Ma questo non deve far perdere un minimo di diritti guadagnati per questi ultimi, altrimenti credo che si finisca in una giungla in cui: l’imprenditore assume e licenzia a seconda del meteo, il lavoratore grava sulle casse dello Stato, i diritti di chi lavora sono inferiori perché tanto l’imprenditore ne trova un altro quando vuole e mette l’ex-dipendente antipatico con l’assegno statale. Non mi pare una cosa molto furba, ma forse tu tutto questo puoi spiegarmelo meglio perché io non lo capisco appieno.

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