Battipaglia: Forza NUova “No all’Ospedale Unico”

Forza Nuova Battipaglia quale “movimento di popolo” si oppone decisamente   al piano sanitario di tipo massonico- affaristico per la Piana del Sele. posto  in essere,  a vari livelli di responsabilità, dal PDL,  dai Caldoro e dai Cirielli. Ed  esistono buoni motivi per impedirne la sua realizzazione: 1- Gli attuali ospedali di Eboli, Battipaglia, Oliveto Citra e Roccadaspide contano nell’insieme circa 520 posti letto mentre l’ospedale unico che sorgerà ad Eboli – la cui costruzione  prevede uno sperpero di 400 milioni di euro (alla faccia del rigore finanziario!) – avrà solo 328 posti letto…vale a dire che per lo stesso bacino di abitanti (circa 200 mila) si avrà un taglio netto di quasi 200 posti….con tutti i disagi che ne deriveranno. 2- Benchè possa prospettarsi anche la possibilità di un ospedale unico, tutto questo  doveva in ogni caso prevedere – e senza offesa per gli altri comuni –  Battipaglia come sede prescelta, essendo essa  la capitale morale e l’avanguardia produttiva della Piana del Sele. Il piano in corso è uno schiaffo all’onore e alla dignità dei tanti operosi  battipagliesi che  in poco tempo si troveranno senza un ospedale e catapultati ai livelli sanitari di  40 anni fa. 3-Lo snodo viario-autostradale di Battipaglia, tra i più importanti del Sud, e la presenza di una struttura molto “giovane” come il plesso  di Santa Maria della Speranza, lasciavano intravedere  come logica soluzione un deciso potenziamento in termini di strutture, apparecchiature e posti letto dell’ attuale polo ospedaliero, già di per sè valido: e con un poderoso risparmio di spesa. Ma a lor signori, evidentemente, interessa ben altro. 4- Cui prodest…. a chi giova tutto ciò? Semplice: Forza Nuova ritiene che dietro l’idea dell’ospedale ex novo, anche stavolta possano mascherarsi  oscure e sordide manovre politico-clientelari ad opera della cricca di potere che sta spadroneggiando nell’intera provincia,  alimentando il circolo vizioso degli appalti pilotati, del controllo dei servizi, delle nomine e delle assunzioni di comodo (il caso Pagani al riguardo  è paradigmatico) Senza  dimenticare, per giunta,  che le carenze derivanti dall’evidente ridimensionamento della sanità pubblica implicherebbero,  di riverbero, l’insorgenza di nuove  strutture private sanitarie, in parte realizzate col riciclaggio di denaro illecito (come è accaduto nel Casertano, nel Palermitano e in Calabria) Si rafforza così la tesi – ormai sempre più avvalorata dai fatti – di un triangolo mortifero intercorrente tra malavita organizzata, politica corrotta e massoneria affaristica.