Salerno: ritorna la DC, Del Mese al congresso nazionale

La notizia, di quelle fresche, capaci di rimpastare il tutto. Ancora una volta, uno scudo crociato che non trova tregua e che viene rimesso in gioco in nome d’un passato giammai estinto. Alla luce della recente sentenza emanata dalla Cassazione  N.25999 del 23-12-2010, si pone fine alla snervante querelle tra i presunti eredi della Dc. Infatti, nel documento, si dichiara inequivocabilmente che “La Dc non s’è mai sciolta e quindi tuttora vivente.” Di qui, il riesumare i vecchi nominativi, accanto ad Andrea Lizzi, all’epoca, 1994,  unico intestatario del simbolo. Pertanto, quanti in questi anni hanno tentato d’appropriarsi del vecchio scudo crociato e sotto il suo simbolo costituire aggregazioni politiche, non possono più vantare l’atavica dicitura degasperiana, che subentrò nel 1942 agli anni del regime. Pertanto, nei giorni scorsi, si sono ritrovati i vecchi adepti del tempo, tra i quali l’onorevole Paolo Del Mese, firmatari della richiesta di congresso nazionale del Partito, per il rinnovo anche degli organi statutari. Infatti, i membri del Consiglio Nazionale, costituitosi col XVIII Congresso Nazionale della Dc nel febbraio 1989 hanno chiesto, ai sensi dell’art.22 lett.b) dello Statuto della DC: la convocazione dell’assise nazionale, per discutere sul tesseramento; l’elezione della commissione centrale, per il controllo di tale tesseramento; il ripristino degli organi sovrani del partito e l’approvazione d’un documento politico, che tracci il percorso dell’illegittima liquidazione della DC, definendo nuovi parametri politici d’insediamento dei valori e della cultura democristiana nella società contemporanea. Ovviamente, tutto ciò ridisegna anche alleanze e nomenclature, dalla DC di Pizza, alla DcA del Ministro Rotondi, toccando anche lo scudo casiniano. Non resta che attendere i prossimi giorni, per conoscere le modalità sulle quali tanti proseliti degli antichi valori democratici, guarderanno a questa novità che, in un sistema bipolare arrancante, fa ben sperare per una degna affermazione dell’antica anima moderata.