La bella Napoli

Angelo Cennamo

Antonio Ereditato, 56 anni, napoletano, fino a pochi giorni fa era uno stimato ma anonimo ricercatore al Cern di Ginevra. Oggi il mondo intero conosce il suo nome perchè legato ad una scoperta sensazionale che potrebbe rivoluzionare le conoscenze fino adesso acquiste nel campo della fisica, mettendo in discussione dati e teorie avallate da personaggi del calibro di Newton e di Einstein. Ereditato ha, infatti, scoperto che in natura esiste qualcosa che corre ad una velocità maggiore di quella della luce (300.000 Km al secondo) : i neutrini. I neutrini sono delle particelle elementari minuscole, con una massa piccolissima – un milione di volte inferiore a quella degli elettroni. Sono sprovvisti di carica elettrica ed interagiscono tra loro solo attraverso la forza di gravità. L’esperimento, che ha visto la collaborazione del Cern con il centro di ricerca del Gran Sasso, segnerà una tappa importante nel mondo della ricerca e nell’immediato potrà incidere, ad esempio, sul nesso eziologico esistente tra le cause e gli effetti di taluni eventi. La notizia è clamorosa e merita migliori approfondimenti. Ereditato non ha studiato ad Harwad e neppure ad Oxford. Ha preso la maturità scientifica a Bagnoli per poi laurearsi alla Federico II, università troppo spesso bersagliata dai soliti esterofili denigratori delle accademie nostrane. Come tanti suoi colleghi ha cercato e trovato migliore fortuna all’estero, è vero, ma lo ha fatto senza rinnegare le proprie radici e recidere quel legame di amicizie e di amori così forte che ancora oggi lo conduce, non appena può, alla sua Napoli. La storia di Ereditato somiglia a quella di tanti napoletani emigrati altrove per affermare il loro genio o semplicemente per trovare una sistemazione più consona alle loro ambizioni. Celebrarlo oggi è per me un atto dovuto, oltre che un gesto di riconoscenza per aver ridato lustro ad una città condannata e degradata dalle cronache recenti ad un ruolo colpevolmente marginale e periferico rispetto ad altre geografie più sane e progredite. Napoli, che negli ultimi anni ha legato la propria immagine ai Saviano, ai preti di frontiera e alla monnezza mai smaltita, oggi può tornare a sorridere e guardare al futuro con quella speranza che solo i luoghi più virtuosi riescono a coltivare e a trasformare in realtà feconde. Al professore Ereditato auguriamo di sublimare la sua scoperta con un riconoscimento prestigioso ( il Nobel?). A Napoli di credere e inseguire con fiducia i propri talenti oltre le parentesi dei suoi momenti peggiori.    

 

 

12 pensieri su “La bella Napoli

  1. Non credo che Saviano dia lustro alla città di Napoli meno di Ereditato: sono due talenti locali che ci invidiano.

  2. “Un Ereditato non fa primavera” dove ancora oggi, la maggior parte del territorio e dei flussi economici è intermediata dalla camorra. Napoli è marcia, di basso rango etico, inefficiente, intrisa di un dna culturale adattivo e non reattivo ed è un problema per l’intero sistema paese.
    Le responsabilità dei patti criminali tra la politica (prima repubblica e bassolino poi), i sindacati, la camorra ed i faccendieri, sono gigantesche, con effetti devastanti per i prossimi cinquanta anni: hinterland cementificato a misura di “animali”, sistemi primari (fogne, strade, illuminazione,…) degni di bagdad, interi ambiti territoriali inquinati irreparabilmente, generazioni educate a pane e valori camorristici, rilevanti flussi economici sommersi e criminali. Preferisco fermarmi quì.
    Napoli è bella vista dall’alto su un boing(non dal mare inquinato: Saviano l’ha sputtanata coraggiosamente, Incarnato è un genio e la genialità non ha radici. Incarnato non la potrà mai salvare.
    Ulteriore considerazione sul sistema della ricerca e della formazione: ciò che insieme hanno fatto Bassolino, i sindacati, i baroni universitari (formez, asmez, pozzuoli, …., città della sicenza, etc), è qualcosa di peggio (in termini di effetti di medio termine) di quanto hanno fatto i casalesi al territorio del Casertano. quindici anni di ricerca e formazione truffa, che ha alimentato sacche di disoccupazione, grumi sindacali ed una cerchia di baroni universitari, autoreferenziali, improponibili anche al cepu.
    La nuova classe dirigente mi sembra, se possibile, addirittura peggiore.
    1, 10, 100 Incarnato per i quali … a Napoli ci vengo a mangiare pizza e ba bà ed a vedere il panorama: non indosso l’orologio, mi guardo sempre intorno e me ne scappo appena finito, guidando con la sicura inserita e, soprattutto, non ci andrei mai a vivere!

  3. Smarigli, lei su Napoli riesce a superare perfino il mio pessimismo! Una volta tanto che riesco a riconciliarmi con la mia città….
    Scherzo. Lei ha ragione, ma veda il clichè dell’orologio rubato o dello scippo dietro l’angolo, su Napoli, non funziona più come una volta. E sa perchè? Perchè uscire dopo le 19,30 a Milano può essere più pericoloso. Allo stesso modo a Roma ( prima città italiana nel 2011 per omicidi) si può rischiare di essere colti da una pallottola vagante davanti a uno dei ristoranti di Trastevere. Per non parlare di certi quartieri parigini o newyorkesi : è la dura vita delle metropoli. Oltretutto Napoli non è nuova a certe forme di degrado. Ci sono cronache dell’età borbonica ( in quegli anni Napoli era una capitale) che ci ricordano certe descrizioni del Saviano di Gomorra. Come dire : Napoli è sempre la stessa, nel bene e nel male.

    cennamo.angelo@tiscali

  4. per BtK:
    non sono provinciale, certo, in dieci righe si corre il rischio di essere assolutisti e di scivolare sullo stereotipo dell’orologio …..
    Disprezzo fortemente la cultura del “lascia che passi”, l’esasperazione quasi commediale dei riti pagani e religiosi e, soprattutto, l’abitudine ad essere antistato.
    Tutto ciò non da un osservatorio provinciale, ma nell’interesse del mondo globalizzato.
    Giudico quale male sociologico principale quella deleteria tendenza a manifestare diversità ed atipicità in ogni dove.
    Ma quel che davvero mi fa ribrezzo è la decadenza nell’ultimo cinquantennio della borghesia e del mondo della cultura napoletana che senza stato di necessità, quindi in modo ancor più colpevole del morto di fame, si è piegata al peggio, senza riuscire a dare una impronta illuminista alla società civile napoletana.
    Cosa fanno i dipendenti della p.a.? Dove sono stati i professori universitari? Cosa facevano i sindacati?
    Altro che provicniale …..

  5. a me del fatto che si parli di un ricercatore italiano che ha avuto successo nonostante tutto mi fa piacere. non capisco il legame con napoli e ancora meno, caro angelo, capisco perchè ci metti di mezzo la tua “ossessione” saviano. il quale può non piacerti ma devi ammettere che ha avuto un successo tale che conferma la sua capacità di scrittore e di riferimento culturale. almeno che tu non pensi che la colpa della mafia, e della camorra, sia dell’antimafia e dell’anticamorra.
    la questione dei ricercatori e della scuola italiana è seria. e, purtroppo, proprio nel meridione è drammatica e, nonostante, tu continui a confondere, (e difendere) la “riforma” gelmini -sai quella del tunnel ginevra-gran sasso- come la meglio cosa di questo governo stai apposto, invece di mettere in luce e capire che qua non è stato riformato un bel niente ma si è provveduto ad un taglio forte e netto sull’istruzione a danno dei più deboli e a vantaggio delle scuole private della gente con la puzza sotto il naso e quelle dei preti.
    quindi celebro con voi Ereditato campione di precarietà e testimone dello sfascio della scuola pubblica ma anche dell’intraprendenza e della speranza.
    per quanto riguarda napoli che dire, non mi dispiace l’analisi dello smarigli, io personalmente ogni volta che ci capito sono molto agitato, però trovo sbagliato non avere speranza e, a me, “giggino a manetta” -insomma de magistris- qualche flebile speranza l’ha accesa senza che abbia dovuto mettersi a fare lo spazzino.

  6. @roberto smarigli:

    il mio voleva essere un commento allegro. Più che altro, noto in molti salernitani una specie di fobia verso Napoli: tu già sei un caso particolare, nel senso che alla pizza e al babba’ ci arrivi. C’è gente di Salerno che appena supera Vietri crede di entrare in territorio “nemico” e non va oltre, se non per dovere (es. per lavoro). E’ una cosa ridicola ma discretamente radicata.

    @michelezecca:

    c’è effettivamente (non so se Angelo ne faccia parte perché non mi è mai capitato di leggere un suo giudizio sullo scrittore) un ristretto gruppo di persone dalla tendenza, come dire, “omertosa”, che ritiene che Roberto Saviano avrebbe fatto meglio a stare zitto perché in questo modo ha scoperchiato un calderone che ci ha messo in cattiva luce davanti a tutto il mondo.

  7. Su Saviano: io non ritengo che Saviano avrebbe fatto meglio a stare zitto, ritengo invece che:
    1. Non sappia scrivere, nel senso che il suo italiano, nonchè il suo modo di scrivere, non appassionino, al di là dei contenuti;
    2. Sia un fenomeno mediatico che ha saputo sfruttare in maniera egregia ( anche alla macchina Mondadori dell’odiato Berlusconi), il suo momento, il politicamente corretto e la tendenza radical chic della cosiddetta società civile(sic!);
    3. Assolutamente non sia un pericolo perla camorra che non credo che lo consideri più di tanto: le cose che ha scritto erano tutte nella sentenza del processo Spartacus; gli altri interventi, su quotidiani e tv, fanno sostanzialmente ridere;
    4.Spero vivamente che l’eroe Saviano sia presto ridimensionato e riportato al ruolo che gli compete, e cioè un modesto scrittore che ha saputo sfruttare il suo momento ( onore a Mondadori): la città di Napoli, la Campania, l’Italia, non ha bisogno di eroi milionari politicamente corretti ( e quindi rigorosamente di sinistra ed antiberlusconiani) ma di gente che svolge quotidianamente il proprio lavoro, secondo le regole e che pensi con la propria testa.

  8. Sono d’accordo con Smarigli quando cita la borghesia napoletana e la sua incapacità di indignarsi. Questa è la piaga peggiore, nonostante tutto. Per il resto, credo che il degrado che stia vivendo Napoli in questi anni sia un fenomeno che investe molte metropoli occidentali. Una volta per menzionare una disfunzione del sistema si ricorreva alla metafora di Napoli. Oggi l’incuria e l’indecenza le trivi dove meno te le aspetti. Milano di sera è più pericolosa.
    Condivido anche il commento di Billy. Esiste tra le nuove generazioni di salernitani una stupida avversione per tutto ciò che riguardi Napoli ed i suoi abitanti, complice le folli distorsioni del mondo del calcio. Napoli e i suoi inestimabili tesori artistici e culturali sono a pochi minuti di macchina da qui, eppure tanti salernitani, così come tanti avellinesi o beneventani, neppure li conoscono. I loro padri che, in molti casi a Napoli ci hanno studiato, guardano invece al capoluogo con occhi e simapatia diversi.

    cennamo.angelo@tiscali.it

  9. @Angelo:

    proprio così: c’è una spaccatura anche generazionale, concordo. Tutti questi sentimenti, nella Salerno pre-De Luca (ma anche pre-Bassolino e pre-crisi-dei-rifiuti) si riducevano all’adagio “se Salerno avesse il porto, Napoli sarebbe morta” (da enunciare in dialetto). Poi è successo qualche cosa… Non so dei beneventani, ma gli avellinesi che conosco (e sono parecchi) sembrano immuni a questo sentimento: sembra che il problema sia maggiormente diffuso proprio tra i salernitani.

    @Marcello:

    che Saviano non sappia scrivere non può essere che un dato soggettivo, oltretutto contrastato dai numeri: per dire che qualcosa non appassiona si dovrebbe parlare di libri che vanno al macero e non mi sembra che i libri di Saviano siano mai andati al macero. Considera anche che il famoso libro di cui parliamo (che io ho letto a metà perché me lo hanno rubato su una panchina…) è inizialmente stato venduto con il passaparola e l’autore non si attendeva un successo del genere, tant’è che si dice che le sue “revenues” (quanto guadagnava dalle singole copie) fossero molto basse. Insomma, il libro tutto sembra tranne un fenomeno montato esclusivamente dalla Mondadori.

    Credo che il pericolo-Camorra ci sia eccome, altrimenti lo Stato non si sarebbe prodigato a mettere lo scrittore sotto scorta: faccio presente che ci sono un sacco di personaggi sotto scorta che ne avrebbero bisogno molto meno (es. Emilio Fede), dal momento che non hanno mai dato “fastidio” a nessuno. Il processo Spartacus ha ricevuto dai media una attenzione non commisurata alla sua importanza, cosa di cui ti potrai rendere conto anche da solo se ti rechi in una qualunque emeroteca e ti fai dare i giornali di quei giorni.

    Poi, sicuramente, c’è chi ne fa un eroe, ecc.ecc. Ma io penso che è meglio avere un Saviano (nel senso di uno che racconta delle cose, anche a persone che teoricamente dovrebbero conoscerle, come noi campani), piuttosto che non avercelo. Meglio i Siani, le Capacchione, i Diana e i Cantone, piuttosto che fare finta di niente, cosa che non ci ha aiutato granché come regione e, anzi, ha favorito l’assopirsi di molte coscienza…

    E poi, sinceramente, penso che questo libro (il suo successo, voglio dire) abbia portato l’attenzione su qualcosa che esiste e che prima ci arrivava solo tramite le cronache (omicidi) e tramite i libri pieni di statistiche di alcuni esperti (che però non arrivavano alle masse). In più, se non ricordo male, viene venduto come “romanzo”, quindi opera di fiction, cosa che non accadeva per le opere di Pier Paolo Pasolini, cui credo lui si ispiri in qualche misura.

  10. Mi si congeda il piacere di difendere la Bella Napoli che ho ben chiusa nei meandri
    più profondi del mio cuore.
    Sicuramente, ho seguito con passione le vostre stupende , letterarie arringhe che ci portano alla migliore conoscenza della nostra amata Napoli. Bravi tutti.
    Tuttavia, e come sempre, mi piace esporre il mio modestissimo pensiero. Direi che l’ argomento in discussione meriterebbe di essere trattato con lenti d’ingrandimento più benevoli.
    Secondo il mio pensare, i luoghi di studi della intera Campania , frequentati sicuramente da studenti intelligenti , volenterosi d’imparare e di raggiungere il massimo del sapere, anche se, devo asserire , che quando ero a New York , molti illustri personaggi italiani che studiavano a New York mi dicevano che in quelle università vi era materiale in grande abbondanza per fare tutte le prove scientifiche che si voleva, e mi dicevano che in Italia non era affatto la stessa cosa.
    Ora, pensando che il nostro grande fisico Dr Antonio Ereditato ha studiato nelle Università di Napoli, che può darsi che almeno nel passato, non abbiano avuto la medesima abbondanza di materiale per prove scientifiche alla portata di tutti gli studenti, Dobbiamo quindi affermare che il nostro Ereditato può ben essere collocato nel libro della storia accanto ad altri grandi del passato. Perché è tutto merito suo se ha raggiunto tale eccelso livello di protagonista della ricerca più importante di tutti i tempi.
    I fatti recenti non sono affatto la storia di Napoli. Sono certo che tale splendida città ritornerà a fiorire come una rosa ed essere nuovamente apprezzata in tutto il mondo. Viva Napoli!!!
    Alfredo Varriale

  11. Eppure, Napoli è stata baciata, addirittura dallo Spirito Santo, Il Quale ha dettato il Commento della Sacra Bibbia della Chiesa Cattolica Apostolica Romana proprio ad un umilissimo suo figlio sacerdote: Don Dolindo Ruotolo. Vi invito a leggere la meravigliosa PAROLA racchiusa nei XXXVI Volumi che ci ha lasciato! Purtroppo, essi non sono commerciabili, e poco alla volta li sto acquistando con una cifra indicativa, per contribuire anche a costruire pozzi d’acqua per le popolazioni dell’ Africa, nella Chiesa di San Giuseppe dei Vecchi e dell’ Immacolata di Lourdes a Napoli.
    Pare che il sacerdote stia anche intervendo in varie guarigioni. La nipote vivente, la gent.ma signora Grazia Ruotolo, mi ha raccontato che suo zio ha lasciato detto che chiunque si recherà sulla sua tomba e busserà tre volte in nome della SS. TRINITA’, egli chiederà a Gesù e a Maria di intervenire nelle varie necessità.
    Mi ha anche invitata, avendo saputo che abito nella Provincia di Salerno, di unirmi ai pellegrinaggi che partono proprio da Salerno.
    Credo che dovremmo chiedere al nostro amato Creatore il dono dell’ umiltà e dell’ unità se vogliamo costruire nel bene e non nel male.Siete d’ accordo?

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