Salerno e quelle strane ambizioni

Angelo Cennamo

Apprendiamo dai giornali che Vincenzo De Luca nei giorni scorsi è volato negli States per incontrare Massimo Vignelli, noto designer newyorkese, e conferirgli un incarico molto ambizioso (c’era scritto proprio così) : ridisegnare la città di Salerno. Vignelli è solo l’ultimo di una lunga lista di archistar che De Luca ha arruolato nel corso della sua lunga esperienza di primo cittadino per costruire e ricostruire la sua città, e destinarla ai posteri in una rinnovata dimensione “europea” ( quale altra dimensione avesse prima, Salerno, non è dato saperlo : asiatica?). Qualora il progetto dovesse andare in porto, Vignelli andrebbe così ad aggiungersi ad altri suoi illustri colleghi, personalità del calibro di : Bohigas, Chipperfield, Calatrava e Zadi Hadid. Tutti convenuti al municipio di via Roma per dare sfoggio del proprio talento attraverso la realizzazione di opere faraoniche, uniche ed irripetibili nel loro genere. Ora, a parte che molte di queste costruzioni non hanno ancora visto la luce a distanza di parecchi anni, vuoi per mancanza di fondi, vuoi per altre astruse ragioni tecnico-amministrative. Il quesito che vorremmo porre a De Luca è il seguente : ma è mai possibile che una cittadina tranquilla e piacevolmente anonima come Salerno debba per forza trasformarsi in una gigantesca scatola dei Lego, dove si fanno e si disfano interi rioni solo per assecondare la megalomania di un sindaco alla continua ricerca di primati? A chi giova, e sopratutto : chi paga? Prima di trasformare Pastena e Torrione in quartieri europei, perchè De Luca non prova a derattizzare in chiave italiana il lungomare cittadino e, già che si trova, anche quella imitazione di tribunale, situato all’interno della scuola elementare Vicinanza? Pare che anche lì, infatti, abbiano fatto capolino alcuni simpatici esemplari di roditori, dopo essersi accasati tra le palme bruciacchiate della riviera. Salerno non ha bisogno di inseguire degli strani record, o peggio, trasformarsi in uno strumento narcisistico – ricordate l’albero di Natale più alto d’Italia e la piazza più grande d’Europa?-ma reclama normalità, una funzionalità sobria e accogliente, al riparo dall’altisonanza esibizionistica di certi divi dell’urbanistica, più consoni ad altre realtà metropolitane. Salerno non sarà mai un’altra Barcellona, e non potrà neppure somigliare a Napoli, città di ben altre dimensioni e di ben altra storia, nel bene e nel male. I suoi abitanti chiedono solo migliori servizi ed una migliore qualità della vita : una sana normalità per la quale non occorre scomodare nè Bohigas, nè Vignelli, ma bravi e soprattutto economici architetti del posto.  

 

20 pensieri su “Salerno e quelle strane ambizioni

  1. Illustre Dottor Cennamo, visto che si diletta a fare l’opinionista, pootrei conoscere qualcosa della Sua vita, anche per poter comprendere quale storia ha, per arrogarsi il merito di discutere tutti e tutto, facendo pensare che l’unica persona che sta dalla parte della ragione è Lei ? Mi sembra che sentenzi un po’ troppo. Aspettiamo Sue autorevoli notizie, per scoprire questo Suo sostanzioso curriculum, di pseudo uomo della destra salernitana

  2. Sono d’accordo al 100% con te. Sono molti fattori che hanno prodotto questo stato di cose: la Salerno prima di De Luca era di fatto un luogo notevolmente degradato, sia politicamente (Salerno fu commissariata), sia a livello urbano. Non so da quanti anni sei a Salerno, ma io ricordo gli anni della villa comunale chiusa al pubblico e tutta quell’area destinata alla prostituzione ed allo spaccio. Se volevi offendere un tuo compagno di classe bastava dire la frase magica: “tua madre se la fa al Teatro Verdi”, che in dialetto locale era identica alla sua versione in dialetto napoletano (e nessuno si faceva problemi ad ammetterlo). Oggi penseresti che la madre suddetta venda panini o faccia la maschera: in realtà, era, come avrai intuito, un modo per dire che la madre si prostituiva.

    Altro fattore da considerare è il provincialismo dei salernitani, che li porta a competere ossessivamente con i napoletani, dei quali immancabilmente si sentono superiori (anche “a schiòvere”, data la stupidità del parallelo): a questo si è aggiunto il problema dei rifiuti, che ha rinforzato nei salernitani il senso di appartenenenza ad una comunità di svizzeri traslocati a Salerno. Per non parlare del fatto che qualche onorevole, ne ricordo uno di sinistra con raccapriccio, addirittura realizzò uno spot in cui scriveva una finta lettera ad un suo amico lontano e gli diceva che Salerno non era come Napoli: una cosa inquietante, che però faceva leva su questi sentimenti di bassa lega che circolano per la città, negli ultimi anni più che mai (e non c’entra il tifo: alla fine, Salerno non ha mai avuto una squadra di calcio del livello di quella partenopea, e te lo dice un tifoso romanista).

    Poi c’è un’altra cosa ancora: a Salerno, se escludi il centro storico, non c’è molto altro. I nostri antenati non hanno lasciato le mille chiese che ha Napoli, non abbiamo un palazzo reale, non abbiamo una piazza del Plebiscito, non abbiamo la riviera di Chiaia, non abbiamo la Villa Comunale di Napoli, non abbiamo Santa Chiara, non abbiamno di fronte né Capri, né Ischia, non abbiamo il Vesuvio, non abbiamo pizzerie del livello di quelle dei Tribunali (né quelle microscopiche come quella De’ Figliole alla Giudecca Vecchia). Certo, il fenomeno criminale, il traffico e tutta una serie di grandi problemi irrisolti che ha Napoli (che è una città molto più importante, densamente abitata e con tutt’altra storia), non li abbiamo: però abbiamo il topodromo del lungomare a cui effettivamente andrebbe posto rimedio, anche senza scomodare le archistar, anche a scapito della felicità dei roditori.

  3. Caro Della Pace,
    sono una persona come tante, libera di esprimere delle opinioni, sempre nel rispetto della costituzione. Esattamente come ha fatto lei commentando il mio articolo. Cosa vuole sapere di me, se, per esempio, sono favorevole alla censura? Io no. E lei?

    cennamo.angelo@tiscali.it

  4. @antonio della pace:

    non capisco per quale motivo il dottor Cennamo debba fornirti le proprie generalità: trovo il tuo post di pessimo gusto, considerato che Cennamo non sta facendo niente altro che esprimere democraticamente una opionione e (soprattutto) non si sta “arrogando alcun diritto” che non sia sancito dalla Costituzione (che con grande evidenza non hai mai letto o capito).

  5. Come è triste scomodare la Costituzione a fasi alterne! La destra ne vuole modificare l’architrave negli articoli fondamentali della sua prima parte, quali la libertà d’espressione, allorquando impone leggi-bavaglio, e poi, in uno strano transfert, si richiama alla Carta ed alla sua tutela del diritto d’opinione per consentire a chi di professione non fa l’urbanista di polemizzare sulle relatve scelte di un pubblico amministratore. Non è troppo strumentale prendere spunto dalla mancata risoluzione del problema dei topi per contestare scelte urbanistiche di parte? Non è troppo opportunistico fare leva sull’esigenze lavorative degli architetti salernitani per attribuire solo ad essi “una sana normale urbanistica”? Non è troppo enfatizzante richiamare il diniego del diritto alla critica con la richiesta di quali potrebbero essere le sue proposte alternative, se ne ha? Forse è veramente troppo anche per lei!!!

  6. @magda:

    quindi nella tua visione del mondo, un cittadino qualunque a cui alcune scelte urbanistiche non piacciono (per non dire altro) deve tacere perché non è un esperto di urbanistica (o perché non ha proposte alternative)?

    Il cittadino di Salerno deve contribuire alle grandi opere in silenzio perché tanto ci pensa l’urbanista?

    E non si deve nemmeno lamentare dei topi?

    Cara Magda, questo non è un cittadino: questa è la definizione di suddito.

  7. @magda (2):

    faccio presente, se ce l’avevi con me (riguardo la Costituzione) che, com’è noto anche al dottor Cennamo, con il quale a volte abbiamo scambi di vedute (a mio modesto modo di vedere abbastanza urbani), sono un elettore di centrosinistra: dunque, non vedo di che “transfert” si parli qui (a parte l’uso un attimo allegro del termine). Io ho solo notato che ben due utenti, in apparenza “democratici”, sono calati in questo sito, il primo a chiedere le generalità ad una persona che in un libero stato ha espresso una opinione personale, il secondo a dire che l’opinione non la può esprimere, ma non tanto perché non ci sia libertà, ma perché per esprimere una opinione da cittadino su un certo argomento si deve essere per lo meno urbanisti. Di questo passo per parlare del pane si dovrà essere panificatori, della frutta fruttivendoli, della pasta produttori di pasta, delle patate coltivatori diretti di patate, ecc.ecc. Come conseguenza finale avrai che i panificatori, non potendo parlare con nessun altro in maniera competente, parleranno solo tra panificatori, e così le altre categorie. Tra categorie diverse, se per caso ci si incontrerà, ci si dirà solo buongiorno e buonasera, al massimo ci si concederà qualche digressione sul meteo.

  8. Gentile Cennamo,
    la seconda repubblica ha consentito a molti sindaci, di personalità e di stazza, di diventare un partito o un sistema, quello di de luca, vera e propria rarità, non accenna a terminare finendo per apparire duraturo. Credo, oltre che alle logiche perverse dei sistemi chiusi, molto del merito sia dovuto da un lato ad un dna berlusconiano (rapporto diretto con gli elettori e sfide di rango morale lanciate al popolo), dall’altro, ad una obiettiva vocazione a fare cose visibili e di impatto, dall’altro ancora, al fatto che rispetto agli altri esponenti locali, la sensazione di credibilità percepità sia enorme per dispersione. Non credo sia il Signore in terra, ritengo che sia un buon sindaco in assoluto e, in senso relativo (rapportato al resto) uno dei migliori.
    In merito alle sue considerazioni, pur rispettandole, le ritengo “strane”, quando ritiene incomprensibile che Salerno rinunci alla sua dimensione “tranquilla ed anonima” per seguire fideisticamente “il visionario”: caro Cennamo, è evidente come si sia di fronte ad una visione duratura che si poggia sulla percezione dei cittadini della mutata realtà salernitana. A me, infatti, sembra che salerno sia uno di quei casi dove il percepito si sposi con il visibile. Quanto ai topi, beh, è un problema da risolvere ed anche di corsa e per questo la ringrazio come cittadino quando denuncia degradi risolvibili. Però non li leghi a quanto da Lei argomentato e, se proprio lo vuole fare, lo faccia nella direzione del Principe Arechi, troverà tanta materia naturalmente correlabile ai roditori. Stima nei confronti di dubbie personalità, rapporti privilegiati con il peggio che rappresentava Villani, farneticazioni quotidiane sullo spessore della propria attività, difesa di ufficio di Cosentino, Gambino e via discorrendo, corti di dirigenti; ed allora Le chiedo: mi indichi un punto programmatico ad oggi, dopo metà corsa, raggiunto, mi indichi una occasione dove ha ascoltato da parte del PDL-Arechi qualche pur tenue censure verso i gruppi lobbistici dell’agro nocerino.
    Caro Cennamo, Lei mi appare capace e quindi ho piacere a comunicare con Lei ma, davvero, Salerno, con i suoi primati (non pochi), i cantieri in corso o in ritardo, i problemi irrisolti è mia e sua e non di de luca, abbiamo l’obbligo di guardarla con gli stessi occhi.
    Saluti

  9. in ritardo entro nella discussione. mi piace, per prima cosa, ricordare che il sindaco di salerno ha diritto di governare, anche le questioni urbanistiche, considerato il consenso che ha avuto.
    detto questo in europa le città che hanno fatto dell’innovazione in urbanistica sono veramente poche. il riferimento è, a mio parere, Parigi, che mischia in maniera veramente lodevole moderno e antico con una continuità impressionante e la rende unica e continuamente rivoluzionaria. in maniera minore Londra ultimamente ha dato impulso a costruzioni moderne e illuminate. poi Berlino, unico vero cantiere della fine dello scorso secolo, ma a berlino si gode meno la transizione e il distacco avendo come base una città quasi totalmente distrutta dalla guerra. Barcellona, forse vero riferimento del nostro sindaco, è un caso a parte, perchè ha avuto grandissimi artisti che hanno lasciato traccia ma, la sua vera qualità, è lo stile, la proposta di uno stile di vita che ha realmente affascinato il mondo. stile, quello di Barcellona, creato anche sui difetti degli abitanti e le tradizioni. in Italia si sa è difficilisimo fare nuova architettura e forse l’unico caso da studio potrebbe essere Genova.
    ora avvocato ti chiedo se non sia leggittimo per un sindaco tendere a quelle realtà per sviluppare la città e migliorarne la qualità della vita.
    ti dirò che a me il tuo sindaco piace poco, e tu in passato ne hai parlato spesso, io uno sceriffo non lo avrei mai votato però l’80% è tanta roba.
    la storia dei topi, meglio sarebbe dire dei ratti (le zoccole-credimi non faccio riferimenti arcorecci) sono un problema da tutte le parti, ci vorrebbero gatti e un buon piano di derattizzazione, cosa che immagino si faccia già. perciò la tua polemica è un poco speciosa perchè se hai ragione nel condannare gli annunci a spregio dei fatti hai tantissimo torto a non considerare, con altrettanta condanna e ironia l’idea di costituire un PRINCIPATO, cosa quest’ultima, che a me mi pare veramente una grandissima sciocchezza ( e questo è un eufemismo).
    ecco il tuo difetto è il solito cioè sei un poco strabico e tendi, quando ti pare, a girare lo sguardo altrove.
    per quanto riguarda la bravura degli architetti salernitani boh! penso che un maestro è sempre un maestro, e per questo potrebbero trovare ispirazione. ma il campanilismo e l’idea che l’urbanistica sia una questione tecnica sono cose che non stanno ne in cielo ne in terra.

  10. @roberto smarigli & michele zecca:

    siete blindati da numeri bulgari, perché vi preoccupate tanto di quello che può dire una voce fuori dal coro?

  11. Caro Smarigli,
    mi diverte molto la sua idiosincrasia per il “principe Arechi”. Sono stato presidente di un circolo di An ( Giovani Professionisti) per molti anni. Ho conosciuto a fondo la destra salernitana, pur non avendo mai militato e mai votato per il precedente Msi. Conosco i pro e i contro di ogni fazione. E quando Anna Ferrazzano perse malamente la sua sfida proprio contro De Luca, scrissi un articolo nel quale invitavo la dirigenza del Pdl a cambiare mestiere. Oggi non ho tessere e guardo alla politica con molto disincanto. Credo che il tempo dei partiti ( novecenteschi) sia finito. De Luca è un vincente anche per questo : ha saputo incarnare meglio di ogni altro il trasversalismo populistico che piace ai delusi. Non nego che Salerno con lui sia diventata più bella. Ma vedo nella sua gestione una sorta di autoesaltazione che mi sconcerta. Governare per inseguire primati ridicoli può essere pericoloso. Sa dirmi qual è la vocazione di Salerno? Qual è la sua identità? Quale manifestazione culturale degna di questo nome sia stata mai promossa in questa città, al di fuori della “festa della pizza”? Lei ha mai avuto il piacere di prendere la metropiltana leggera o di varcare la soglia della cittadella giudiziaria? Ha mi visto il sea park? Ha mai fatto il bagno a Salerno senza farsi la doccia dopo un nano secondo? Sarà contento di vedere sulla spiaggia più bella della città, tra qualche decennio, la muraglia cinese? Soprattutto : sa quanti milioni di debiti ha la nostra città?
    Concludo con un ringraziamento a Billy per la sua generosa difesa.

    cennamo.angelo@tiscali.it

  12. @Angelo:

    prego, ma ho solo rispolverato l’articolo 21 😉 Anzi, lo riapplico subito: la “festa della pizza” non mi è mai piaciuta!

  13. Mio caro Cennamo,
    idiosincrasia è poco, è intolleranza totale (che per un tollerante di natura è il massimo) nei confronti di ciò che il Principe rappresenta, ….. peggio di Villani, il che non è poco. Per non parlare dell’affermazione “Salerno è brutta, non ci vengo più ad abitare”. Beh, magari si fosse chiesto prima se qualcuno lo voleva, con addosso le polvere sottili delle aziende del movimento terra.
    La provincia, caro Cennamo, è diventata feudo dell’Agro e questo dovrebbe far riflettere tutti. Negli anni 70 ed 80 il golfo di Gaeta era sinonimo di soldati americani e sviluppo sociale ed economico. Negli anni 90 e 2000 è diventata la terra del riciclo dei casalesi…
    Egregio Cennamo,
    Salerno merita altro destino e per fare ciò urge un compatto fronte, ripeto, dividiamoci su tutto ma uniamoci sulla città da difendere. Siamo riusciti a difenderci dal sistema Villani, meriteremmo di meglio e non surrogati morali dall’immagine intinta (allo stato attuale).
    Ovviamente, l’elenco delle negatività da Lei esplicitato a mio avviso deve essere preso a spunto da tutti, perchè de luca non è una maestà che non si può ledere.

  14. Credo che, alla fine, ciascuno ha la classe politica che si merita, perchè se la sceglie. I napoletani si meritarono Bassolino, per ben due volte. Poi la Iervolino. Gli italiani hanno voluto e si sono meritati 50 anni di Dc ( per fortuna, dico io, vista l’alternativa). Così come oggi hanno preferito Berlusconi alla corazzata Potionky ( si scrive così?). I dibattiti sugli enti locali, sarà un mio limite, non mi appassionano più di tanto. Sono contro le Province, tutte. Sarei favorevole ad una riduzione del numero delle Regioni. Sarei favorevole, soprattutto,ad un ridimensionamento della politica in generale. Il Belgio da oltre un anno non ha un governo e cresce più dell’Italia : significherà qualcosa?

    cennamo.angelo@tiscali.it

  15. @Angelo:

    dovrebbe trattarsi de “La corazzata Potëmkin” di Ejzenštejn, film in Italia generalmente noto soltanto grazie a una scena irresistibile contenuta in un film della serie di Fantozzi (a cui sicuramente fai riferimento, considerato che il film originale è universalmente considerato un capolavoro).

  16. “a proposito di idiosincrasia” e di “persone per bene”.
    Chi era il consulente gratuito dell’assessore Feola? Ing. D’Amato.
    A Perito, due anni fa, in una gara di lavori (idraulica) vince l’impresa DERVIT, chi era nella commissione? Ing. D’Amato.
    Oggi in provincia, a casa di Feola, vengono aggiudicate due gare per la manutenzione dell’illuminazione. Chi vince? DERVIT!
    Ovviamente, tutto nella norma.
    Ho il diritto, nella norma, di vomitare?

I commenti sono chiusi.