Riti e consuetudini Bandjoun (Camerun): il Titie

Padre Oliviero Ferro

Andando a visitare a Bandjoun la moglie di un amico che ha avuto il primo bambino, voi l’avete trovata chiusa nella sua stanza con il bèbè, interdetta di avere dei contatti con gli estranei alla famiglia.  Si tratta di una situazione normale:  sta subendo il rito del Titie.  Che cos’è il TITIE’  E’ un rito di iniziazione che trova la sua origine nella schiavitù.  In effetti, un giorno, una schiava ebbe un bambino.  Dato che lei era mantenuta dall’altra moglie(del marito) che era donna libera (non schiava),  il loro marito diede a quest’ultima dell’olio di palma per spalmare il cordone ombelicale del nuovo nato.  Gelosa del bambino della schiava,  la donna libera utilizzò quest’olio per preparare il suo pasto e il bambino morì dopo qualche giorno, perché il suo cordone era diventato troppo secco. Quando la donna libera più tardi ebbe anche lei un bambino, il loro marito ancora una volta fece la medesima cosa. Nonostante le cure che la donna libera portò al cordone ombelicale del suo bambino con l’olio ricevuto, anche quest’ultimo morì. La medesima cosa capitò per altri bambini che la donna libera ebbe in seguito.  Inquieto per questa situazione, il loro marito si recò da un indovino e quest’ultimo gli rivelò che i figli della donna libera morivano a causa della maledizione lasciata dal bambino della donna schiava.  Egli si vendicava contro i suoi fratelli perché il loro cordone era stato spalmato con l’olio, mentre il suo non aveva ricevuto il medesimo trattamento.  Quindi, è a partire da questi avvenimenti che nacque il Titie, che interdice di spalmare con olio di palma il cordone ombelicale di ogni bambino nato in questa famiglia.  Per essere più precisi, questa interdizione riguarda solo  i figli dei ragazzi usciti da questa famiglia. Per quello che riguarda le ragazze della medesima famiglia,  l’interdizione  colpisce anche loro, ma i figli venuti da loro sono risparmiati.  In effetti, una ragazza sposata fa ormai parte di un’altra famiglia.  Di conseguenza, i suoi figli non appartengono più alla famiglia di origini. Il rito, al quale noi assistiamo ancora oggi,  nacque senza dubbio più tardi en ricordo di questo triste avvenimento (può darsi per esorcizzare questo crimine). Ecco come si svolge.

Quando la moglie di un uomo, uscita da una famiglia dove il Titie è in corso(viene praticato), ha il primo bambino (non interessa il sesso),  quest’ultima si prepara per questo rito.  Sua madre le compera tutti gli utensili di cucina nuovi: vasi, orci, cesti, zucche  a fiasco, marmitte,ecc.  Quando si comincia il rito che si svolge il ntamze o il sèsù (nome del giorno della settimana nella lingua locale) la mamma e il suo bèbè si chiudono in una stanza e non parlano con nessuno straniero alla famiglia per una settimana.  Nessuna visita è loro permessa. Tutti i pasti della mamma del bambino sono preparati negli utensili nuovi (comperati dalla madre) e lei non mangia i pasti portati dalla concessioni (case) vicine.  Al termine di questo isolamento totale che dura una settimana,  si prepara una grande festa e la mamma e il suo bambino escono dal loro nascondiglio.  Tutti i membri della famiglia e gli amici sono invitati.  Dopo la festa, si riempie un grosso cesto di foglie d’albero morte e lo si mette sulla testa della giovane mamma. Al suono di una musica, suonata dai membri della sua famiglia acquisita(quella del marito) che l’accompagnano con certi invitati venuti dalle famiglie dove questo rito è praticato, lei danza tenendo la cesta sulla testa.  Dopo la danza, tutti gli utensili nuovi utilizzati per la sua iniziazione sono portati via dall’altra moglie(di suo marito).