Salerno: Asl, Cisl lettera aperta

“A circa 6 mesi dal commissariamento Bortoletti, appare evidente che ormai stia per terminare il credito riservatogli, attese le sue referenze e competenze presunte. Tutti avevamo ipotizzato che una persona estranea alle dinamiche clientelari e di potere del territorio potesse dare una svolta, nella consapevolezza che molti anche tra le organizzazioni sindacali si sarebbero prestati a favorire percorsi di riorganizzazione dei servizi a tutela di lavoratori e cittadini. Purtroppo le logiche della tutela di interessi specifici a danno della totalità degli addetti sembra che come sempre stiano prendendo il sopravvento. La denuncia dei delegati della CISL FP è solo uno spaccato, una parte più o meno evidente del caos che regna nell’ASL Salerno. Speriamo che l’era dei commissari sia finita e che cominci  quella della programmazione vera, che rammento essere l’unica strada percorribile per uscire fuori dalla crisi del settore attraverso una governance moderna che coinvolga tutti, senza demagogia e opportunismi di sorta. Al di fuori di tale evenienza, bisognerà constare con rammarico il fallimento anche dell’attuale commissariamento. Il tempo per la svolta c’è ancora? Non è mai troppo tardi per cambiare se la strada che si sta percorrendo è sicuramente errata. Anzi in tali casi, ovvero se si è certi che la strada è sbagliata è obbligatorio cambiare, altrimenti si finisce, come è successo agli altri, per diventare solo chiacchiere e distintivo.”L e t t e r a     A p e r t a-

I sottofirmatari della presente, tutti delegati RSU/RSA della CISL FP dell’ASL Salerno ritengono ormai non più sostenibile l’attuale situazione in cui versano i rapporti sindacali ed il confronto negoziale con questa direzione commissariale. Infatti, nel mentre si “mena il can per l’aia” con discussioni inutili  su un piano attuativo territoriale che mai troverà concreta attuazione per mancanza di risorse economiche ed assenza di risorse umane, il Commissario Bortoletti sta continuando a tirare a campare, aspettando la data fatidica in cui lascerà l’azienda sanitaria, avendo già prenotato aereo ed  albergo per le sue meritate vacanze di fine anno. Al di là delle dichiarazioni dalle quali sembrerebbe che il Commissario si stia prodigando per il rientro dal debito, la verità è che da circa sei mesi dal suo insediamento nulla è cambiato nell’azienda, anzi sembra che l’attenzione acchè qualcosa cambi sia totalmente assente, lasciando così intendere che almeno fino alla fine del mandato nulla debba cambiare,e così verrà tutto rimandato all’insediamento dell’ennesimo Manager. Nessuno, tra operatori e cittadini tutti avverte l’esistenza di una ASL unica, anzi si continua a ragionare come se le tre disciolte AA.SS.LL. fossero ancora operative mantenendo invariate difformità di trattamento giuridico-economico e confusione organizzativa a cui si somma la ormai incancrenita carenza di organico in diverse professionalità del comparto con contestuale quanto inevitabile degrado delle prestazioni e dell’assistenza sanitaria su tutto il territorio della Provincia di Salerno. Ma d’altra parte nessuno ignora, anche per totale e dichiarata volontà del Commissario Bortoletti espressa in tutte le sedi in cui si è confrontato sulla questione, che egli stesso è concentrato solo sugli aspetti burocratici ed amministrativi collegati al piano di rientro, non considerando le importanti criticità relative all’assistenza sanitaria ed al mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza per i cittadini di questo territorio. Il problema di fondo è l’inesistenza della funzionalità del governo centrale dell’ASL rispetto alle strutture periferiche, ognuna infatti si gestisce a guisa di Repubblica a se stante, tanto e’ vero che si vedono diffuse disparità di trattamento anche nei confronti degli accessori salariali (straordinario, reperibilità, indennità di rischio) che vengono regolamentate e pagate (se e quando pagate) attraverso interpretazioni sporadiche e faziose del dirigente di turno, nuovo potestà sanitario che non risponde a nessuno in quanto depositario della verità assoluta. Purtroppo al Commissario manca il competente mandato per dare un segnale incisivo attraverso la rimozione di quei dirigenti che non ottemperano alle disposizioni impartite. Forse lo stesso Commissario è coinvolto inconsciamente per spirito d’appartenenza, alla luce del fatto che, ed è questo il vero miracolo economico sanitario salernitano , la dirigenza non ha subito alcuna decurtazione economica. Nel concreto anche in tale comparto vige una differenziazione salariale, ma mentre al comparto si tagliano, solo per l’anno in corso e solo per la produttività collettiva,  ben euro 1.400.000,00 alla dirigenza non si taglia nemmeno 1 euro. Anzi in barba a qualsiasi elementare concezione economica, si lascia invariata la quota della reperibilità a € 62.00 per diversi dirigenti dimenticandosi di uniformarla in tutta l’azienda e allo stesso comparto, poiché norma deputata alla contrattazione, deve trovare copertura economica, la qualcosa sembra inverosimile atteso lo sfondamento annuale plurimilionario del fondo che periodicamente e irreversibilmente aggrava il bilancio dell’azienda. L’indennità chilometrica viene erogata a numerosi dirigenti per l’utilizzo indiscriminato dell’auto propria ma viene negata al personale del comparto per l’espletamento dell’assistenza domiciliare e degli altri compiti di istituto; si continuano a autorizzare turni di 24 ore ai dirigenti, delle quali solo 6/8 sono ore effettuate per compiti di istituto, le altre sono dedicate ad attività in ALPI, a progetti, ecc.; si continuano a pagare gettoni di presenza per incarichi in commissioni aziendali unitamente ai rimborsi chilometrici derivanti dai predetti incarichi con cospicue somme di danaro corrisposte impropriamente e senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali. D’altra parte “al contadino non far sapere come è buono il formaggio con le pere”, e sicuramente al Commissario viene negato di conoscere le modalità relative alla redistribuzione di quote che avviene al di fuori delle dinamiche contrattuali e di verifica, poiché direttamente trattate “motu proprio” dai dirigenti e dai loro “compagni di merenda”. L’esempio eclatante è rappresentato dall’erogazione delle quote per il progetto ex Legge Regionale Campania n. 3/2005 che per l’anno in corso è finanziato per circa € 1.000.000,00 di euro e che in assenza di adeguato confronto sindacale finisce per sancire una pilotata assegnazione di risorse, come progettualità ad invito (“ti invito a partecipare alla mia mensa”). Ma tale prassi è consolidata in tutte le attività realizzate con fondi regionali, che sono appannaggio solo ed esclusivamente dei dirigenti che controllano i fondi, e redistribuiscono elevate quote di salario aggiuntivo in barba ai più elementari diritti dei lavoratori. Forse è il momento di dire basta. In un momento di grave crisi economica che vede in altri settori perdita di posti di lavoro e nel nostro settore marcata perdita di potere d’acquisto del salario, forse sarebbe opportuno fare sul serio e far cader privilegi di casta e di presunta prebenda. Noi delegati RSU/RSA della CISL FP vogliamo rilanciare nel concreto una questione morale dell’ASL Salerno, a partire dalle priorità e dalla rimozione degli incapaci. Vorremmo che: si evitassero pagamenti di salario accessorio di circa € 1860,00 in considerazione che solo 30 reperibilità mensili di un dirigente, equivalgono a due stipendi di un operaio e/o di un ausiliario addetto ai servizi; si evitassero turni di 24 ore, scempio dell’elementare diritto per la garanzia della sicurezza, sia del lavoratore che del paziente; venisse risolto il problema drammatico della carenza di organico in modo da non negare la speranza a quanti potrebbero entrare nel mondo dell’occupazione dando vera dignità al lavoro e un futuro ai nostri figli; si evitasse di continuare a remunerare incarichi per strutture inesistenti (o non più previste  dal nuovo assetto aziendale), nel mentre per il comparto si continuano a mantenere sospesi da circa un anno i servizi infermieristici, tecnico-sanitari e dell’assistenza sociale di cui alla L.R. n. 4/2001 e L. n. 251/2000 nonché le posizioni organizzative e i coordinamenti complessi con indennità variabile, determinando di fatto un’interruzione di pubblici servizi ed un notevole abbassamento della qualità ed appropriatezza delle prestazioni sanitarie erogate; si evitasse di continuare per il comparto a centellinare anche su indennità di turno e indennità di rischio dovute; si evitasse di parlare di una azienda unica quando la stessa è trina nel concreto a distanza di circa due anni e mezzo dalla sua costituzione; si pervenisse alla esemplificazione evitando di replicare la stessa richiesta di dati da tre strutture diverse della stessa Azienda, personale, staff e economico finanziario, quasi che neanche nello stesso palazzo ci si incontra per sapere cosa l’ente sta facendo e dove sta andando; si evitasse di chiedere continuamente sacrifici al comparto, e senza alcuna compartecipazione da parte di altri, anzi continuando a non verificare se tra gli sprechi non possano essere annoverati anche altissime quote pagate per fitti di capannoni e case decrepite; si evitasse di passare il tempo ad aspettare qualcosa che mai accadrà ad opera di alcuno poiché tutto ciò che oggi può accadere, in un’ottica di moderno governo della cosa pubblica, dipende solo da noi, da noi tutti, nessuno escluso; si evitasse di dare l’idea, caro Commissario Bortoletti di sembrare un Robin Hood all’incontrario, togliendo soldi al comparto ma continuando ad elargirli lautamente alla dirigenza anche di fronte a marcate distrazioni di fondi dall’area del comparto all’area della dirigenza. Vorremmo a breve poter cambiare idea.