Salerno: Pd, Savastano sulla soppressione delle Province

Il Capogruppo PD alla Provincia di Salerno, Nino Savastano, in merito al Disegno di Legge Costituzionale per la soppressione delle Province, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, dichiara: “La decisione del Governo, inserita nell’ultima manovra finanziaria , come peraltro dimostrano le esitazioni e le incertezze al riguardo, è tardiva ed appare essere più dettata dalle indicazioni dell’Unione Europea e della Banca Centrale Europea, piuttosto che dalla convinzione di riorganizzare l’assetto degli enti locali e ridurre in maniera strutturale la spesa pubblica nel nostro Paese. Meglio tardi che mai! Il nostro sistema di governo dei territori istituzionale – aggiunge difatti il Consigliere Savastano – può fare benissimo a meno delle Province perché, come dimostra l’esperienza di questi decenni, esse rappresentano un costoso duplicato di funzioni e servizi che invece potrebbero essere delegate ai Comuni Capoluogo ovvero alle Unioni di Comuni”. “Sono i Comuni – ha aggiunto il Capogruppo PD – e ancor più i Capoluoghi di provincia, difatti, per la loro storia, per la prossimità ai bisogni ed agli interessi delle collettività locali e per struttura amministrativa e capacità di governo del territorio, più in grado di assolvere quelle funzioni e quei servizi, peraltro, residuali che il nostro Ordinamento oggi assegna alle Province. La delega di funzioni e servizi e naturalmente l’assegnazione delle necessarie risorse finanziarie ai Capoluoghi ovvero alle Unioni Comunali, oltre che realizzare rilevanti risparmi di spesa, eviterebbe inutili sovrapposizioni e conflitti istituzionali, che inevitabilmente rallentano e rendono farraginose le decisioni di governo”. “Al contempo – sottolinea Savastano – la discussione sul futuro del governo dei nostri territori deve aprire una riflessione rigorosa e non affrettata – come sembra avviare questo Governo – sulla più efficace soluzione ai delicati problemi che scaturiscono dal trasferimento della materia, come prevede il ddl costituzionale, semplicemente alle unilaterali decisioni di ogni Regioni. Tale scelta, difatti, finirebbe con l’assegnare alle valutazioni di ciascuna Regione il potere di individuare le Città metropolitane o le associazioni dei comuni e quindi il ridisegno del sistema delle Autonomie locali, con il pericolo, dunque, di lasciare alle Regioni la possibilità di assumere decisioni di sistema che, peraltro, le porrebbe nella condizione di esorbitare dalle funzioni legislative e di programmazione stabilite dagli attuali equilibri Costituzionali, facendo loro assumere poteri di gestione e di governo dei territori, che non sarebbero in grado di assolvere in maniera efficace, in quanto lontane dalla specifiche realtà socio-economiche e lontane dai cittadini.”