Salerno: Cicalese, lauti guadagni dei calciatori!

“Andassero a zappare” è il commento a freddo del giovane esponente del Pdl SalernitanoRaffaele Cicalese che in una nota del movimento politico-culturale Nuova Forza Italia, di cui è presidente nazionale. filtra: “Rabbia per i lauti guadagni dei calciatori che offendono la fame nel mondo e la povertà. Rabbia per lo sciopero per il mancato rinnovo del contratto collettivo che, con un ingaggio minimo, non gli permetterebbe il mantenimento del porshe e dello yacht.” Parole dure perché cose del genere si vedono solo nel nostro Paese dove è sempre più difficile trovare un lavoro con la “L” maiuscola; Un paese dove i precari sono trattati come schiavi che pur di arrivare a fine mese, anzi a fine giornata, sono costretti ad accettare di lavorare in qualsiasi condizione. Il presidente Cicalese infine dichiara :”Pensiamo ai cassintegrati, ai padri di famiglia che hanno perso il lavoro, ai precari e ad alcune famiglie che non arrivando a fine mese devono dire di no ai loro bambini anche per l’acquisto di una semplice bustina di figurine. Il mio rispetto, la mia stima e la mia ammirazione va tutta a questa gente che ogni giorno lotta per “vivere” dignitosamente. I calciatori non sono degni di nominare la parola “sciopero”, gli consiglio di andare a zappare”. Infine conclude dicendo : “Ma la colpa non è loro. La colpa è specialmente di chi crede nei valori dello sport e ama il calcio, quindi dei tifosi. Senza i tifosi queste persone sarebbero il niente mischiato col nessuno.”

 

 

5 pensieri su “Salerno: Cicalese, lauti guadagni dei calciatori!

  1. Bravo Cicalese, fa piacere sapere che ci sono ancora dei giovani seri che credono in una politica pulita. E’veramente scandaloso che i calciatori scioperino , è mortificante se si pensa alla triste situazione di tante famiglie. Se la gente smettesse di andare allo stadio , questi signori , forse, diventerebbero più umili .

  2. ….cari amici tutta colpa dei tifosi….non andate a vedere le partite fateli affogare sia i calciatori che le società…sono peggio delli strozzini….e voi pagate…
    come diceva Totò e io pago…

  3. Caro sig. Cicalese, la Sua giovane età e la fretta di rilasciare dichiarazioni non Le hanno consentito di informarsi bene. Lo sciopero dei calciatori non è stato indetto per guadagnare di più, o per pagare meno tasse, la protesta viene fatta per il contratto collettivo, che nel calcio si sintetizza nella parte che riguarda solo ed esclusivamente le regole. I giocatori strapagati sono una minoranza, gli altri, specie nelle categorie inferiori, è gente che spesso non viene pagata, e per vivere fuori casa ha bisogno dell’aiuto della famiglia, Le dice niente l’odissea dello scorso anno patita dai giocatori della “fu” Salernitana? E bene, Le devo dire in tutta onestà, che i calciatori hanno mostrato, nell’occasione, di essere uniti e coesi; il miliardario si è messo al servizio dei colleghi meno fortunati e pagati. Lei sa che lo scontro è sulla gestione dei cosidetti “fuori rosa”? Cioè di quei giocatori che, pur in presenza di un contratto, vengono ritenuti dalla società che li ingaggiati non più “utili”. Secondo Lei è giusto che un lavoratore, il termine non è abusato per trattasi di professionisti, venga messo in un angolo a gestirsi da solo, senza la possibilità di allenarsi come fanno i suoi colleghi? Se le società di calcio fossero delle aziende normali, un giudice del lavoro non ci metterebbe molto a condannarle per “mobbing”. Proprio la specialità del “datore di lavoro” consente che nel mondo del calcio siano consentite cose che in altri settori sarebbero inimmaginabili. Le dicono qualcosa milioni di tasse trattenute sulle buste paga e mai versate allo stato?? Le dice qualcosa che a questi signori senza pudore, venga consentito la più che decennale rateizzazione di centinaia di milioni di euro per tasse e contributi non versati, senza che questa evidente appropriazione indebita venga sanzionata in qualche maniera? A me queste cose dicono che questi “padroni del calcio” sono abituati ad andare avanti senza regole e, se esistono, in loro dispregio. Sono, come dire, “allergici” alle norme e quando qualcuno cerca di imporgliele si rinzelano. Questo è. Un ultimo consiglio: lasci stare i padri di famiglia dove sono! E’ sempre demagogico ricordarsi di loro quando fa comodo, a mio avviso, in questo caso alla demagogia si aggiunge un qualunqismo populista che non fa onore a nessuno…nemmeno a Lei che potrebbe essere giustificato dalla giovane età e dalla poca esperienza.

  4. Sembra che l’articolo 7 sia diventato piu’ importante di uno della Costituzione…Da cittadino, mi vergogno un po’…Se non si firma il contratto per l’interpretazione dell’articolo 7, vuol dire che c’e’ altro. E’ impensabile che l’assenza della firma sia collegata a questo. Se ci sono altri motivi, e’ bene esplicitarli. La norma e’ facilmente interpretabile, non ci sono stati contenziosi se non uno, clamoroso, relativo al caso Goran Pandev-Lazio. Ma non ci sono decine fattispecie relative ad una norma datata 1986 che risponde all’esigenza complessiva di garantire la possibilita’ di svolgere l’attivita’ nel rispetto della dignita’ professionale”

    l’articolo 7 del contratto collettivo, relativo agli allenamenti separati dei cosiddetti ‘fuori rosa’, ridimensiona l’entita’ della questione specifica. Il tutto perchè non vogliono dare il contributo di solidarietà. PUNTO

  5. L’articolo 7 è importante per calciatori, evidente come e quanto lo è la Costituzione! Si sbaglia, come ha dichiarato Tommasi, lo sciopero non è legato al “contributo di solidarietà” !! Del contratto se ne sta parlando da oltre un anno!! Il contributo di solidarietà è cosa di questi giorni! Del resto come si potrebbe scioperare contro una legge di cui non si conoscono i contenuti? Come potrebbero evitare di pagare qualcosa che gli sarebbe trattenuto alla fonte? Sempre se poi se chi “trattiene” riversa, ma questa è una questione diversa. Cosa c’è sotto? La Federazione trama “politicamente” nei confronti della Lega, di cui non vuole più il Presidente. L’accordo era stato già sottoposto da Campana, ex presidente AIC,alla federazione e tutto pareva a posto! Questa è una diatriba dove i calciatori c’entrano poco, anche se poi alla fine sembrano loro i “cattivi”. Mi dica signor Cicalese ma è proprio così disdicevole lottare per un proprio diritto? E se fosse pure, cosa che non è, una questione legata alle tasse, come mai non l’ho sentita insorgere quando la Marcegaglia ha detto chiaramente che il contributo di solidarietà era cosa iniqua, perchè forse il suo sarebbe un “bel contributo”, ed ha bocciato la manovra rilanciando sul “comparto pensioni”? Allora i padri, ed i nonni, di famiglia dove erano??

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