“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 39°18 agosto 2011, giorni-24

 Dal Capitolo 39: Motovedetta. h. 24.00 Alle 23.45, il giovane comandante della motovedetta della marina militare italiana dette ordine di avviare i motori senza indugio. Prese il largo in pochissimi minuti. Un quarto d’ora dopo aveva già superato il promontorio di Capodorso, lasciandosi dietro una scia spumeggiante che rendeva meno buia e triste la notte. Tre giovani marinai predisposero al meglio le attrezzature necessarie per l’eventuale recupero di superstiti. D’improvviso, sul radar di bordo apparve un puntino luminoso che si ingrandiva in fase di avvicinamento alla meta. Poco prima di salpare, erano pervenute alla capitaneria di porto segnalazioni d’altro tipo, che evidenziavano l’esigenza di uno stato di allerta. Proprio per questo, dopo avere individuato al largo di Amalfi un grosso yacht fermo in mezzo al mare in una posizione francamente strana, anche se non insolita considerata la stagione e le stranezze dei diportisti, il giovane comandante decise di vederci chiaro lo stesso. Pur non dimenticando la procedura di soccorso alla quale era stato destinato, virò leggermente per una valutazione sommaria di fatti e circostanze. Sul ponte dello yacht intravide due persone. Una coppia vestita elegantemente. Lei di bianco, con un enorme cappello di paglia in testa, inghirlandato da un nastro di raso rosso; lui in abito blu con doppio petto e bottoni dorati da marinaio con un grosso sigaro tra le labbra. Colori che apparvero indistinti, naturalmente, ai pur potenti binocoli in dotazione alla marina. Non fu tanto la coppia intravista a bordo dello yacht, apparentemente intenta ad amoreggiare, ad insospettire il comandante della motovedetta. Ma dovevano essere due tipi un po’ strambi, se avevano ordinato quella sosta non proprio ortodossa in mezzo al mare. A quell’ora di notte, c’era il rischio di complicare la rotta di altre imbarcazioni, piccole o grandi, di passaggio nella zona. A meno che non ci fossero stati altri motivi poco plausibili e sospetti per quella posizione così insolita.Tuttavia, ciò che mise in allerta il maresciallo Ciro Devitta fu il minuscolo battello diretto a terra, la cui scia ne tradiva la provenienza senza ombra di dubbio. Forse quello yacht era in avaria e i due membri dell’equipaggio allontanatisi andavano in cerca di soccorso. … O, forse, no! Proprio per questo valeva la pena controllare. ———————- Inforcando il suo binocolo a raggi infrarossi, il sottufficiale di marina ordinò al pilota di dare gas ai motori. Non senza sorpresa notò, avvicinandosi, che lo specchio di mare antistante lo yacht brulicava di bollicine. — «Che strano!» — il comandante, un giovane assai sveglio e dal curriculum professionale notevole. — I delfini danzano alla luna stanotte! — disse con evidente ironia. — Che non c’è. Meglio sbrigarsi, quindi! — aggiunse sospettoso. — Motori avanti tutta! — gridò, dando una pacca sulla spalla del nocchiere. Abbracciati e chini sul parapetto che fronteggiava l’imbarcazione militare in avvicinamento, i due turisti fecero in modo di attirare l’attenzione di chi, ne erano certi, li stava scrutando da lontano. Tra un bacio prolungato e l’altro, la coppia offriva un’imma-gine idilliaca della vita di bordo, tale da allontanare qualsiasi sospetto sulle ragioni della loro presenza in mare aperto. Fu allestita, così, una sceneggiata da ultima spiaggia, il bluff della disperazione, da giocarsi a qualsiasi costo. Tutto avvenne nel silenzio più assoluto e nella massima disciplina. All’interno dello yacht apparvero, infatti, come per incanto, cinque uomini armati di tutto punto. Avevano smesso all’istante gli abiti da marinaio e, al posto di utensili e pietanze, si materializzarono nelle loro mani, come per incanto, fucili mitragliatori e due Kalashnikov. Si acquattarono non visti dietro gli oblò delle loro cuccette, pronti a fare fuoco sull’ignara pattuglia del mare. La mezzanotte era trascorsa da una quindicina di minuti, quando il maresciallo Devitta informò cautelativamente i diretti superiori via radio, richiedendo la necessaria autorizzazione per quella manovra di controllo, anche se diversiva rispetto alla missione in corso. — Comunico presenza di grosso yacht fermo al largo di Amalfi. Posizione inconsueta. Navighiamo a vista. Eseguito controllo visivo con binocolo di bordo. Tutto sembra tranquillo. Membri dell’equipaggio diretti a terra su gommone di dotazione, forse per richiedere soccorso causa probabile avaria o altro. Verifica opportuna. Si prega confermare nostra manovra di avvicinamento, che non altera l’attuale missione di soccorso, e dare conseguente autorizzazione. (…)