Cava de’ Tirreni: Luigi Di Domenico, solidarietà a Fra’ Gigino

 “Che delusione ascoltare e dare adito a quattro pseudo – animalisti, mi domando e chiedo, se in  tutte le sagre che vengono organizzate nelle regioni d’Italia, di carni volatili e di altro genere, si è mai verificata una situazione simile a quella che è potuta accadere nelle ultime settimane nella nostra città, tra polemiche, battibecchi e discriminazioni soggiogate anche da idee politiche riguardo ad una semplice iniziativa segnata da un forte ed esclusivo senso di spiritualità e di raccoglimento. La dobbiamo smettere con queste preclusioni, il mondo ci sta cascando addosso in un momento molto difficile, che sta attanagliando l’intero paese, con una crisi economica e di valori senza precedenti, dove non si guarda al futuro dei nostri giovani. Ci permettiamo ancora di denigrare alcune iniziative che vertono solo allo sviluppo, come testimonia la festa organizzata in onore di S. Antonio e lo stesso momento della sagra ha fatto registrare un afflusso di presenze extra-cavesi, non indifferenti che ha significato  maggiori introiti per la nostra città, altro che creare turismo attraverso vincoli e stravincoli che affliggono la città di Cava, ma “questi Signori” a tavola, a casa propria, si cibano solo di erbe?…non credo! Frà Gigino, la Sagra dello Struzzo l’hai generata tu a Cava, lo struzzo è un animale seppur volatile “per modo di dire” ma nelle regioni in cui viene allevato, è considerato un comune animale da macello. E molto probabilmente gli stessi animalisti durante i viaggi all’estero, pagano fior di quattrini per gustare piatti prelibati a base di struzzo. Quindi, da umile fedele, ci tengo vivamente a suggerirti di non dare minimamente adito a questa sparuta esternazione di chi, in questo momento, desidera rialzare la testa, come accaduto alcuni anni fa. A mio parere, devi continuare nel tuo operato come hai fatto finora ed inculcare il sacro insegnamento di laboriosità quale tu svolgi quotidianamente e fai di tutto per mostrare l’immagine e la religiosità del popolo cavese oltre i suoi confini.  Ed i cavesi, caro Fra’ Luì, la maggioranza non è vile, sa bene, i sacrifici che hai sostenuto e che continui a sopportare per un’opera che hai saputo realizzare, e credo che la città ti sarà grata fino in fondo, perché se questa è la strada per te designata da Gesù Cristo, la devi percorrere senza indugi ed i fedeli, me compreso, saranno sempre al tuo fianco. In questo particolare momento di trasformazione a livello mondiale, in cui incalza il fenomeno della globalizzazione, mentre le altre nazioni crescono, noi con i nostri pregiudizi ci autoescludiamo sempre di più da quelle che dovrebbero essere le prerogative di inventiva per lo sviluppo, e non come è solito lamentarsi mentre i nostri giovani trovano sbocchi e opportunità in altre nazioni, addirittura extra europee. La colpa è solo nostra, in virtù dell’importanza che diamo a situazioni di inutili contrasti come quelli evidenziati, la natura, l’ambiente vanno tutelati con ragione assoluta in funzione di ciò di cui necessità l’umanità. Questi pregiudizi, ingannevoli per tanti giovani sono volti a minare ogni  possibilità ideologica di guardare la società in un’ottica di crescita e di dinamismo per il loro avvenire”.

 

Luigi Di Domenico