Manovra col trucco

Angelo Cennamo

Quello della provvisoria esecutività delle sentenze civili, di primo e di secondo grado, è un principio introdotto saggiamente dal legislatore perchè orientato alla celerità del processo e alla semplificazione dei contenziosi. E’ infatti ragionevole conseguire il pagamento di una certa somma, così come individuata e specificata in sentenza, nell’immediatezza della notificazione del titolo, salvo poi ottenere dal giudice di secondo grado, per una serie di valide motivazioni, la sospensione del provvedimento. Disattendere, o peggio, ribaltare il suddetto principio, esclusivamente per alcune fasce di credito, e introdurre la modifica del medesimo attraverso la norma di un decreto legge, per giunta intitolata beffardamente : “Disposizioni per l’efficacia del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie”, è, in primo luogo, anticostituzionale, ma anche illegittimo, politicamente scorretto, ed infine ridicolo. Veniamo al fatto. Spulciando le carte della manovra finanziaria da 47 miliardi, che il superministro Tremonti ha allestito, tra mille difficoltà, per consentire all’Italia di rimanere in zona euro ed evitare la bancarotta, si è scoperto un codicillo, apparentemente innocuo, ma che, a conti fatti, potrebbe aiutare il nostro premier a risolvere una brutta grana familiare: l’imminente condanna in appello a corrispondere 490 milioni di euro (in primo grado 750 milioni) alla Cir di Carlo De Benedetti, per la nota vicenda Mondadori. La norma, riveduta e corretta da una manina misteriosa, prevede, infatti, che, per i crediti superiori a 10 milioni in primo grado, e 20 milioni in secondo grado, la provvisoria esecutività della sentenza verrebbe “obbligatoriamente” sospesa (nell’attesa del passaggio in giudicato del medesimo provvedimento) dietro il pagamento di una adeguata cauzione. E voilà : l’editore di Repubblica è servito! Il buon Sallusti, ieri, sul suo Giornale, riguardo a tale faccenda, ha scritto che non c’è da allarmarsi più di tanto perchè la norma tutela tutte le aziende. Caro Sallusti : tutte proprio no, magari solo quelle che devono pagare, ed esclusivamente certi importi. Ora, al di là dell’evidente contrasto di simile disposizione – che introduce una disparità di trattamento tra credito e credito – rispetto all’art. 3 della costituzione (tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge…), e l’altrettanto palese illegittimità, per tali scopi, di ricorrere all’uso del decreto, per il quale – lo ricordiamo –  devono sussistere motivi di necessità e di urgenza (ma mai riferiti al singolo), introdurre in una manovra finanziaria, sia pure fatta di poche lacrime e di poco sangue per la generalità dei cittadini, una siffatta norma equivale, per Berlusconi e tutto il centro destra, ad un autogol clamoroso! E il solo fatto di aver immaginato o sperato che un provvedimento del genere potesse superare il vaglio, del Colle prima, e del parlamento dopo, è a dir poco ingenuo, oltre che controproducente, politicamente parlando. Come poteva pensare, il presidente del consiglio, che quei marpioni dell’opposizione (e tutte le persone di buon senso, aggiungo io) potessero non accorgersi del trucco e farla franca? Ad un simile interrogativo si può rispondere in un solo modo: il nostro premier deve essere in preda alla più nera disperazione. E allora, deve aver pensato, si salvi chi può! 

 

3 pensieri su “Manovra col trucco

  1. @cennamo:

    Non mi è chiara ancora una cosa: ma i “codicilli” li fa inserire stesso Lui oppure una schiera di ‘fantocci’ agisce prima che qualcuno chieda loro alcunché? Comunque, sembra essere ragionevolmente convinto del fatto che quella multa dovrà pagarla.

  2. Ad onor del vero, se quella somma dovrà pagarla, non lo sappiamo ancora. In primo grado, il Cav fu condannato a pagare 750 milioni. La provvisoria esecutività della sentenza divenne oggetto di transazione con l’avversario De Benedetti ( che concesse al premier la sopensione in attesa del grado di appello, dietro sottoscrizione di fidejussione). Nel corso del giudizio di secondo grado, il ctu ha ridimensionato l’importo a circa 490 milioni. La sentenza ( di condanna oppure di rigetto) arriverà a breve.

    cennamo.angelo@tiscali.it

  3. @cennamo:

    quello che volevo dire è che l’atteggiamento (le sue paure riportate dalla stampa già settimane fa e poi questo tentativo di porre rimedio) è quello di uno che crede verosimile che dovrà pagare una grossa somma. Poi, se non dovrà pagare meglio per lui (non è che a noi entra in tasca qualcosa nell’uno o nell’altro caso). 🙂

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