Regione: Pica e Cortese “Attivare subito sistemi per sostegno alla maternità, per il lavoro femminile e per la conciliazione familiare”

“La finalità delle politiche per la conciliazione riguardano quindi l’innovazione di modelli sociali, economici e culturali per rendere compatibili sfera familiare e sfera lavorativa, così da migliorare la qualità della vita dei singoli e delle loro famiglie. Si tratta di politiche che coinvolgono in primo luogo le donne, ma anche gli uomini, i bambini e le organizzazioni, che interessano la sfera privata, ma anche quella pubblica, politica e sociale, di ciascun individuo e che hanno un impatto evidente sull’organizzazione del lavoro e dei tempi delle città, nonché sul coordinamento dei servizi pubblici”. È quanto ha ricordato il Presidente della IV Commissione Mobbing e Discriminazione della Regione Campania, On. Donato Pica nel corso del suo intervento al Seminario dal titolo “Mobbing e discriminazioni sui luoghi di lavoro, Le dimissioni delle lavoratrici madri nel primo anno di vita del bambino – Presentazione del Primo Report“, organizzato dalla Consigliera di Parità della Provincia di Napoli Luisa Festa in collaborazione con la IV Commissione speciale regionale e svoltosi stamani presso la Sala Cirillo dell’Amministrazione provinciale di Napoli, alla presenza tra gli altri dell’Assessore provinciale alle Pari Opportunità Giovanna del Giudice, delle componenti della IV Commissione Speciale Regionale On.  Angela Cortese e  On. Anita Sala e del Direttore della Direzione Provinciale del Lavoro di Napoli Renato Pingue.L’evento è stato un momento di riflessione e discussione sui temi delle discriminazioni di genere, mobbing e delle pari opportunità, e ha costituito il terzo incontro itinerante condotto dalla IV Commissione Mobbing e Discriminazione della Regione Campania, dopo le iniziative tenutesi a Salerno e Caserta. Nell’occasione è stato presentata una ricerca condotta sul tema delle dimissioni volontarie nel primo anno di vita del bambino, quando aggiunge Pica “è giusto attuare le politiche per la conciliazione famiglia-lavoro”. “Nel termine “conciliazione” è insita – prosegue – l’idea di un incontro tra due o più parti per il raggiungimento di un’intesa. Nell’ambito specifico della conciliazione tra famiglia e lavoro, l’intesa da raggiungere riguarda il rapporto tra il tempo dedicato al lavoro e quello riservato alla famiglia. Il problema non investe solo la sfera individuale, ma diventa oggetto di interesse pubblico e chiama in causa gli individui, le aziende e le istituzioni territoriali di riferimento”.“Ed è per questo che – sottolinea il Presidente della IV Commissione speciale regionale – il tema della conciliazione richiede risposte concrete e molto operative, nel quale si intersecano problematiche di natura manageriale in quanto ha acquisito particolare rilevanza tra i temi connessi alla valorizzazione dei propri dipendenti”. “Necessaria quindi – conclude Pica – l’attivazione di sistemi di comunicazione e dialogo con i dipendenti. Inoltre gli interventi volti a favorire la realizzazione e la garanzia dell’efficace funzionamento di infrastrutture interne e esterne (case, trasporti, forme di assistenza sanitaria, ecc.), integrando vita lavorativa e vita familiare e i programmi di aiuto a dipendenti con figli piccoli o con problemi familiari”. Sullo stesso tema è anche intervenuta la componente della IV Commissione Speciale della Regione Campania, l’On. Angela Cortese, ricordando che “Il sostegno alla maternità, al lavoro femminile e alla conciliazione familiare sono presupposti indispensabili per riequilibrare le dinamiche di una società la cui stabilità è messa a dura prova da condizioni economiche e lavorative assai critiche”.“Come spesso accade – aggiunge – purtroppo, la sofferenza raddoppia nel Mezzogiorno: sono appena 3 su 10 le donne occupate nel Mezzogiorno, contro le quasi 6 del Nord. C’è poi il fronte delle vessazioni, con la richiesta di dimissioni in bianco al momento dell’assunzione. Dopo una gravidanza il 15% delle lavoratrici italiane si vede costretta a lasciare il lavoro e nel solo 2009 le dimissioni cosiddette ‘volontarie’ sono state quasi 18mila. Cifre che dovrebbero indurre a prendere provvedimenti”. “A chiudere il cerchio intorno ad uno scenario in cui l’impronta maschilista è ancora molto forte – prosegue la consigliera del PD – ci sono i casi che la cronaca porta all’attenzione dell’opinione pubblica con preoccupante frequenza. È di qualche giorno fa la vergognosa discriminazione che si è consumata alla Ma-Vib di Inzago, in provincia di Milano, dove un licenziamento ‘selettivo’ ha colpito le sole dipendenti donne. Come se non bastasse, nello sciopero seguito al provvedimento è mancata la solidarietà dei colleghi uomini”. “Sulla questione – conclude la Cortese – proporremo al Consiglio Regionale un ordine del giorno per chiedere alla Regione Lombardia di sostenere in questa sacrosanta battaglia le lavoratrici della Ma-Vib”.