La lezione di Strauss-Kahn

Angelo Cennamo

E’ difficile immaginare cosa sarà passato per la testa a Dominique Strauss-Kahn il 15 maggio scorso, quando si è visto ammanettare da due agenti della polizia di New York sulla scaletta dell’aereo che dagli Usa lo stava per riportare in Francia. Il sessantaduenne direttore generale del Fondo monetario internazionale, fine economista e brillante esponente della gouche parigina, fino a quel momento, era considerato tra i favoriti per la futura corsa all’Eliseo. L’esperienza di governo di Nicolas Sarkozy, complice la grave crisi economica, non si era rivelata particolarmente esaltante, ed il crollo nei sondaggi dell’attuale presidente aveva riacceso le speranze dei socialisti dopo la bruciante sconfitta di Segolene Royal. La già straordinaria carriera politica di Strauss-Kahan,  di lì a poco, si sarebbe potuta impreziosire così di un ulteriore incarico, il più prestigioso di tutti : l’elezione a presidente della Repubblica. Chissà, forse sarà stato proprio questo il pensiero che stava balenando nella testa di Strauss-Khan nei minuti dell’imbarco, quel maledetto giorno. Del resto, come poteva immaginare, il celebre economista, che qualche minuto dopo un nugolo di fotografi lo avrebbe immortalato con le manette ai polsi perchè accusato di sequestro di persona e di stupro ai danni di una cameriera d’albergo? Ma la giustizia americana, lo sappiamo, è spietata e non ammette mezzi termini. Ricordate i commenti qui in Italia nel vedere le immagini del mostro sbattuto in prima pagina? Che bravi questi americani : subito l’hanno preso ed ora lo sbattano in cella, senza perdere un minuto di tempo, e magari senza neppure fargli il processo! Prendano esempio i nostri giudici, che impiegano anni prima di fare giustizia! Giustizia? Come dimenticare poi i profluvi di inchiostro con i quali gli esimi editorialisti hanno accompagnato le giornate di galera del “vecchio porco”, sconfitto dai suoi vizi e schiacciato dalla irrefrenabile lussuria. E i paragoni con il Caimano di Arcore, ancora a piede libero dopo essersi trombato mezza Mediaset e l’intera scuderia di Lele Mora. Ah se il Cavaliere fosse nato negli Usa o in Francia! Forse ce lo saremmo tolto dalle scatole molto tempo prima! E giù con le paternali e le dissertazioni sull’Etica pubblica, le stucchevoli dietrologie sull’andropausa e le analisi sociologiche sul giovanilismo impenitente. Ma quando meno te lo aspetti arriva il colpo di scena : Strauss-Khan è tornato in libertà. La cameriera che lo aveva accusato potrebbe aver mentito, sfruttando la sua famigerata passione per il sesso. Ad incastrare l’accusatrice, non nuova a certi raggiri, sarebbero alcune intercettazioni telefoniche. Vicenda chiusa? Probabilmente sì, ma gli strascichi polemici non mancheranno. Ecco come si rovina la vita di un uomo innocente e come la giustizia iniqua può cambiare il corso della storia, di quella francese come di quella italiana.

7 pensieri su “La lezione di Strauss-Kahn

  1. Va be’, intanto è da vedere tutto l’episodio: potrebbe trattarsi di una polpetta avvelentata partita dal suo partito, da avversari alle prossime elezioni, ecc.ecc. In generale, si tratta di una vicenda ancora poco chiara, quindi, come era necessario andarci cauti prima, sarebbe necessario andarci cauti adesso.

    Detto questo, purtroppo l’uomo si è costruito anche una reputazione, come fai notare con il termine “famigerato”, che non lo aiuta granché…

  2. in francia strauss k. è conosciuto come “chaude lapin”, i suoi stessi colleghi, tra cui padoa schioppa, ne conoscevano/conoscono le intemperanze e ingrifamenti. va anche ricordato che s.k. sta affrontando un processo, che ancora non è finito, nel quale dovrà dare molte spiegazioni. mi sembra che per il momento non abbia attaccato giudici o altro.
    cogliendo il parallelismo, il nostro è conosciuto nell’ambiente come “vecchiodalculaflaccido”, ha negato l’evidenza e solo di fronte a prove provate ha ammesso che gli piacciono le signorine giovani di cui non conosce l’età, e pare che spesso queste signorine si vendano o per soldi o per carriera e alcune volte sono minorenni ma, questo, lui non lo sa. ha attacato giudici e giornali, ha telefonato spacciando una sua giovane amichetta come la figlia di mubarak. vabbè mi fermo qua, ma la storia la conosci anche tu che è veramente lunga.
    a s.k., il nostro conigliocaldo, tutto il mondo internazionale degli addetti ai lavori ne ha riconosciuto la sua bravura e competenza nel suo lavoro, al contratrio del nostro “vecchiosatiro” di cui a parte i supporter interni, nessuno a livello internazionale ha espresso parole di stima. anzi appena gli è capitata l’occasione ha continuato a riempirci di scorno quando in un contesto internazionale voleva spiegare, fuori onda, ad obama quanto fosse perseguitato lasciando tutti di stucco.
    ecco questa seconda parte del paragone manca alla tua cronaca, la quale a mio parere, nei termini di paragone che ci proponi non sta ne in cielo ne in terra e risente del tuo culto per il capo del quale proprio non riesci a fare a meno.
    infine per i francesi, ho avuto conferma dall’ultima visita, il nostro petit homme è peggio di una macchietta.
    ancora oggi assistiamo alla pretesa che il problema dei rifiuti napoletani non può essere affrontato a livello governativo solo perhè ha vinto un suo avversario politico. e di questo passo il livello si abbassa ogni giorno di più.
    saluti.

  3. Il fatto che un porco per una volta non sembri un porco, non vuol dire che tutti i porci del mondo non siano maiali.

  4. @cennamo:

    ma infatti al porco (l’altro) non si rimproverava il fatto di esserlo: gli si rimproverava il fatto che all’epoca avesse tutto quel tempo per fare il porco mentre 1. il paese si riduceva allo scatafascio che è, 2. il porco diceva di non avere tempo per andare (poche ore, ogni tanto) ai suoi processi, mentre per fare il porco trovava il tempo di organizzarsi (molte ore, spesso).

    Poi ciascuno è libero di fare il porco secondo la propria coscienza e/o il proprio credo religioso e/o i propri valori.

  5. Il premier non si è mai sottratto ai suoi processi : oltre 2.500 udienze non mi sembrano poche, in 17 anni. Altra cosa è rifiutarsi di farsi interrogare da un pm ( che, come sai, non rappresenta la “Giutizia”, ma semplicemebte l’accusa).

    cennamo.angelo@tiscali.it

  6. @cennamo:

    sì, va bene, penso che hai capito il senso di quello che volevo dire: mi riferivo alla formulazione di cose come il “legittimo (?) impedimento”, ecco… Poi, si può pure presentare in aula, ma se da una parte si presenta e dall’altra cancella la legge, manco bello è. E lascia stare che in alcune cose magari era pure del tutto estraneo (e vorrei vedere…)…

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