Donne licenziate… a casa!

di Rita Occidente Lupo

In clima d’austerity e di tagli, carenza occupazionale e scarsità di fondi, una scelta dei posti di lavoro. Almeno così si regolano le grandi aziende o qualcuna che deve optare per la cassa integrazione. Nei giorni scorsi, la MaVib di Inzago, ha innestato una strategia che già ha messo a tappeto le pari opportunità. Dinanzi alla contrazione del personale, per la crisi aziendale imperante, la cernita  sull’urgenza. Rincorrendo il passato, allorquando il sesso forte era delegato al lavoro, mentre alle donne restavan fornelli e pannolini da cambiare, la strategia di licenziare le donne, per salvare la sopravvivenza familiare. Garantendo ancora uno stipendio familiare, ma ai maschietti. La decisione, non senza pene per chi, in tema di diritti umani, credeva abbattuti gli steccati maschilisti: in nome d’un femminismo che ormai non stranisce più alcuno! Intanto l’azienda, con 5 milioni di fatturato, 30 dipendenti (12 uomini e 18 donne) già mesi addietro era finita in cassa integrazione, cercando di tirare avanti. Quello che offende le lavoratrici è comunque la motivazione che affonda pretestuosamente nel fatto che posson stare a casa…ed a questo, proprio non ci stanno in quanto, dinanzi al lavoro,  non c’è differenza sessuale!