Roma: Associazione Dossetti, convegno tumori

 Bisogna mettere al primo posto la qualità della vita dei pazienti affetti da tumori del testa-collo e puntare su un approccio multidisciplinare. Lo afferma il dottor Mario Airoldi, direttore Oncologia Medica all’Ospedale Molinette di Torino, nel suo intervento al convegno Tumori della Testa e del Collo – Pazienti, Percorsi, Progressi che si svolge alla Camera dei Deputati, Palazzo Marini – Sala delle Colonne, in Via Poli 19, dalle 8.30 alle 14.00. “E’ arrivato il momento di puntare, oltre che sulla chirurgia, risolutiva ma invalidante – precisa – su trattamenti conservativi, radianti e chemioterapici. I pazienti affetti da tumori del testa – collo vanno seguiti dall’otorino, dal chirurgo maxillo facciale, dall’oncologo, dal radioterapista, ma anche dal dietologo, dai riabilitatori della fonazione e dallo psicologo. Occorre poi individuare centri di riferimento per evitare dispersioni sul territorio”. Finora questi tumori sono stati sottovalutati: “Sono considerati rari ma costituiscono il 3% dei tumori maligni  – aggiunge il dottor Airoldi – sono complessi da gestire visto che coinvolgono la fonazione, la deglutizione ma anche l’aspetto fisico del paziente. La diagnosi nel 70% dei casi arriva troppo tardi”. Al primo posto la prevenzione. “Sotto accusa – precisa l’oncologo – non solo fumo e alcol. Registriamo infatti un aumento delle neoplasie della base della lingua e delle tonsille soprattutto nei giovani affetti dal virus HPV: entra nelle cellule e porta dei geni alterati che possono attivare il tumore. Bisognerebbe estendere la vaccinazione contro il papilloma virus anche ai ragazzi oltre che alle ragazze. Da non sottovalutare poi i tumori professionali ai seni paranasali provocati dalle polveri di legno”. Vanno attentamente considerati anche gli aspetti sociali: “I tumori del testa collo- conclude il dottor Airoldi – colpiscono spesso bevitori e fumatori accaniti che vivono da soli. Si calcola che il 25 % di questi pazienti disagiati non abbia un caregiver,cioè qualcuno che se ne prenda carico. E questo complica la loro vita, se si considera che le cure  hanno pesanti conseguenze sulla capacità di parlare, di nutrirsi e questo aggrava l’isolamento e l’emarginazione di queste persone”. L’Associazione Dossetti (www.dossetti.it) fa una proposta concreta: “Sarebbe importante- spiega Corrado Stillo, responsabile dell’Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti – fare uno screening nelle grandi città come Roma, Milano, Torino e Napoli sugli homeless che accettano di sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche. Uno stile di vita in totale abbandono aumenta infatti i fattori di rischio, non solo di malattie infettive ma anche tumorali. Abbiamo il dovere di garantire anche alle persone che vivono un disagio il diritto alla salute previsto dalla nostra Costituzione”.