Nuove “mode” o vecchie inciviltà?

Giovanna Rezzoagli  

Potrebbe essere formulato così il quesito che agita Chiavari a pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico. Con tutta probabilità, ciò che è accaduto nell’apparentemente placida cittadina ligure, sarà accaduto anche in altre località italiane, ciò non toglie che la sempre attentissima all’immagine borghesia chiavarese, abbia qualche grattacapo in più riguardo il livello dell’educazione personale e civile dei loro griffatissimi discendenti. Veniamo ai fatti: sabato 11 giugno hanno chiuso i battenti tutti gli istituti scolastici superiori chiavaresi, tutti tranne il Liceo Classico che ha terminato le lezioni mercoledì 15. Sono dovuti intervenire i carabinieri per calmare gli animi di alcuni giovani che hanno avuto la brillante idea di festeggiare la fine dell’anno scolastico con lanci di uova, farina , acqua e marmellata, contro gli studenti e contro i muri del Liceo Scientifico locale. Tutto si potrà eccepire tranne che questi “goliardici” giovani non abbiano un futuro nell’arte culinaria, con buona pace dei loro genitori che magari hanno già predisposto la loro successione in vari studi professionali. Forse per sminuire la portata di questi atti vandalici, chissà poi perché si ha timore a definirli tali o a chi mai serva ridurre la gravità di certi comportamenti, in molti blog o spulciando tra i vari commenti sui giornali locali, si nota chiaramente il tentativo di buttarla sul grottesco. Sarà… Fatto è che mercoledì 15, questa crème de là crème della gioventù locale, ha pensato di organizzare un altro raid, questa volta ai danni degli studenti del Liceo Classico. Ora, pur non possedendo doti di chiaroveggenza, ma conoscendo molto bene le dinamiche di gruppo che si innescano in simili contesti, ben mi sono guardata dal lasciare andare mio figlio a scuola quell’ultimo giorno. I fatti mi hanno dato tristemente ragione, poiché nuovamente si è ripetuto il copione del sabato precedente, con interessanti variazioni, quali gavettoni riempiti con interiora di pesce andato a male, mascherate tipo carnevale, passanti colpiti senza pietà, traffico in tilt e persino un tamponamento causato da questo “evento sociologico”. Ora la città appare divisa tra i giovani che rivendicano il diritto di festeggiare ed i cosiddetti benpensanti che condannano senza appello. Nessuno, dico nessuno, che chiami in causa le famiglie, vere responsabili del fallimento sociale di questi ragazzi che rappresentano quella buona fetta di gioventù griffata dalla testa ai piedi, l’apparenza prima di tutto, ma che non conosce distingue più tra il “si può” ed il “non si può”. Intendiamoci, festeggiare la fine delle fatiche scolastiche si è sempre fatto, ci mancherebbe altro, ma arrivare ad organizzare vere e proprie spedizioni tra scuola e scuola mi sembra un segnale pericoloso. Socialmente pericoloso, perché laddove si riuniscono gruppi, di qualunque natura, posso garantire che non vi è algoritmo in grado di calcolare come andrà a finire, in genere male perché il facinoroso di turno traghetta il gruppo. E’ il meccanismo che sottende tutte le aggregazioni. E’ lo stesso meccanismo che ben conoscono le forze dell’ordine, che in genere cercano di non esacerbare gli animi con la loro presenza ed il loro intervento. Da semplice cittadina trovo disgustoso tuttavia che transitare in una determinata via diventi rischioso, tanto che si parli delle vie attorno alla stazione Centrale di Milano che si tratti di via Gagliardo in centro a Chiavari. Da madre, incarnazione perfetta dello stereotipo italiano che vuole la mamma iperultraprotettiva, mio figlio in certe mischie non ci va, e punto. Non mi viene garantita la sua sicurezza da chi di dovere? Non ci sono problemi, mi arrangio da sola, correndo tutto il giorno ma è una mia scelta. E per chi non può stare dietro ai propri figli per proteggerli dal bullo di turno che si fa? Si insegna ai ragazzi a cavarsela da soli, magari uno contro sei o sette? Mi piacerebbe sapere se la situazione è simile in altre zone d’Italia, ma soprattutto mi piacerebbe sapere quando i genitori noti dei soliti ignoti si decideranno ad educare i loro figli, perché avere un figlio che va a lanciare pesce marcio addosso ad un anziano passante o marmellata contro un muro significa aver fallito la propria funzione genitoriale. Per esperienza so che a Chiavari, molto di più conta mandare in giro il proprio figlio con lo zaino “del momento”, piuttosto che con la testa sulle spalle, tanto poi una mano lava l’altra, non per nulla i prodi eroi della guerriglia urbana si vanteranno delle loro gesta tra “amici” su Facebook (e basta, mai sia che giunga voce alle orecchie sbagliate…)

 

5 pensieri su “Nuove “mode” o vecchie inciviltà?

  1. Carissima amica dottoressa Giovanna,
    Sicuramente si tratta di “Nuove mode” e non certo di “ vecchie inciviltà”. Glielo posso assicurare perché in quei miei , pur famigerati tempi, nessuno degli allora studenti si avrebbe mai permesso di insudiciare le mura scolastiche con uova marce o , quantomeno, infastidire il normale
    esame in altre facoltà di studio. Questa che lei ci narra, fa parte di un vandalismo che le autorità competenti dovrebbero condannare nella misura più consono. Perché, se si andasse con questo andazzo, si farebbe un gravoso danno soprattutto alla cultura, oltre che alla civile convivenza..
    Però, si dice dalle nostre parti, che “ il pesce puzza dalla testa”. Ciò vuol dire, che quando si danno cattivi esempi, sono sempre i più giovani a prenderne lezione.
    Trovandoci nel discorso: direi che, spesso , ci troviamo ad assistere scene rincresciosissime che riguardano certi candidati elettorali che imbrattano selvaggiamente le mura di palazzi privati, mostrando in pieno la loro “moderna” inciviltà (altro che vecchia inciviltà). Allora , ritornando al vecchio detto, occorrerebbe disciplinare prima la testa e poi i piedi della nazione. Solo così si ritornerebbe a vivere in piena civiltà. Cordialità

  2. Carissimo Alfredo, condivido in pieno ciò che Lei afferma. Vede, l’ambiente chiavarese è particolare, e non escludo di ritrovarmi l’auto rigata per ciò che ho scritto (me ne sono successe di peggio…). L’Italia è marcia sin nel midollo, ma a nessuno importa un fico secco a meno che non sia il proprio interesse ad essere coinvolto. I ragazzi di oggi, non tutti sia chiaro, sono e si comportano in un certo modo perchè hanno genitori mai cresciuti, il punto è: quale società si profila? Pessima, ma questo i più accorti già lo sanno da un pezzo…
    un abbraccio
    giovanna

  3. Premetto di non essere un conoscitore delle dinamiche di gruppo come Lei, però il passaggio dai semplici palloncini pieni d’acqua alla farina, alla marmellata, alle uova marce e al pesce, oltre che una offesa a chi di fame muore rappresenta, a mio parere, una funzione crescente di aggressività repressa globale. Forse tra qualche anno, visto che già molti erano “mascherati” (quindi non riconoscibili”) spunteranno spranghe e coltelli? Diamo tempo al tempo mentre rifletto a sproposito che forse quasi 70 anni di pace consecutivi hanno accresciuto globalmente la voglia di sggredire come in guerra?
    Con stima e cordialità
    Roller

  4. Gentile Counselor,
    grazie per questo fine articolo. La si legge sempre volentieri.
    Un cordiale saluto
    Giangastone

  5. Ringrazio sia Roller che Giangastone per i loro commenti. Sono anche io convinta che ci sia un aggravamento nel passare ai palloncini pieni di acqua a quelli di ineriora di pesce. L’aggressività è in crescendo, è un elemento che non andrebbe sottovalutato…
    giovanna rezzoagli ganci

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