L’Italia: la crisi strisciante che si mangia il futuro

Giuseppe Lembo

L’umanità nella sua interezza, si incammina verso un mondo nuovo? Ci sono segnali significativi in tal senso; il più forte di tutti ci viene dalla primavera araba, dove le sfide ai poteri forti e violenti, da tanti rivoltosi che si ribellano ai regimi autoritari, vengono pagate con il sangue, con il martirio di popoli non più disposti alla sottomissione che li costringe a vivere da “ultimi” della Terra. Gli appelli alla contestazione attraverso internet unisce gli indignati della Terra che chiedono di essere riconosciuti come protagonisti di un futuro possibile; per questo obiettivo pretendono, ovunque nel mondo, visibilità e partecipazione. La primavera africana, le proteste del Maghreb, stanno incominciando ad infiammare, anche se ancora abbastanza sottovoce, anche l’Europa e l’Italia, lambendo città importanti del nostro Paese. Ma, prima di tutto, il vento della contestazione tira forte in Spagna ed anche, oltre i confini naturali, in Italia, a Roma, Milano, Firenze, Bologna, Napoli, dove gli “indignados”, hanno fatto sentire la loro voce che corre veloce soprattutto su Facebook. Si tratta di un movimento vero e proprio di piccoli gruppi destinato a scomparire presto? Gli indignados, sono un movimento collettivo che, per quello che chiedono, la “rivoluzione etica”, con l’eliminazione della dittatura dei partiti, per arrivare alla democrazia diretta, sono una forte e duratura espressione umana del nuovo che avanza, per cui avranno davanti a sé, tanta strada da fare, in Spagna, come in Italia ed in altre parti dell’Europa e soprattutto del mondo ancora in grave deficit di democrazia e di sviluppo. Siamo alla vigilia di una grande e sconvolgente rivoluzione dal basso. Il 2011 è un nuovo 1948, quando in Europa, vennero travolte le vecchie istituzioni? Il carburante viene dall’indignazione verso i poteri costituiti che ormai non rappresentano più i loro governati delusi ed indignati per come vengono trattati, per come sono costretti a vivere da sudditi esclusi da tutto,  sottomessi ai poteri forti che pensano ad autoperpetuarsi nei loro privilegi. Sta forse nascendo un nuovo mondo? Penso di si; il soggetto protagonista non è il singolo cittadino, ma l’insieme sociale coeso e forte che si esprime come movimento collettivo. Sono in tanti a chiederselo. Anche se ci vorrà del tempo per vederne gli effetti; i segnali ci sono e sono tanti. Niente è più come prima. Chi, fingendo che non succede niente e si rifiuta di vedere e di sentire, non vivrà a lungo in tranquillità, essendo vicino alla catastrofe finale, prevista da uno tsunami violento e distruttivo.