L’incognita referendaria

di Rita Occidente Lupo

Ma perchè i Referendum sono così complicati, ci si chiede alla luce di un secco Sì o No, che dovrebbe sintetizzare la scelta. Ed invece, puntualmente, nel nostro Paese, tale consulto rischia il flop. Come se l’espressione democratica venisse azzerata dinanzi all’assenteismo. Colpa dei primi raggi di sole cocenti, che giugno generosamente regala ai primi bagnanti o dei quesiti così cavillosi, che non fanno comprendere agli elettori in che cosa consista la questione. E quale apporto concreto possano conferire alla vicenda. Sulle schede, accuratamente aperte, consegnate al momento del voto, testi lunghissimi, che anche la più certosina pazienza, con tanto d’occhiali all’interno delle cabine elettorali, superati gli anta, crolla sconfitta. Tranne in alcuni casi, come per l’aborto e per il divorzio, i referendum all’epoca giocarono molto sull’inversione del consenso (Sì per dire No e viceversa), non si raggiunge il quorum ed i tabulati vengono sigillati con un nulla di fatto. Ovviamente, le spese alla macchina burocratica, appesantiscono l’erario: se non altro raggranellano tanti un piccolo compenso, insediati nei seggi Anche quest’anno, ben 4 quesiti monitoreranno l’opinione pubblica: due sulla privatizzazione idrica,  uno sull’energia nucleare ed un ultimo sul mantenimento del legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei inistri e dei Ministri. Arabo tutto ciò per molti: forse, sui primi due, maggiore informazione, alla luce anche dei numerosi spot che da più di qualche parte si muovono nell’aria “Acqua, bene di tutti…!”, ma sugli altri due, davvero sembra fantascienza. Ed allora, non per dirla col giostraio di turno, “nuovo giro nuova corsa”, ma con l’esperienza degli anni, varrà la pena di nuovo metter su la macchina elettorale, dopo gl’importanti appuntamenti amministrativi e provinciali? La risposta, solo il 14 giugno, sperando che la diserzione, stavolta non la faccia da padrona, graziata da un soleggiato week end!