Carenze di calcio

Angelo Cennamo

Ho smesso i panni del tifoso di calcio molti anni fa, quando quell’extraterrestre riccioluto, che risponde al nome di Diego Maradona, deliziava la platea napoletana, e non solo quella, con dribbling ed assist che sfidavano le leggi della fisica. Il mondo del pallone, negli anni del pibe de oro, aveva già conosciuto gli scandali delle partite truccate e del totonero ( quanti sospetti per quello scudetto “lasciato” dal Napoli al Milan nel 1988), ma il peggio, forse, doveva ancora venire. La vicenda di “moggiopoli”, ancora oggi  non del tutto chiarita, la storia dei passaporti falsi di certi giocatori extracomunitari, quella delle fidejussioni fasulle utili per iscrivere ai campionati squadre senza requisiti, le retrocessioni ed i ripescaggi “ad minchiam”, tanto per usare una locuzione cara ad uno dei protagonisti di quelle stagioni ( Franco Scoglio), e l’immancabile doping, che serviva a resuscitare atleti già decotti per l’età avanzata o per l’usura del calcio moderno, in preda a ritmi forsennati, hanno allietato ed avvelenato le domeniche di tanti italiani ammalati del pallone. Pochi mesi di pace, ed ecco che esplode l’ennesima bomba, ancora una volta legata al mondo delle scommesse – questa volta legalizzate e globalizzate – che consentono agli aspiranti vincitori di puntare su qualunque cosa, anche sul colore delle scarpette calzate dall’arbitro. Nella rete delle intercettazioni telefoniche sono finiti personaggi illustri del calcio recente, ma anche giocatori di serie minori, costretti ad arrotondare i loro stipendi da fame ( da diecimila euro in sù) truccando le gare con ogni mezzo, ricorrendo perfino agli psicofarmaci : allucinante! Le indagini sono solo all’inizio, ma già si preannunciano sviluppi clamorosi con capovolgimenti di situazioni e classifiche che rischiano di stravolgere tutti i campionati disputati, dalla A alla C, che oggi si chiama Lega-pro ( ma a che pro, e soprattutto pro chi, non ci è dato saperlo). “E’ uno schifo!” commenta la vulgata indignata, ma sono gli stessi che si dannano per comprare un biglietto e fare centinaia di km per assistere ad una di queste gare esemplari. “Il calcio è finito!” sentenziano, ma poi esultano come bambini quando la loro squadra di serie C ( pardon Lega -pro) segna un goal dubbio al 90°, magari comprato per qualche decina di migliaia di euro. La domanda allora sorge spontanea : ma cosa ce ne facciamo di un calcio così? Vale ancora la pena piangere per delle simulazioni sportive e idolatrare dei mercenari che non si accontentano dei loro emolumenti milionari e si prodigano per truffare il prossimo? Ma soprattutto : esiste, in questo Paese, un sostituto procuratore non ancora impegnato contro i misfatti del premier che decida di indagare su uno dei misteri più nebulosi del business moderno, ovvero su come facciano certe società per azioni a dare fior di quattrini a calciatori che si esibiscono davanti a poche centinaia di persone senza fallire nel giro di poche anni? Dove li prendono quei soldi? Davvero bastano 2.000 tagliandi a settimana per pagare stipendi da capogiro ed accollarsi costi di gestione impressionanti ( trasferte, assicurazioni, tasse…..)? Mah!  

 

2 pensieri su “Carenze di calcio

  1. @cennamo:

    credo che i soldi provengano, oltre che dalle società sportive dagli sponsor e dai diritti televisivi.

    Altra cosa: sembrerebbero invischiati (almeno fino ad ora) non tanto calciatori milionari, ma ex-calciatori o calciatori di serie minori in cui i guadagni sono sono straordinari: certo, ho letto che un portiere di seconda divisione prende 10000 euro al mese (ci metterei la firma) ma questo non vuol dire essere milionario. E’ come se non ci si accontentasse di quello che si ha e si andasse avanti d’azzardo: è per questo che credo che grossi nomi che si sono fatti (es. di giocatori della Roma) non porteranno a nulla.

  2. dove dico “sono sono” ovviamente volevo dire “non sono”. Pardon.

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